Il tema dell'abbattimento dei lupi per il controllo numerico della specie e per la riduzione dei danni da predazione viene periodicamente sollevato nel dibattito pubblico. Si tratta di un argomento fortemente divisivo sia da un punto di vista emotivo, sia da un punto di vista scientifico. Anche per un'organizzazione che si occupa specificamente della difesa ambientale, come l'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, rappresenta un'occasione di discussione legittima da affrontare con approccio laico, basato su rilevanze scientifiche.
Il ricorso alla caccia per contenere specie troppo numerose e dannose è una prassi consolidata anche all'interno dei parchi. Attualmente è in corso un piano nazionale per la riduzione dei cinghiali e gli stessi Parchi delle Alpi Cozie hanno organizzato programmi di contenimento di alcune specie per esempio, alla fine degli anni '80, con i cervi nel Gran Bosco di Salbertrand la cui eccessiva pressione demografica provocava un impoverimento della flora. Curiosamente, l'intervento umano in quel contesto diventò superfluo quando l'equilibrio biologico della zona fu ristabilito naturalmente con il ritorno del lupo.