Tra le conseguenze della pandemia c'è stato un cambiamento radicale nella frequentazione della montagna. Pochi i pernottamenti in rifugio, enorme la crescita del numero di escursionisti giornalieri, con conseguente incremento del servizio di ristorazione in quota. A questo quadro totalmente mutato rispetto al passato, hanno saputo rispondere in modo originale ed efficace le Aree Protette delle Alpi Marittime che hanno finanziato con fondi del Piano Integrato Territoriale "Alpimed" una campagna di utilizzo dei muli per il rifornimento delle strutture in quota. Sette i rifugi coinvolti (Bianco, Questa, Morelli, Remondino, Bozano, Soria, Pagarì), quaranta i viaggi effettuati dal chiusano Luciano Ellena alla guida delle sue tre mule Ketty, Kira e Dea, in totale una spesa di oltre ottomila euro. Soldi ben spesi, che hanno permesso di limitare il numero di voli di elicottero e, grazie alla cadenza settimanale degli approvvigionamenti, di calibrare le quantità rispetto al variare delle richieste dei fruitori.
La campagna veniva dopo un'esperienza pilota del 2019, sempre finanziata dalle Aree Protette con fondi europei del programma Alcotra, sviluppata all'interno di un progetto presentato dai gestori del rifugio Morelli, i fratelli valdieresi Marco e Paolo Giraudo cui aveva fatto seguito anche la realizzazione di un video, "A dorso di mulo", un racconto per immagini della regista Elena Gagliano che ha avuto un notevole successo.
Nell'ultima presentazione a Chiusa di Pesio, organizzata dall'associazione Gira & Tuira, erano presenti anche tre rappresentanti del sodalizio tedesco VFD, impegnato nella valorizzazione dell'utilizzo di muli e cavalli quali animali da traino e da trasporto. Nell'occasione è statoconsegnato ai fratelli Giraudo e a Luciano Ellena il premio "Eisener Gustav".