Il Parco naturale delle Capanne di Marcarolo è stato istituito nel 1979 e protegge 8.215 ettari nella parte più meridionale della provincia di Alessandria, fino al confine con la Liguria. E' anche un Sito Natura 2000 (ZSC - Zona Speciale di Conservazione ai sensi della Direttiva Comunitaria "Habitat" relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali. della flora e della fauna selvatica e ZPS - Zona Protezione Speciale in applicazione della Direttiva Uccelli 2009/147/CE concernente la conservazione degli uccelli selvatici).
L'area protetta si estende su una delle zone meno abitate del Piemonte. Vi sono solo alcune cascine nascoste tra i boschi e il piccolo nucleo delle Capanne di Marcarolo, dove si trovano una chiesetta, un rifugio escursionistico, alcune case e cascine, pochi ristoranti e B&B. Intorno si estendono vasti boschi di castagno con alberi secolari, che testimoniano il grande sviluppo di questa coltura nei secoli scorsi, ma abbandonata all'inizio del '900.
La grande cascina Benedicta venne invece distrutta dai fascisti nell'aprile 1944, durante un rastrellamento in cui 147 partigiani furono uccisi e altri 400 catturati.
La ridotta presenza umana nell'ultimo secolo ha creato un ambiente ideale per molte specie di animali selvatici, per salvaguardare una elevata biodiversità e per il ritorno del lupo, che qui ha trovato un ambiente ideale.
Notevole anche la ricchezza idrografica, con alcuni bacini artificiali e molti torrenti che scorrono tortuosi in alvei profondamente incisi.
Un ambiente ideale per le escursioni, soprattutto in primavera e autunno, mentre l'estate è troppo calda e d'inverno può esserci neve o ghiaccio. In ogni caso prima delle gite è utile verificare sia le previsioni meteo per il Piemonte, sia quelle per la Liguria, facendo particolare attenzione al vento, che soffia talvolta assai forte sui crinali dell'Appennino, rendendo il cielo più limpido, ma più impegnative le camminate.
La vicinanza del confine con la Liguria complica anche la segnaletica dei sentieri. Fino a pochi anni fa qui si utilizzavano le modalità di segnalazione liguri proposte dalla Fie, ovvero ogni sentiero era indicato da simboli geometrici differenti, di colore giallo. Ma da qualche anno il Parco segnala secondo le normative Cai, adottate dalla Regione Piemonte, ovvero bandierine bianco-rosse e tabelle nei bivi con mete e numero del sentiero. L'escursionista quindi dovrebbe dotarsi della Carta dei sentieri del Parco in scala 1:25.000 (edita da Ingenia), che riporta anche simboli e numeri dei sentieri, sapendo che potrà incontrare itinerari con i simboli gialli della Fie (come la passeggiata al Monte Poggio) o con le bandierine bianco-rosse (come la gita al Monte Tobbio), e anche sentieri con doppia segnalazione.
Il clima dell'Appennino facilita la rapida crescita della vegetazione e impone frequenti interventi di manutenzione, che non sempre si riescono ad effettuare in tempo: così vi sono molti sentieri frequentati e ben segnalati, ma anche itinerari meno facili da individuare. In caso di dubbi sulla percorribilità di un sentiero è meglio chiedere informazioni alla sede del Parco, a cui è utile comunicare anche i casi in cui si riscontrano problemi di manutenzione.
Sui due "sentieri provati" la segnalazione è comunque buona. Con la prima passeggiata, breve ma piuttosto ripida, si raggiunge la cima del Monte Poggio, da cui si ammira un magnifico paesaggio di cime e valli, con la possibilità di vedere nelle giornate limpide persino il mare. La seconda gita porta sulla cima più famosa del Parco, il Monte Tobbio, ma percorrendo un itinerario un po' più lungo e meno frequentato di quello classico: all'inizio della gita si attraversa un bosco di castagni secolari, a cui segue una salita poco ripida e molto panoramica fino al Passo della Dagliola, dove si confluisce sulla parte finale dell'itinerario classico che conduce alla cima.
Arrivare in auto
Si percorre l'autostrada A26 uscendo al casello di Ovada, da cui si prosegue sulla sr 456 per 15 km, fino a Campo Ligure. Qui si attraversano due ponti in successione sul torrente Orba e subito dopo il 2° si trova un semaforo dove si svolta a sinistra (oppure si percorre la A26 fino a Masone e poi la sr 456 verso nord per 4 km, fino al semaforo di Campo Ligure). La stradina sale tra le case arrivando a una rotonda, dove si trova verso destra il primo cartello che indica le Capanne di Marcarolo. Si segue la strada che costeggia il torrente Ponzema, poi lo attraversa, svolta a destra e inizia a salire tra i boschi sempre in mezza costa, rientrando in Piemonte. Dopo 9 km da Campo Ligure un cartello annuncia un bivio.
Andando a destra (direzione Piani di Praglia, sp 167) si transita dopo 1 km a fianco della Cappella dell'Assunta, a pianta ottagonale, si passa un'area pic-nic, si trova a destra lo stradello per il Giardino botanico Pratorondanino e subito dopo uno slargo a sinistra dove si parcheggia (1 km dalla cappella dell'Assunta; se non ci fosse posto, si torna al parcheggio dell'area pic-nic): qui inizia la passeggiata per il Monte Poggio.
Se al bivio si va diritto (direzione Capanne di Marcarolo) si trova dopo 200 metri, sulla sinistra, il rifugio Nido del Biancone. Proseguendo sulla strada (sp 165) si toccano i pochi edifici delle Capanne di Marcarolo e la chiesetta di Santa Croce, poi la strada sale un poco, lascia a sinistra la Cascina Foi, poi scende toccando il sacrario dei Martiri della Benedicta e tra i boschi giunge al Ponte Nespolo, punto di partenza per la gita al Monte Tobbio (si parcheggia negli slarghi prima del guado in cemento sul torrente Gorzente).
1. Il Monte Poggio (1081 m) dalla sp 167
Dislivello: 200 m.
Tempo di salita: 40 min.
Tempo complessivo: 1.05 ore.
Segnavia: due strisce gialle parallele.
Difficoltà: E; non uscire dal sentiero segnalato.
Sulla sp 167, 1 km dopo la Cappella dell'Assunta (880 m) un cartello malandato indica verso valle la stradina per il Giardino botanico Pratorondanino, e sullo stesso palo si trova anche il cartello in legno che segnala in direzione opposta l'itinerario per il Monte Poggio. All'inizio vi sono due tracce nell'erba: una parte dal cartello e poggia un po' a destra, l'altra inizia dallo slargo di parcheggio. Dopo pochi metri si riuniscono e diventano un esile sentiero riconoscibile grazie agli ometti in pietra e ai segnavia gialli . Il sentiero guadagna quota per la massima pendenza su un terreno non troppo ripido, tra erba, rocce rossastre e giovani esemplari di pino nero. Si sale diritto o con lievi svolte in direzione sud-est, con ampi panorami su rilievi a perdita d'occhio e a sinistra sulla conca di Capanne Superiori (15 min). Poi il sentiero poggia a destra facendo alcuni metri in piano e prosegue in lieve salita diagonale verso pini più grandi (i cambi di direzione sono indicati da frecce gialle). Presso i pini fa pochi metri per la massima pendenza, poi riprende la diagonale verso destra tra pini dai rami contorti per il vento. Qui fa un tornante a sinistra, sale per poco sulla massima pendenza tra pini più radi, poi poggia ancora a destra raggiungendo un costone meno inclinato. Si risale il costone erboso (direzione nord-est) verso la cima già ben visibile , con a destra un vasto panorama sui rilievi liguri. Passati a fianco di un piccolo rudere e di un palo giallo del metanodotto, si lascia a sinistra il grande rudere di una casermetta della Dicat (Difesa contro aerea territoriale). Poi i segni gialli vanno diritti su una gradinata in pietra tra le roccette sommitali, mentre una buona traccia taglia a mezza costa il pendio erboso a valle delle roccette, piega a sinistra ed esce su un ampio costone, con a destra un dosso con un grande ometto di pietre e a sinistra le due croci sulla cima del Monte Poggio (1081 m, 25 min). I due rilievi offrono un ampio panorama sulla distesa di creste e cime dell'Appennino tra Liguria e Piemonte, mentre verso sud nelle giornate più limpide si può scorgere il mare.
Il ritorno è sul percorso di salita, seguendo con attenzione ometti e segnavia gialli, fino alla sp 167 (25 min).
2. Il Monte Tobbio dal Ponte Nespolo
Dislivello: 700 m.
Tempo di salita: 2.20 ore.
Tempo complessivo: 4.10 ore.
Segnavia: bianco-rosso.
Difficoltà: E; non uscire dai sentieri segnalati
Dagli slarghi di parcheggio si attraversa a piedi il ponte-guado in cemento sul torrente Gorzente (Ponte Nespolo, 507 m), si passa a fianco di un parcheggio privato e subito dopo si prende a destra il viottolo che porta al campeggio e ristorante Baita Rio Gorzente. Si contorna sulla sinistra la baita e alle sue spalle si trova l'inizio del sentiero che risale ripido il pendio con lievi svolte, poi entra nel bosco e presto confluisce su una stradina (580 m, 15 min, memorizzare il bivio per il ritorno).
Si va a destra, sullo stradello che va in lieve salita a mezza costa nel bosco , giungendo in vista della Cascina Nespolo (621 m, 15 min).
Pochi metri prima dell'aia della cascina si trova a sinistra la prosecuzione del sentiero 405 che attraversa in piano la radura a monte della cascina, e confluisce su un viottolo che si segue per pochi metri, fino al cartello che indica a sinistra il sentiero 405. Si sale a svolte tra imponenti esemplari di castagno , sfiorando i ruderi della Cascina Cian du Fò (10 min).
Si fanno ancora pochi tornanti, poi il sentiero inizia un lungo mezza costa con cui esce dal castagneto, lascia a sinistra un sentiero "diretto" per il Tobbio e continua in moderata salita su terreno aperto, tra erba e rossastre rocce ofiolitiche. Il panorama si apre sul boscoso vallone del rio Vergone, in cui confluisce il tortuoso corso del rio delle Figne, e si raggiunge un costone da cui appare tutto il vallone del Vergone (35 min).
Il sentiero fa una breve discesa, poi va quasi in piano tra radi pini e con una breve salita giunge al Passo della Dagliola (856 m, 15 min), da cui si apre la vista sulla Valle del Lemme.
Qui si trova un incrocio di sentieri: il 401 scende al Valico degli Eremiti, il 404 va al Monte delle Figne, mentre il nostro itinerario verso il Monte Tobbio prosegue a sinistra, sul sentiero 401-403che si alza con due tornanti con vista sulla valle del Gorzente. Poi poggia a destra (nord-ovest) tagliando il pendio orientale del Monte Tobbio, e giunge su un costone da cui si apre il panorama sulla valle del rio Morsone. Il sentiero si alza sul costone con tre tornanti che dominano impressionanti erosioni. Dopo il 3° tornante si trova la confluenza (985 m) con il sentiero diretto (401A) che sale dal Valico degli Eremiti; si va verso sud, facendo due tornanti e tagliando di nuovo in diagonale il versante orientale del Monte Tobbio. Si aggira un costone e si continua con salita più dolce, tagliando ora il versante sud-est del Tobbio, con un bel panorama sulla valle del Gorzente, mentre in alto si vede la bianca cappella della cima. Con un'ultima svolta a destra si arriva sulla sommità del Monte Tobbio (1092 m, 50 min).
Camminando intorno alla chiesetta il panorama si apre a 360° sulle cime dell'Appennino piemontese e sul tortuoso solco della Valle del Gorzente che contorna le pendici del Monte Tobbio.
Dalla cima è consigliabile seguire il sentierino che verso sud percorre il crinale quasi orizzontale fino a un altro punto panoramico, bello e meno frequentato.
Il ritorno è sul percorso di salita (1.50 ore).
Informazioni utili
Periodo consigliato: primavera e autunno.
Carta dei sentieri del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, scala 1:25.000, edita da Ingenia Cartoguide, in vendita presso le sedi del Parco e nei punti vendita convenzionati: riporta la rete dei sentieri con i diversi segnavia e la descrizione di alcuni itinerari sul retro.
Informazioni: Ente di gestione delle Aree protette dell'Appennino piemontese, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per dormire: Rifugio Nido del Biancone alle Capanne di Marcarolo, 3 stanze con 22 posti in letti a castello in legno e ampio locale cucina a disposizione degli ospiti; sempre aperto su prenotazione; informazioni, chiavi e fornitura pasti presso la Baita Rio Gorzente, Domenico Ghio, tel. 347 7789371. Cascina Foi, B&B con ristorazione, tel. 333 7211219, sempre aperta da aprile a ottobre e nei fine settimana da novembre a marzo.
Note: i cani si possono portare, ma al guinzaglio e senza uscire dai sentieri
Previsioni meteo: www.nimbus.it e www.arpal.liguria.it
Mappe degli itinerari: i due percorsi proposti sono evidenziati con tratteggio verde su due estratti della Carta dei sentieri del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, scala 1:25.000, edita da Ingenia Cartoguide per conto della Regione Piemonte e del Parco (foto C1 e C2).
* Furio Chiaretta è giornalista e "sentierologo": progetta, descrive e fotografa itinerari escursionistici. Le sue ultime guide pubblicate sono: I più bei sentieri del Parco nazionale del Gran Paradiso; Passeggiate sulle montagne torinesi; Andar per laghi: 56 passeggiate a 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso, con Blu edizioni; 142 laghi in Valle d'Aosta: 48 gite a piedi, con Mulatero editore; Le più belle escursioni panoramiche in Trentino; I sentieri più belli tra laghi, panorami e rifugi del Trentino; Rilassanti escursioni tra le montagne vicino a Torino, con Edizioni del Capricorno.