Nello specifico, si è trattato di un sito di cattura predisposto nel Comune di Lecce nei Marsi allestito con Tube Trap messa a disposizione dai Carabinieri Forestali.
Nei pressi del sito, allestito dal mese di febbraio e controllato quotidianamente tramite videosorveglianza e controllo visivo diretto dal personale del parco, la squadra di cattura è stata allertata - la notte del 19 aprile scorso- dal segnale telefonico di allarme collegato alla tube trap e si è recata immediatamente sul sito verificando la presenza di un orso in trappola.
Seguendo il "Protocollo di cattura meccanica e anestesiologica di orsi bruni marsicani in natura e in cattività" ampiamente collaudato con un'intensa attività di cattura a partire dagli anni '90, la squadra ha effettuato tutte le procedure necessarie ad anestetizzare l'animale e a metterlo in sicurezza.
Già nella prima fase dell'operazione l'animale ha manifestato problemi respiratori che, nonostante le tempestive manovre di rianimazione attuabili in campo, hanno portato al decesso dell'animale nel giro di poco tempo. Si è trattato di un giovane maschio che in precedenza non era mai stato marcato né radiocollarato.
La carcassa è stata trasportata presso il Centro dell'Ente a Pescasseroli in attesa di essere trasferita all'IZS per l'accertamento delle cause di morte.
Il parco ha poi provveduto ad informare il Reparto Carabinieri del Parco, il Ministero dell'Ambiente e ISPRA.
Il Presidente del parco, Antonio Carrara ha dichiarato: "E' la prima volta che ci troviamo di fronte ad una emergenza anestesiologica in occasione di una cattura.
Per quanto il Protocollo utilizzato riduca al minimo i rischi per l'orso, questi ultimi non si possono in ogni caso escludere totalmente. Confermo la piena fiducia nello staff del Parco e mi auguro che l'analisi necroscopica possa fare piena luce sulle cause di morte."
Fonte: www.parcoabruzzo.it
L'opinione di Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi
"Mi trovo a scrivere ancora sull'orso morto in Abruzzo la scorsa settimana, dopo che era stato catturato e sedato. Non entro ulteriormente nel merito della spiegazione dell'accaduto, lo ha fatto benissimo il Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise, evidenziando, a seguito dell'autopsia, che l'orso era in condizioni di salute critiche ed il decesso non è dovuto al narcotico.
Volevo invece soffermarmi sul can can che si è acceso sui social con accuse all'operato dei tecnici e l'ennesima richiesta di proibire le sedazioni degli animali selvatici in generale e degli orsi in particolare.
Capisco che quando si parla di una specie popolare e carismatica come l'orso, che tra peluche e cartoni animati ha riempito l'infanzia di intere generazioni, le reazioni emotive sono dietro l'angolo, ma vorrei puntualizzare ancora una volta alcuni concetti.
Se vogliamo conservare specie o popolazioni animali minacciate di estinzione a vari livelli è fondamentale la conoscenza, la ricerca. Dobbiamo avere informazioni sui comportamenti, sulla salute, sui rischi che corrono Questo si può dare solo se studiamo, se monitoriamo i singoli individui. L'aver catturato e dotato di radiocollari decine di orsi marsicani da molti anni ha fornito informazioni dal valore inestimabile per operare in termini di conservazione.
Se l'orso marsicano sopravvive ancora con una piccola popolazione nell'appennino centrale a poco più di un'ora di macchina da Roma si deve esclusivamente al fatto che li esiste un parco nazionale e che da quasi un secolo decine di persone hanno dedicato i loro sforzi, le loro capacità, la loro intelligenza e la loro passione alla sua tutela. Presidenti, direttori, tecnici, ricercatori. veterinari, guardaparco, personale del corpo forestale hanno contribuito a questo eccezionale risultato. Basti pensare che nell'Europa centro occidentale l'orso è stato sterminato nel Medioevo e tutt'oggi in paesi che nell'accezione collettiva sono civilissimi, gli sparano a vista.
Anche se la causa della morte dell'orso non è la sedazione, di essa si può anche morire. Ma questo non succede solo agli animali selvatici, succede anche agli uomini, negli ospedali, nonostante robuste analisi preventive. Per questo si vietano le anestesie o non si operano le persone? No di certo, perché il rischio che ciò succeda, fortunatamente, è molto raro. Così come lo è per gli orsi, se si pensa che degli oltre cento esemplari catturati e sedati in Italia tra quelli marsicani e quelli della popolazione reintrodotta nelle Alpi, ne sono morti solo due, volendoci comprendere anche quest'ultimo. Per due che sono morti però quanti sono stati salvati perché curati? Quante informazioni sono state acquisite per tutelarli meglio?
Spero che qualcuno prima di lanciare strali o fare proposte rifletta su queste cose. Da parte mia non posso che incoraggiare il parco nazionale a continuare la propria azione di conoscenza e di tutela dell'Orso marsicano".
Fonte: GreenReport 23 aprile 2018