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Tripudio di forme e colori

Le orchidee spontanee della Provincia di Asti a cura di Lorenzo Dotti e Amalita Isaja, ed. Cominecazione Bra (t. 0141/470269)

  • Enrico Massone
  • Luglio 2011
  • Venerdì, 22 Luglio 2011
  • Stampa

La Provincia di Asti, una delle più piccole province del Piemonte è un susseguirsi di morbide colline, valli, vigneti, prati e boschi che offrono un paesaggio dolce e romantico, capace di racchiudere una meritevole quantità di specie da tutelare. Alla conservazione dei differenti esemplari e del loro materiale genetico l'Assemblea Generale dell'ONU, ha dichiarato il 2010 "Anno Internazionale della biodiversità", in virtù del fatto che per la prima volta la conservazione della diversità biologica è stata riconosciuta come "esigenza comune dell'umanità" e parte integrante dello sviluppo. A questo importante riconoscimento è stato dedicato il volume che raccoglie oltre 40 specie di orchidee spontanee censite nel territorio astigiano. La pubblicazione è stata realizzata anche grazie alla collaborazione delle Banche Dati Naturalistiche della Regione Piemon­te, con la validazione scientifica dell'Istituto per le Piante da Legno (IPLA), il supporto del Parco Naturale della Collina Torinese e il patrocinio del WWF, del Centro Servizi Volontariato di Asti, della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dell'Asso­ciazione "Villa Paolina" e della Famiglia Scaglione del "Forteto della Luja", Oasi affiliata WWF. Esiste un'importante correlazione tra questa preziosa guida e un progetto denominato Atlante delle Orchidee Piemontesi che prevede uno studio approfondito e finalizzato alla raccolta dei dati, integrandoli con quelli già esistenti, allo scopo di una futura realizzazione di un atlante relativo all'intero territorio regionale. Un'altra finalità rilevante è far conoscere al pubblico questo importante patrimonio di fiori protetti a livello comunitario dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE), come ad esempio la specie Himantoglossum adriaticum (Barbone adriatico). Inoltre con Legge Regionale 2 novembre 1982, n. 32, la Regione Piemonte tutela le varie specie che non è possibile raccogliere, asportare, danneggiare e detenere: piante e fiori di orchidee spontanee, considerate un importante e prezioso indicatore ambientale, in quanto crescono in ambienti non eccessivamente contaminati dall'uomo e sono molto sensibili al diserbo e alla concimazione dei terreni. All'interno della guida, ciascuna specie è correlata da una scheda monografica contenente una breve descrizione, la carta per la localizzazione geografica, il disegno a acquerello e splendide fotografie che permettono anche ad utenti meno esperti di classificare la specie. La guida è rivolta sia a naturalisti, sia a semplici appassionati con l'intento specifico di far conoscere e apprezzare questi splendidi fiori al maggior numero di persone.
Dopo una breve descrizione del territorio astigiano, il libro propone un excursus relativo alle principali caratteristiche della famiglia Orchidaceae, la loro morfologia, il ciclo biologico e gli ampi ventagli di habitat ove si possono scovare queste differenti specie. Una particolarità di queste specie è la presenza di un fungo microscopico presente nel suolo per la germinazione dei semi che permette l'instaurazione di una simbiosi micorrizica, grazie alla quale entrambi i partner hanno la possibilità di completare il loro ciclo vitale. Le orchidee come bellezza, colori e forme non hanno nulla da invidiare alle varietà esotiche che nascondono particolari curiosità, come il genere Ophris che ha escogitato una particolare strategia riproduttiva basata sull'inganno, in quanto hanno fiori dall'aspetto peloso, con colori e perfino l'odore che ricorda le femmine di vespe e api per attirare nella trappola il maschio ed invitarlo all'accoppiamento e garantire l'impollinazione per la sopravvivenza della specie.

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