Marzo è il mese in cui inizia la migrazione primaverile, un fenomeno che proseguirà fino ai primi giorni di giugno. Buona parte degli uccelli che nidificano nei Parchi dell'Alpe Veglia e Devero e dell'Alta Valle Antrona, aree protette dell'Ossola, abbandona i propri nidi in autunno per trascorrere l'inverno in aree con clima più mite, distanti talvolta anche alcune migliaia di km. I primi a ritornare sui nostri siti di nidificazione appartengono a specie che svernano nel bacino mediterraneo. È con marzo che nei boschi di larice e nei nuclei di baite risuonano i canti di fringuelli e codirossi spazzacamino. La maggior parte delle specie, tuttavia, arriverà più avanti, tra aprile e maggio. Un po' perché in questo periodo dell'anno le condizioni ambientali possono essere ancora molto rigide, un po' perché i migratori che hanno trascorso l'inverno a sud del deserto del Sahara impiegano più tempo per arrivare da noi.
La maggior parte degli uccelli che attraversano i nostri cieli in migrazione passa inosservata. Quasi tutti i passeriformi migrano infatti di notte, mentre gli uccelli più grandi prendono quota prima di arrivare sui cieli dei nostri parchi. Riusciamo ad osservarli solo quando ci sono perturbazioni a nord che li costringono a sostare o volare molto basso. In queste condizioni anche nei cieli dei nostri parchi possiamo osservare quelle specie che altrimenti non si vedrebbero mai: cormorani, falchi di palude, nibbi reali, albanelle, falchi pescatore e gabbiani.
L'uccello che ha raggiunto il record di distanza percorsa è un piccolo passeriforme del peso di una ventina di grammi, il culbianco. La sua rotta è quella che va dall'Africa Subsahariana al Canada, una via che passa proprio nei cieli dei Parchi Veglia e Devero e Alta Valle Antrona.