Un bella notizia per i nostri parchi. Il Ministero dell'Ambiente ha stanziato ottantacinque milioni di euro per finanziarie interventi per le politiche di adattamento e contrasto ai mutamenti climatici. L'operazione si chiama "Parchi x il Clima" e si tratta di un segnale importante che consentirà ai parchi nazionali di dare un contributo per la mitigazione delle modificazioni climatiche a beneficio di tutto il Paese.
I fondi provengono dal recupero dalle aste per le quote di CO2 immesse nell'atmosfera e potranno essere utilizzati dai parchi nazionali per progetti di riforestazione e rimboschimento, manutenzione straordinaria del territorio e degli habitat; efficientamento energetico degli edifici degli enti parchi e nei comuni al loro interno; interventi per la mobilità sostenibile come acquisto di veicoli elettrici o ibridi, colonnine per le ricariche, piste ciclabili, bike e motor sharing; piccoli impianti di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili; miglioramento degli habitat inseriti nella rete natura 2000, creazione di corridoi ecologici.
"Il seme per questo provvedimento era stato messo con la finanziaria 2017 - sie legge in una nota di Federparchi - che aveva stanziato 30 milioni per il triennio 2018-2020. Con tale provvedimento si rifinanziava il piano triennale per le aree protette e si prevedeva una quota consistente (almeno il 50%) a favore di parchi regionali e aree marine protette. Per questo ci si chiede perchérisultino escluse le aree marine protette e i parchi regionali, di cui più volte lo stesso Ministro ha riconosciuto la funzione e l'apporto qualificante all'intero sistema nazionale.
Peraltro attraverso l'azione che prevede "l'estensione dell'attuale rete di corridoi ecologici all'interno e tra le aree protette nazionali e i Siti Natura 2000" si possono coinvolgere anche altre aree protette coincidenti in tutto od in parte con i siti Natura 2000.
"I 24 parchi nazionali ora sono chiamati a una non facile sfida di efficienza e velocità per produrre progetti velocemente cantierabili. In questo contesto un elemento di preoccupazione è costituito dal fatto che 13 parchi nazionali sono tuttora senza presidente, tra i quali tre commissariati. Senza un indirizzo politico forte, che solo un presidente nel pieno delle funzioni può consentire, è problematico spendere velocemente e bene", conclude la nota.