Le Valli delle aree protette delle Alpi Cozie sono estremamente ricche di biodiversità. Luca Anselmo, giovane forestale e biologo valsusino, guida dei Parchi Alpi Cozie, grande conoscitore del territorio e instancabile ricercatore, negli ultimi anni ha studiato e ritrovato in Valle di Susa esemplari di specie dichiarate estinte. Nel 2015 segnalava la presenza nel versante Valsusino del Parco Orsiera Rocciavrè della rara Lucertola vivipara, Zootoca vivipara (Jacquin, 1787). Nel 2017 studiava nelle Oasi Xerotermiche della Valle di Susa la Saga pedo, ortottero tra i più grandi insetti europei, strettamente legato al clima mediterraneo e individuava in Val Clarea la rara farfalla Zerynthia polyxena la cui sopravvivenza è strettamente legata a piante del genere Aristolochia, nutrici dei suoi bruchi, a rischio in Piemonte a causa della rarefazione degli habitat. Nell'estate 2020 Luca si è dedicato allo studio degli ortotteri (ordine a cui appartengono grilli e cavallette) e sono freschi di pubblicazione due suoi nuovi articoli scientifici. Il 15 novembre sulla rivista scientifica Fragmenta Entomologica è stata pubblicata una sua recente ricerca relativa al ritrovamento di un particolare ortottero, Arcyptera alzonai, specie italiana endemica la cui biologia è poco conosciuta . Alcuni individui sono stati individuati in un piccolo sito nella zona di Bardonecchia, dove non era più stata documentata dal 1946. Gli esemplari sono stati riconosciuti grazie al canto, che per questo ordine di insetti rappresenta un vero e proprio documento di identità, che era fino ad ora sconosciuto e che ha sollevato alcuni dubbi circa la tassonomia.
È infine del 30 novembre 2020 la prestigiosa pubblicazione sulla rivista Journal of Natural History di uno studio autofinanziato effettuato negli scorsi inverni nell'oasi xerotermica di Foresto che documenta la presenza di Ortotteri attivi in inverno. Per due anni consecutivi sono state censite quattro specie, due delle quali (Pezotettix giornae e Chorthippus brunneus brunneus) non erano mai state segnalate prima come svernanti allo stadio adulto nelle Alpi italiane e una (Tetrix depressa) è stata monitorata per la prima volta nell'area. Questo studio ha l'obiettivo di migliorare le conoscenze sull'ecologia degli insetti per la loro futura conservazione e per una migliore interpretazione degli effetti del cambiamento climatico. Gli ortotteri, infatti, sembrano essere buoni indicatori del riscaldamento globale e nei prossimi anni, sulla base dei dati attuali, sarà possibile fare dei confronti e valutare se e in che modo i cambiamenti del clima a cui stiamo assistendo potranno interferire su queste specie e più in generale sulle comunità di ortotteri delle Alpi.