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Dove il Po diventa fiume

Dal 1990, con la nascita del parco, il viaggio del Grande Fiume è protetto. Il tratto torinese interessa ben 14 ettari di territorio. Tutti da scoprire, magari in bicicletta

  • Toni Farina
  • Aprile 2011
Sabato, 23 Aprile 2011
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È nell'ultima porzione di viaggio attraverso la piana della Granda che il padre dei corsi d'acqua italiani modifica la sua condizione. Il Maira, il Varaita e il Pellice si sono arresi al suo alveo arricchendone la portata e a Carmagnola, al suo ingresso nel torinese, il Po è un fiume. Il Monviso è ancora vicino e il suo profilo ne accompagnerà ancora a lungo il viaggio, ma il suo andare nella pianura ha perso l'animosità dei torrenti.
A Torino la trasformazione è completa. Il passaggio al Castello del Valentino alimenta il fiume di storia, gli infonde saggezza, e da padre saggio il Po prosegue il suo viaggio a oriente, tra foschie e risaie.
Un viaggio denso di insidie, ma anche, dal 1990, un viaggio protetto. Nel 1990 è stato infatti istituito in Piemonte del Sistema delle Aree protette della Fascia fluviale del Po, ovvero il Parco del Po. Il sistema è gestito da tre enti creati su base provinciale. Il tratto torinese interessa 14.000 ettari di territorio, che comprendono oltre all'asta principale anche i tratti terminali degli affluenti Sangone, Stura di Lanzo, Malone, Orco e Dora Baltea.
Le zone di confluenza sono le più significative sotto il profilo ambientale e naturalistico e per questo - Sangone a parte - sono classificate riserve naturali. Riserve naturali sono anche la Lanca di San Michele, tra Carignano e Carmagnola, dove si trova il Bosco del Gerbasso, la Lanca di Santa Marta e confluenza del Banna a La Loggia, il Mulino Vecchio, a est dell'abitato di Rondissone, l'Isolotto del Ritano, a Saluggia, dove la Dora Baltea e i suoi canali creano un paesaggio ricco di acque e flutti. Un cenno particolare merita la Riserva del Meisino e Isolone di Bertolla, alla periferia nord di Torino, che condivide con Amsterdam l'onore di ospitare una garzaia cittadina (unica in Italia). Un'area ricca di volatili, anche non comuni, efficace dimostrazione di convivenza fra aree urbanizzate e natura.
Creato per tutelare un territorio particolarmente minacciato dall'urbanizzazione, dall'inquinamento idrico e dalle attività estrattive, il Parco del Po torinese presenta molte testimonianze della storia che ha legato l'uomo al fiume: castelli e fortezze a dominio del corso d'acqua, ponti, edifici di presa e canali irrigui. Pur ingombra di infrastrutture, l'area attigua al fiume offre ancora sorprese. Per verificarlo, nulla di meglio della rete di ciclabili e ciclostrade predisposte su iniziativa del parco. Si può pedalare su percorsi segnalati lungo il fiume, attraversando paesi e borgate e spingendosi al piede dei rilievi collinari. E si può pedalare a Torino e ai suoi confini, senza fretta, per cogliere con occhio diverso angoli altrimenti dispersi nell'ansia quotidiana.

 

La proposta: "Corona di delizie in bicicletta"

Per cogliere "con occhio diverso molti angoli della città e dintorni" il percorso denominato "Corona di delizie" è la soluzione ideale.
L'itinerario è la somma di quattro tratti autonomi che collegati consentono un anello intorno all'area urbana di grande interesse storico e ambientale.
Interesse storico: le "delizie", ovvero le Regge Sabaude: Castello del Valentino, Reggia di Venaria, Palaz­zina di Stupinigi, la cui importanza è sancita dall'Unesco quali Patrimonio dell'Umanità. Ma anche i molti edifici e monumenti sparsi lungo il percorso, apprezzabili grazie al lento andare della bicicletta.
Interesse ambientali e naturalistico: si lambiscono i quattro corsi d'acqua di Torino (Po e affluenti Dora Riparia, Stura di Lanzo e Sangone) e si attraversano la citata Riserva del Meisino e Isolone di Bertolla, i parchi naturali La Mandria e di Stupinigi.
Il percorso è stato progettato e collaudato dall'Associa­zione Bici&Dintorni (affiliata alla FIAB; Federazione Italiana Amici della Bicicletta) che ha cucito vari tratti ciclabili, toccando ben 15 comuni e cercando in modo accorto di evitare strade trafficate.
Buona parte dell'itinerario sarà percorso il 17 e 18 giugno nell'ambito del raduno nazionale FIAB "Bici 150. La bicicletta unisce l'Italia", collegato alle celebrazioni dell'anniversario.
La lunghezza rilevante (96 km), le molte varianti possibili e, soprattutto, le molte occasioni di sosta consigliano di spezzare la pedalata in più giorni. Assolutamente inopportuno l'approccio sportivo.
Il percorso
Parte prima - "Il Po dei Re", Torino in compagnia del Fiume
Dalla Cascina Le Vallere si va alla confluenza fra Po e Sangone, al confine fra Moncalieri e Torino.
Attraversata la passerella sul Sangone la pista ciclo-pedonale conduce al Parco del Valentino, passando sotto i ponti Balbis e Isabella e toccando il Parco Millefonti, con vista sul Palazzo a Vela. Sosta d'obbligo al Borgo Medioevale con il Castello del Valentino, notevole esempio di architettura seicentesca. Seguono il Ponte Umberto I, l'unico adornato da grandi statue ai lati, e i Murazzi, dove si pedala a livello dell'acqua. A metà dei Murazzi sta Piazza Vittorio Veneto, la più grande di Torino, con prospettive sulla via Po, sulla Chiesa della Gran Madre, sul Monte dei Cappuccini e sulla Villa della Regina.
Con la Basilica di Superga contro cielo sulla collina si attraversa il fiume sul Ponte Vittorio Emanuele I per proseguire in sponda destra. Si attraversa così il Parco Michelotti entrando nella Riserva naturale del Meisino e dell'Isolone di Bertolla, alla confluenza fra il Po e la Stura di Lanzo. Sosta con binocolo alla mano, per verificare che natura e città possono convivere.
Parte seconda - Dal Po alla Reggia di Venaria
Al Ponte Sassi si torna sulla sponda occidentale del fiume. Si prosegue sulla ciclopista parallela a Lungo Po Antonelli, quindi si attraversa la Dora Riparia su passerella. Dal Po si passa così al suo affluente valsusino, in compagnia del quale si attraversa il Parco della Colletta e si arriva in Corso Principe Oddone, alla Stazione Dora, capolinea dei treni per l'aeroporto e le Valli di Lanzo. Strada di Lanzo conduce in Venaria che si attraversa per raggiungere l'omonima Reggia, "pezzo forte" dell'itinerario. E, accanto alla Reggia, il Parco La Mandria, con il castello, le cascine e i boschi. Storia e natura insieme alle porte di una grande città.
Parte terza - Da Venaria a Rivalta
Da una reggia a un castello, da Venaria a Rivoli. Dall'ingresso del Parco La Mandria carrarecce e ciclabili portano a Druento, da dove si prosegue tra strade e residui appezzamenti agricoli verso Pianezza, in visita al Santuario di San Pancrazio. Tornati sulla Dora Riparia una bella ciclabile conduce a Collegno, per visitare il pregevole complesso architettonico della Certosa Reale. Prossimo comune Grugliasco con l'ennesimo rinnovato centro storico. Quindi, sempre su tranquille strade e ciclopiste, Rivoli, il suo castello, in posizione dominante sul centro storico, ricco di indizi medioevali e sede di un importante Museo di Arte contemporanea. Su strada secondaria si prosegue poi per Rivalta, dove si può visitare nel centro storico il Castello degli Orsini, acquisito dal comune.
Parte quarta - Ritorno a Moncalieri, in compagnia del Sangone
A sud di Rivalta iniziano le piste ciclabili sul Sangone. Laddove fino ad alcuni anni or sono era il degrado ora si pedala su percorsi di ottimo livello, che non sfigurano con le note ciclostrade "d'acqua" a nord delle Alpi. E viaggiando in compagnia del Sangone si va da Bruino a Beinasco, dove una passerella di ardite forme consente di guadagnare il centro storico della cittadina.
Da Beinasco a Borgaretto e Stupinigi. Altro parco naturale altro castello, ancora natura e storia a braccetto. Ancora i Savoia e le loro residenze, la loro passione per la caccia, sottolineata dalla statua del cervo di fronte alla palazzina. Imperdibili lo splendido bosco, bell'esempio di relitto di foresta planiziale, e il Mausoleo della Bela Rosin (custodisce la spoglie di Rosa Vercellana, moglie morganatica di Vittorio Emanuele II).
Si torna all'area urbana, si lambisce il margine sud di Torino, il Parco Colonnetti.
Ed è il Sangone che si incarica di condurre alla fine dell'anello.
Moncalieri con il suo castello non è lontana: il tempo di salutare il torrente dalla passerella e di entrare al Parco delle Vallere. Di ritrovare il Po.

 

Nel parco informati

Sede del Parco del Po torinese alla Cascina Le Vallere, Corso Trieste, 98, Moncalieri (TO). Tel. 011 64880
Sul sito del parco info anche su affitto biciclette
Altre info: www.biciedintorni.org/


Itinerari in bicicletta lungo il fiume
Guida e cartina illustrata dei percorsi ciclabili nel Parco del Po torinese.
Scala 1:50.000. Venti percorsi, principali e secondari, descritti su libretti separabili. Il tutto raccolto in una pratica busta di plastica. Tutti i percorsi sono stati rilevati con GPS e descritti in entrambi i sensi di percorrenza.
Autore: AA.VV. Editore: Parco fluviale del Po torinese. Anno: 2009
Costo 5 €. Acquistabile tramite Internet al sito del parco, oppure di persona presso:
- Ente Parco del Po, corso Trieste 98 a Moncalieri
- Ufficio Turistico comunale, via Lungo Piazza d'Armi 6 a Chivasso
- Ufficio Turistico ATL in corso Vercelli 1 a Ivrea

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