Una diligenza compare all'orizzonte sollevando nuvole di polvere rossa – grigia nel film. È al centro di un triangolo formato da West Mitten, East Mitten e Merrick Butte. Il film è Ombre Rosse. Il regista è John Ford, il protagonista è John Wayne. West Mitten, East Mitten e Merrick Butte sono le imponenti formazioni rocciose rossastre la cui bellezza toglie il fiato a ogni visitatore del Parco di Monument Valley, in Arizona/Utah. Stiamo parlando del parco più famoso d'America, stiamo parlando della genesi del western.
A Monument Valley, John Ford girò ben sette film, da Ombre Rosse nel 1938 a Il grande sentiero nel 1964. Monument Valley (parco nazionale "tribale" dal 1958) divenne famoso grazie ai western di Ford, e il genere western trovò il suo scenario epico di riferimento.
Ford diceva che «La vera star dei suoi western era il paesaggio di Monument Valley», dove a lui è dedicato il John Ford's Point.
Il parco e le Ombre Rosse
L'apripista fu Ombre Rosse. La storia di un viaggio in diligenza tra agli apache di Geronimo e una natura selvaggia e misteriosa, che permea le storie dei passeggeri svelandone i conflitti, i valori, le bassezze tipiche del genere umano secondo la visione Fordiana. Oltre alla prostituta, all'ubriacone, allo sceriffo e agli altri, lungo la strada si unirà Ringo – John Wayne, pistolero d'acciaio alla ricerca di vendetta.
Secondo la leggenda Ford scelse Monument Valley perché i proprietari di una piccola pensione nella Monument Valley, il Goulging's Lodge, ancora esistente oggi, portarono a Hollywood delle fotografie. Ford rimase impressionato e la scelse come scenario.
Ford attrezzò un campo base a Monument Valley, inaugurò la simbiosi tra western, parco e nativi e trasformò il parco in un grande teatro. I Navajo interpretarono nei film successivi tribù Cheyenne, Comanche o Apache secondo le necessità e fecero anche – dice la leggenda – delle danze della pioggia se serviva per esigenze cinematografiche.
Eseguono ancora oggi per i turisti danze tribali molto suggestive sullo sfondo dei "Mitten".
Parco e western; western e parco
Carlo Gaberscek, uno dei massimi esperti del cinema western, ha esplorato in lungo e in largo le location dei sette film fordiani a Monument Valley con dei lunghi sopralluoghi tra il 1982 e il 1995, e ha fatto un'analisi delle sequenze. Ha abbinato singole scene con le location del parco per tutti i 7 film, scovando situazioni interessanti come per esempio il rafforzamento dell'atteggiamento bellicoso degli indiani a cavallo con fucili e lance in posizione verticale sottolineato dalla verticalità del pinnacolo di West Mitten, ripreso alle loro spalle in Ombre Rosse, oppure l'inquadratura in cui appare Ringo, per il quale Ford ha scelto Church Rock, imponente roccia per imponente attore (che riecheggia anche la forma del suo cappello da cow-boy).
Gaberscek dà addirittura il nome alle rocce a seconda del personaggio che è stato ripreso in quelle inquadrature, come Thursday rock no. 1 (il colonnello Thursday interpretato da Henry Fonda ne Il Massacro di Fort Apache).
Il parco di Monument Valley
Monument Valley è una regione dell'altopiano del Colorado caratterizzata da un insieme di guglie rocciose, scenografiche e immense (la più alta raggiunge i 300 metri dal piano della valle), che hanno la forma di torri dal colore rossastro (causato dall'ossido di ferro) con la sommità più o meno piatta.
La Monument Valley è situata nel territorio della riserva nazionale navajo (Monument Valley Navajo Tribal Park) equivalente a un parco nazionale, ed è accessibile dalla US Highway 163. Il nome Navajo della valle è Tsé Bii' Ndzisgaii (Valley of the Rocks).
Il western a Monument Valley non è solo targato Ford. Dopo di lui sono venuti tantissimi registi e anche il grande Sergio Leone, che di solito girava i suoi western in Spagna (come nel Parco naturale Cabo de Gota alle miniere di Rodalquilar in Almeria).
Molte scene di C'era una volta il West con Frank-Henry Fonda e Harmonica-Charles Bronson (prima di allora sconosciuto) sono girate negli splendidi scenari della Monument Valley.
Il parco oltre il western
Monument Valley, oltre a essere la patria del western, è stato e continua a essere la location di molti altri film.
Come nel lisergico Easy Rider di Dennis Hopper, in cui molti vedono il tramonto del western classico nella scena di Peter Fonda che medita fumando marihuana e guardando la Monument, Valley dove suo padre Henry era stato Wyatt Earp con Ford o il cattivo Frank con Sergio Leone.
Tom Hanks, in Forrest Gump di Robert Zemeckis, corre nel parco percorrendo la Route 163, e ci sono altre scene del parco nel visionario Koyaanisqatsi di Godfrey Reggio. Lungo le piste del parco Thelma e Louise, dirette da Ridley Scott, compiono la loro pazza fuga di libertà dal mondo dei maschi. In 2001 Odissea nello spazio, Stanley Kubrick, nella scena del passaggio finale in un'altra dimensione, utilizza rapide sequenze di immagini deformate di Monument Valley come simbolo del mondo conosciuto che l'astronauta Bowman sta abbandonando. In Ritorno al futuro III di Zemeckis c'è un rocambolesco inseguimento indiano nel parco.
Poi Assassinio sull'Eiger (1975) diretto da Clint Eastwood, famoso per le scene di arrampicata vera, senza effetti speciali e anche senza stunt, come nel caso delle pericolose arrampicate dello stesso Clint su Totem Pole. Durante la produzione una controfigura, climber professionista, perse la vita su una roccia.
Anche Tom Cruise si arrampica sulle guglie di Monument Valley in Mission Impossibile II.
Parchi e attori di roccia
Le imponenti guglie rossastre che a Monument Valley si chiamano "Mittens", travalicano la funzione scenografica per trasformarsi in attori protagonisti con ruolo di volta in volta drammatico, misterioso, mitologico, ecc.
Anche in altri parchi in giro per il mondo ci sono guglie che hanno stimolato questa simbiosi natura-film. Si pensi alle Allelujah Mountains in Avatar di James Cameron, quelle gigantesche montagne sospese nel vuoto tra cui sfrecciano i colorati Ikran, ispirate alle torri di roccia del parco della foresta nazionale di Zzhangjiajie in Cina.
Oppure alla Torre del Diavolo, montagna dalla forma inquietante nell'omonimo parco del Wyoming, diventata famosa grazie agli Incontri ravvicinati del terzo tipo di Stephen Spielberg.
Nel film Roy-Dreyfuss è sconvolto dalla continua visione di una forma che cerca di ricreare in modo maniacale con tutti i materiali che trova: scoprirà alla televisione che è la forma della Torre del Diavolo, dove avverrà l'incontro ravvicinato del terzo tipo.
Oppure al parco di Hanging Rock in Australia, che ospita le rocce che fanno da sfondo alla gita con relativa scomparsa di alcune collegiali in Picnic at Hanging Rock di Peter Weir, per finire con il monolite gigante di Ayers rock, sempre in Australia, con A Cry in the Dark di Fred Schepisi, teatro di un'altra misteriosa scomparsa.
L'ideale sarebbe godersi questi meravigliosi panorami nei film per poi andare in pellegrinaggio nei rispettivi parchi e scoprirli dal vivo.
Federico Jahier, laurea in agraria, lavora in Regione Piemonte e collabora con la rivista L'Indice dei Libri e riviste socio-economiche. È stato regista di corti per il Festival Cinema Giovani. È autore del libro giallo Pensa sotterraneo, ed. Spoon River