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La storia dello zigolo giallo e di altri uccelli scomparsi

Il ritrovamento dello zigolo giallo in una zona dell'alessandrino è l'occasione per una riflessione su quali siano oggi le specie faunistiche più a rischio nelle aree di pianura del Piemonte e su chi si occupa della loro tutela. 

  • Alessandro Paolini
  • Maggio 2020
  • Domenica, 24 Maggio 2020
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Zigolo giallo (Emberiza citrinella) - Foto Pixabay Zigolo giallo (Emberiza citrinella) - Foto Pixabay

La Regione Piemonte ha previsto che gli Enti di gestione delle aree protette con competenze specifiche nella gestione di specie faunistiche (più precisamente quelle tutelate dalle Direttive comunitarie "Habitat" e "Uccelli") possano ottenere il riconoscimento di Centri di referenza per la gestione di specie animali selvatiche tutelate.

Oggi nella nostra regione esistono ben sette di questi centri, di cui tre si occupano di uccelli, suddivisi nelle categorie fauna alpina, avvoltoi e rapaci alpini, avifauna planiziale.

Il Centro di referenza "Avifauna planiziale"

Istituito presso l'Ente di gestione delle aree protette del Po vercellese – alessandrino , oltre ai compiti fondamentali che condivide con gli altri centri, svolge attività specifiche di conservazione e ricerca.

Tra le più interessanti e meno note, nell'ambito del monitoraggio dell'attività venatoria, c'è il controllo del saturnismo, un termine con cui si indica l'avvelenamento da piombo che deriva, nel caso degli uccelli selvatici, dai pallini utilizzati per la caccia. Altre attività consistono nella realizzazione di "stepping stones", vale a dire aree di passaggio e sosta per le specie migratrici e nello studio dell'impatto degli impianti elettrici sull'avifauna: il contatto con i cavi elettrici e la presenza ingombrante dei tralicci possono infatti provocare incidenti mortali per molte specie, soprattutto quelle migratrici.

Tra le specie di uccelli studiate e monitorate ci sono gli ardeidi (tra cui gli aironi), l'ibis sacro (una specie esotica invasiva), gli sternidi - in particolare la sterna comune e il fraticello - e gli uccelli svernanti come gli anatidi.

Presso l'Oasi Isola Sant'Antonio, dal 2000 ad oggi sono state rilevate ben 158 specie differenti di uccelli delle quali 43 nidificanti e 31 di interesse comunitario, mentre nell'intero territorio gestito le specie sono circa 280.

Particolarmente interessante, poi, è il progetto "Monumenti vivi" (realizzato con l'Università del Piemonte Orientale e il Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola) che riguarda edifici e siti che ospitano la fauna urbana (come ad esempio i rondoni) e la tutelano con l'adozione di misure di protezione e interventi di gestione, tanto da rappresentare "veri e propri centri di biodiversità".

Lo Zigolo giallo, un uccello "scomparso"

Recentemente il Parco del Po vercellese e alessandrino è stato teatro di un ritrovamento ornitologico che ha avuto risonanza su diversi media.

La biologa Laura Gola, tecnico faunistico dell'area protetta e "inanellatrice" di uccelli, in occasione di uno dei suoi frequenti sopralluoghi in un'area del Casalese, tra i comuni di Occimiano e di Giarole, ha notato alcuni passeriformi di un bel giallo acceso che, insieme al collega guardiaparco Nicola Scatassi, ha identificato come esemplari di Zigolo giallo (Emberiza citrinella). Il luogo del ritrovamento è una zona recintata posta al di fuori dell'area protetta e gestita dal 2014 dal Comune di Occimiano. Al suo interno sorge la «Polveriera», già proprietà del Demanio, dove l'esercito conservava gli esplosivi. E' una zona ben conosciuta e frequentata da Laura e dai suoi colleghi perché ospita un' importante biodiversità: dalla licena delle paludi, una farfalla d'interesse comunitario, all'airone cinerino, alle cicogne, sia bianche che nere, che transitano da qui durante le loro migrazioni. In un'area di siepi, inoltre, numerosi gufi comuni hanno stabilito il loro "dormitorio" invernale dove riposano di giorno, trattandosi di uccelli notturni.

"Lo zigolo giallo fino a una ventina di anni fa era diffuso sia in pianura che in collina, soprattutto in presenza di pioppeti " spiega Laura Gola. "Oggi gli zigoli sono rimasti in aree montane come quella fra Monte Ebro e Monte Chiappo, una zona a protezione speciale della Rete Natura 2000 posta nell'Appennino. In tutta Europa la loro scomparsa nelle aree planiziali, che riguarda anche altri uccelli come l'ortolano, è dovuta alla crisi degli agroecosistemi, l'insieme di ambienti agricoli alternati ad aree naturali, che sono stati sostituiti dall'agricoltura intensiva. Nella zona dove abbiamo avvistato lo zigolo c'è ancora un pioppeto, ideale per nidificare, che ospita anche una colonia di aironi cenerini, oltre a siepi e prati selvatici dove gli uccelli trovano facilmente germogli, semi e insetti per nutrire la prole."

Le specie a rischio in Piemonte e la loro tutela

Ma qual è la situazione nella nostra regione? Quali sono gli uccelli più a rischio Piemonte? Lo abbiamo chiesto a Dan Chamberlain, Professore associato di Ecologia presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell'Università degli Studi di Torino, che ci ha spiegato che ci sono varie specie che in passato erano comuni ma oggi sono in declino, come l'ortolano, l'averla piccola e l'averla cenerina. Le ultime due, in particolare, sono quasi estinte in Piemonte. Queste e molte altre specie in difficoltà hanno in comune, come habitat naturale, le zone agricole di pianura.

Professore, com'è la situazione della tutela ornitologica in Piemonte? Migliore o peggiore rispetto ad altre regioni italiane e a Paesi stranieri?

La situazione piemontese, così come quella italiana, è molto legata alle politiche intraprese a livello europeo, in particolare dopo l'emanazione delle due direttive "chiave" in questo campo, vale a dire la "Direttiva Uccelli" e la "Direttiva Habitat". Nonostante siano stati conseguiti alcuni successi, come la reintroduzione del gipeto, molte sfide rimangono ancora aperte e gli uccelli degli habitat agricoli continuano a diminuire in tutta l'Unione Europea, non solo in Italia.

Quali sono i fattori principali che mettono a rischio gli uccelli? E quali i possibili rimedi?

Le cause sono molte: possiamo citare la caccia, il disturbo arrecato dall'uomo, l'inquinamento, ma attualmente la principale minaccia è sicuramente costituita dalla perdita o dal degrado dei loro habitat chiave. Le pratiche agricole sempre più intensive, i drenaggi e la distruzione di ambienti naturali come piccoli boschi, macchie di cespugli, filari di alberi, stagni, soprattutto nelle aree di pianura ha avuto effetti negativi su molte specie. La situazione è in parte migliorata con l'adozione di politiche agroambientali che incoraggiano una biodiversità elevata negli habitat agricoli, anche se con effetti finora limitati. Molte specie, fra cui lo zigolo giallo, beneficerebbero sicuramente di politiche che tutelino la biodiversità degli habitat di pianura allo stesso modo di altri ambienti naturali, anche perché è probabile che la situazione peggiori in futuro a causa del riscaldamento globale.

Lo zigolo giallo non è propriamente "raro", ma una volta era molto diffuso mentre oggi è più difficile da trovare. Questo che cosa ci insegna?

Lo zigolo giallo oggigiorno si incontra difficilmente in pianura ma è ancora diffuso ad altitudini più elevate, in particolare nei prati delle vallate alpine. In Piemonte sembra essere diventato un uccello di montagna, dove lo sfruttamento del suolo è meno intenso. Molti uccelli che vivono o vivevano in habitat agricoli non sono considerati rari, e non compaiono nella Lista Rossa Italiana, e questo rappresenta un problema perché la loro progressiva diminuzione rischia di non essere affrontata finché non sarà troppo tardi. La storia del piccione migratore, un tempo tra gli uccelli più numerosi al mondo e oggi estinto, dovrebbe averci insegnato qualcosa....".

Airone rosso - p.g.c. Skua Nature
Falco di palude - p.g.c. Skua Nature
Tarabuso - p.g.c. Ilario Zuccolo

 

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