Sono frequenti le segnalazioni di "polpette avvelenate" contro animali sgraditi ad alcune persone che giungono alla Polizia Municipale della Città di Torino. Il Servizio Tutela Fauna e Flora della Città Metropolitana di Torino dispone da qualche tempo di un'unità cinofila antiveleno, composta dall'istruttore direttivo di vigilanza Carlo Geymonat e dal cane pastore australiano "Myrtille", di cui Geymonat è conduttore. L'attività dell'unità cinofila antiveleno si svolge in collaborazione con il Gruppo Cinofilo Antiveleno regionale.
Un'Ordinanza del Ministero della Salute del 13 giugno 2016 detta "Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati" e prevede che il proprietario o il responsabile dell'animale deceduto a causa di esche o bocconi avvelenati o che abbia manifestato una sintomatologia riferibile ad avvelenamento deve segnalare l'episodio ad un medico veterinario. Una volta emessa la diagnosi di sospetto avvelenamento il veterinario deve darne immediata comunicazione al Sindaco del Comune in cui l'episodio di presunto avvelenamento è avvenuto, al Servizio Veterinario dell'Asl e all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale competenti per territorio.
Il ritrovamento di esche sospette va segnalato per le verifiche del caso alle forze di Polizia competenti per territorio o alla Città Metropolitana di Torino-Servizio Tutela della Fauna e della Flora, corso Inghilterra 7, Torino, telefono 011-8616987-8616982.
In un'unità cinofila antiveleno l'affiatamento tra uomo e cane scaturisce da un processo lungo e difficile, che richiede un costante allenamento. L'attività rientra tra quelle programmate nell'ambito del progetto LIFE Wolfalps per il monitoraggio della presenza del lupo nelle Alpi. Di altre unità cinofile antiveleno operanti in Piemonte fanno parte guardiaparco e Carabinieri forestali, sotto il coordinamento del Parco Naturale delle Alpi Marittime.