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Le imprese di Roberto Omegna e le prime riprese di insetti e animali

Precursore del cinema scientifico, grazie anche alla sua grande conoscenza tecnica, è definito da critici e storici "uno scienziato e insieme un artista": un degno rappresentante del film scientifico italiano. 

  • Laura Succi
  • Giugno 2020
  • Venerdì, 25 Settembre 2020
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Le imprese di Roberto Omegna e le prime riprese di insetti e animali

Nato a Torino nel 1876, Roberto Omegna fin da bambino inizia le sue osservazioni del mondo lillipuziano degli insetti, raccoglie farfalle e scarabei, una collezione che andrà perduta nel suo girovagare tra Sicilia e Calabria, dove la sua famiglia si trasferisce a seguito del padre, ingegnere ferroviario, impegnato nella direzione dei lavori di costruzione delle linee del sud.

Tornato poi a Torino studia, si laurea in fisica e matematica, e lavora, come contabile alla Cassa pensioni. Ma i suoi interessi vanno ben oltre il mondo delle carte: Le miserie 'd Monsù Travet - tanto per allacciarsi alla commedia in piemontese composta da Vittorio Bersezio - non fanno proprio per lui e per una questione di 'sopravvivenza' frequenta le scuole di recitazione Bassi e Ristori e il negozio dell'affermato fotografo Arturo Ambrosio, in via Roma2.
Iniziano così gli esperimenti dei due apprendisti stregoni nella nuova avventura del cinematografo.

Roberto è folgorato dal nuovo mezzo e arriva ad abbandonare la sua occupazione: nel 1901 decide, assieme all'amico Cazzulino, che finanzia l'operazione, di rilevare uno dei due cinema "Lumière" allora operanti a Torino e che si trovavano in difficoltà economiche: lo ribattezza "Edison", acquistano pellicole a Parigi e proiettano. Ma non finisce qui. Il successo è brillante e inaspettato, e lo lancia in una nuova dimensione: la realizzazione in proprio delle film - sì perché era una faccenda tutta al femminile la cinematografia di allora. Insieme ad Ambrosio compra a Parigi una macchina da presa "Bioscope" con rulli da 50 m, prodotta dall'inglese Urban, e realizza il suo primo lavoro riprendendo la gara automobilistica Susa-Moncenisio.

Filma pure le manovre degli alpini: ne usciranno due documentari, le pellicole lunghe 98 metri, sviluppati nel laboratorio Ambrosio di via Napione, a Torino. La preziosità del secondo, "Le manovre degli Alpini al Colle della Ranzola", è data dalla presenza della Regina Margherita, grande appassionata di alpinismo.

Nasce così una delle case di produzione più importanti del cinema italiano e di avanguardia nel cinema internazionale, la Arturo Ambrosio & C. s.n.c., società in nome collettivo con sede in via Santa Teresa e teatro di posa allestito nella villa di lui, in via Nizza 187.

Il precursore del cinema scientifico

Omegna, che tanto ama la fotografia e l'entomologia, è senza dubbio il precursore del cinema scientifico, grazie anche alla sua grande conoscenza tecnica, dovuta alla continua sperimentazione lungo tutti i quarant'anni della sua carriera. Critici e storici sono concordi nel definirlo "uno scienziato e insieme un artista" e dichiarano che "egli rappresenta il film scientifico italiano".

Caccia al leopardo - è evidente che l'amore per la natura e per gli animali era molto diverso in quell'epoca - girato a Cheren in Etiopia, viene diffuso in moltissime copie perché gode di riprese miracolose. Scrive l'Ambrosio: "L'impareggiabile sangue freddo dimostrato dal nostro operatore", già, perché dovette trattenersi per un tempo lunghissimo alla distanza di soli tre metri dal leopardo; unica sua preoccupazione che l'animale non fuggisse impedendogli di proseguire il lavoro.

Ritrae tanti piccoli animali, le api, le farfalle, con la tecnica delle riprese intervallate, antesignana di quella cinematografia scientifica che attraverso la camera applicata al microscopio, lo stop motion, il rallenty, consente di osservare fenomeni altrimenti invisibili all'occhio umano.

Tutto grazie a delle farfalle

Alla Vita delle farfalle lavora per due mesi nella primavera - estate del 1911, nei pianori di Antagnod e Fiéry in Val d'Ayas (Valle d'Aosta): protagoniste sono le Parnassus Apollo, le Papilio Machaon Europa e le Vanessa Io Europa, tutte identificate con cura con cartelli che riportano il loro nome scientifico.

Il progetto avrebbe dovuto essere sviluppato con il cugino Guido Gozzano, ma lui si imbarca per l'India dove resta per molto tempo e le Epistole entomologiche, di cui il documentario era immaginato come l'anticipazione, restano incompiute. Dura per molti anni la fascinazione di Gozzano per le farfalle: Il 17 settembre del 1908 scrive ad Amalia Guglielminetti: "Non esiste attività più poetica del catturare farfalle", lui che ha raccolto in una scatola un centinaio di crisalidi le comunica che sono "tutte vanesse", "un frusciare turbinoso di prigioniere sbigottite".

La pellicola vince 5000 lire al primo premio mondiale indetto nel corso dell'esposizione Universale di Torino dello stesso anno, nella giuria c'è Lumière in persona e questo fa entrare l'Ambrosio Film nella scena internazionale.

Vale la pena di dire che La vita delle farfalle è stato restaurato cent'anni dopo, giusti giusti, dal Museo Nazionale del Cinema di Torino in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale di Roma e dal laboratorio L'Immagine Ritrovata di Bologna.

L'entrata in guerra dell'Italia nel 1915 segna l'inizio del periodo buio del cinema italiano che durerà per oltre un vent'anni. Omegna così deve lasciare la Ambrosio avviata verso il fallimento, parte con la sua macchina da presa e fonda a casa sua la Film della natura con cui riparte dal mondo degli insetti: si piazza sul balcone dove trova la luce giusta aiutandosi con grandi lampade che rendono possibili le riprese. Da quel "balcone" usciranno documentari come la mantide religiosa e la vita del grillo campestre.

Poi ci fu l'Istituto Luce

Nel 1926 è chiamato a dirigere la Sezione Scientifica de "L'Unione Cinematografica Educativa" che, proprio in quel periodo, sta diventando "Istituto Luce". Deve inventare tutto ciò che gli serve per lavorare, acquari, terrari, obiettivi subacquei e di ogni tipo, allestimenti, congegni refrigeranti, temporizzatori. Riprende al rallentatore con infinita pazienza la vita dei fiori, delle rane e degli anfibi e realizza documentari destinati alla didattica funzionale all'agricoltura, di prima importanza nell'Italia sostanzialmente rurale di quegli anni: La mosca delle olive, La cimice del grano, Insetti nocivi e Vita delle piante, che fu anche presentato con successo nell'aprile 1935 al Festival cinematografico di Mosca. Altra importante collaborazione di Omegna durante il periodo al "Luce" è con l'Acquario di Napoli, grazie alla quale vengono girati i Giardini del mare, gli Abitanti del mare e il poetico Vita degli ippocampi. Nei sedici anni trascorsi al "Luce" Omegna realizza, affiancato da abili collaboratori, oltre 150 documentari scientifici.

Torino, la città filmopoli

Torino era culla di un modo di fare cinema che divenne poi universale tanto che Gino Pestelli, in un articolo apparso sul Secolo XX nel 1914 la definiva "Filmopoli". In quell'anno la città possedeva settantatré sale cinematografiche, il settore dell'industria del cinema comprendeva dodici aziende, esportava in tutto il mondo e produceva duecentocinquanta film all'anno. Grandi capannoni nuovi di fiamma con grandi vetrate che incidono sull'urbanistica della città e grandi nomi come la Carlo Rossi & C. in corso Casale, l'Ottolenghi - diventata in seguiti l'Aquila Film in corso Dante 41, la Savoia Film in via Cardinal Maurizio, Leonardo da Vinci in via Sacra di San Michele 47, la Cenisio Film in via Balangero 336, la Corona Film in corso Vercelli 14, la Eula Film poi Imperial in via Moncalvo 7 o la Ridolfi Film in via Bertola 39. E che dire dello stabilimento Fiori Enrico Roma Torino (F.E.R.T.) nell'isolato tra Corso Lombardia, Via Terni, Via Forlì? Dal canto suo nel 1911 la casa di produzione Ambrosio decide di costruire nuovi impianti riadattando ad altri usi il vecchio stabilimento; il nuovo lotto è a poche decine di metri dal vecchio studio, compreso fra le vie Mantova e Modena e la riva della Dora Riparia.

Link istituto luce: https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL3000086938/1/roberto-omegna-pioniere-del-cinema-scientifico.html?startPage=0

 

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