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Una salamandra piccola e nera

Questo particolare anfibio è stato una delle ultime specie di vertebrati a essere scoperta in Europa. Lo si può trovare nei dintorni del "Re di pietra", in Valle Po, Valle Pellice, Valle Germanasca, Val Sangone e nella Valle del Guil, in Francia. Conosciamolo meglio

  • Martina Tartaglino
  • Febbraio 2023
  • Mercoledì, 22 Febbraio 2023
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Esemplare di Salamandra di Lanza  - Foto A. Roux Esemplare di Salamandra di Lanza - Foto A. Roux

Isolata in sparute popolazioni che abitano le valli intorno al Monviso, la salamandra di Lanza è un caso piuttosto raro, almeno in termini tassonomici. Descritta soltanto nel 1988, è tra le ultime specie di vertebrato a essere scoperta in Europa: la maggior parte delle nuove scoperte di questo tipo avvengono, infatti, in ambienti ben più remoti e inaccessibili, come le grandi foreste pluviali.

La piccola Salamandra lanzai, così battezzata in onore del medico e naturalista fiorentino pioniere dell'erpetologia Benedetto Lanza, presenta caratteristiche genetiche e morfologiche tali da considerarla una specie a sé stante. Fino al 1988, le popolazioni di queste valli erano attribuite all'altra salamandra alpina, Salamandra atra.

Caratteristiche della salamandra di Lanza

Ma facciamo un passo indietro. Dal peso di appena 13 grammi, lunga una decina di centimetri, ha una vita media di 11 anni. Questi i numeri della Salamandra lanzai, anfibio dell'ordine degli urodeli cui appartengono anche i suoi parenti tritoni. Il suo aspetto è impacciato, il corpo è tozzo e nero uniforme, a differenza della salamandra pezzata che abita i boschi freschi e umidi più prossimi alla pianura. Altri tratti caratteristici sono la sua testa grande e piatta, la punta arrotondata della coda e le zampe dotate di un accenno di palmatura che hanno la funzione di aumentare la presa sulle rocce. Comuni ad altre specie della famiglia dei salamandridi sono le ghiandole ai lati del corpo, essenziali per secernere il muco utile a limitare la disidratazione e proteggere da eventuali infezioni batteriche e fungine.

Dove vive la salamandra di Lanza

Praterie alpine fino a 2.600 metri e lariceti sono l'habitat del nostro anfibio nero, il cui areale estremamente ridotto è sicuramente uno degli argomenti che ne fanno più parlare.

Valle Po, Valle Pellice, Valle Germanasca, Val Sangone e Valle del Guil in Francia sono i luoghi dove è diffusa; nel Parco del Monviso, la popolazione dell'area di Pian del Re conta circa 300 esemplari e in alcune giornate umide è piuttosto probabile un avvistamento. Le cause di questo isolamento risalgono con ogni probabilità alle glaciazioni del periodo Quaternario, avvenute a intervalli tra 2 milioni e 11mila anni fa. In queste vallate, la specie ha trovato condizioni ideali alla sopravvivenza, ma si è anche separata dalla Salamandra atra che oggi si trova nelle Alpi Orientali e non ha contatti con le popolazioni piemontesi.

Un anfibio adattabile al clima alpino

La rigidità del clima alpino ha portato all'evoluzione di adattamenti particolari. Uno di questi è il periodo in cui è attiva la salamandra di Lanza, piuttosto breve e che si concentra nei mesi in cui il manto nevoso è assente. Da maggio a settembre, l'anfibio si aggira nascondendosi tra l'erba e le rocce nelle ore crepuscolari. In condizioni di pioggia, tende a farsi più audace aggirandosi anche in altri momenti della giornata. Ma la maggior parte del proprio tempo lo trascorre nei cunicoli sotterranei che si è scavata, dove sono assicurate condizioni ideali di umidità.

La riproduzione della salamandra di Lanza

Altra peculiarità delle salamandre alpine è il fatto di non essere legate all'acqua per la loro riproduzione. A differenza di altri anfibi come la rana alpina (rana temporaria), che anche in quota depongono le uova in acque basse e lente, lanzai e atra sono vivipare. Questo significa che le uova si sviluppano interamente nel corpo della madre, all'interno del quale possono restare anche per tre anni. Dopo la gestazione, la femmina partorisce da uno a sei piccoli metamorfosati, ovvero già dotati di tutti i tratti dell'individuo adulto. Gli individui giovani resteranno comunque molto difficili da osservare, perché tendono a restare nascosti nella rete di gallerie sotterranee fino alla maturità sessuale, quindi al quarto o quinto anno di vita.

Predatrice e longeva

Piccola, nera e impacciata, così l'abbiamo descritta: eppure la salamandra di Lanza è un predatore, nella sua dieta a base di invertebrati finiscono in abbondanza le cavallette, le mosche ed i coleotteri che condividono il suo habitat.

Studi condotti a Pian del Re, in alta Valle Po, hanno rilevato un individuo che è riuscito a raggiungere i 24 anni di età. La longevità, è stato evidenziato, dipende da fattori quali l'ambiente e la quota e in media, come ribadito in precedenza, si aggira intorno agli 11 anni.

Attenzione a non schiacciarla!

Le informazioni su età e abitudini derivano da analisi condotte proprio all'ombra del Monviso, concentrate su scheletro e falangi di esemplari di Salamandra lanzai, attraverso un metodo che prevede l'immediato rilascio dell'individuo dopo la cattura e il prelievo.

Maggiori conoscenze sulla fauna significano più possibilità di protezione. E il piccolo anfibio nero ne ha bisogno: sono tante le minacce che incombono sulla specie, a iniziare dal rischio di schiacciamento da parte dei mezzi motorizzati. Infatti i veicoli che percorrono strade di montagna possono essere causa di morte per la salamandra di Lanza, soprattutto nei giorni di nebbia o di pioggia, motivo per cui – se è proprio necessario spostarsi con l'auto – occorre prestare la massima attenzione alla presenza di animali sul tracciato. Ma anche il nostro scarpone può essere sufficiente a schiacciare un organismo così minuto, per questo agli stessi escursionisti si chiede di misurare i passi e di osservare dove si posa la suola. Come per tutti i selvatici, vale la regola generale di tenersi a distanza e di evitare di arrecare disturbo, anche nel caso un individuo sia esposto alla vista e facilmente raggiungibile.

Il cambiamento climatico minaccia anche la salamandre

A minacciare la salamandra di Lanza è anche il cambiamento climatico che sta rendendo più aridi e caldi anche gli ambienti dell'alta montagna. Nevicate sporadiche, piogge sempre meno frequenti e temperature costantemente oltre la norma riducono gli habitat umidi e freschi di cui hanno bisogno gli anfibi. Per queste ragioni e anche per via del suo areale molto ristretto, la Salamandra lanzai è considerata vulnerabile dalla IUCN, l'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, così come la sua stretta parente Salamandra atra.

Le misure contenute nella Direttiva Habitat sono un passo verso la tutela di queste specie, la cui sopravvivenza è messa a rischio anche da patologie letali provocate da funghi e dagli interventi dell'uomo, che modificano e cancellano gli habitat di questo piccolo, nero e specialissimo anfibio.

 

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