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La nobiltà della peonia

Diffuso in tutto l'emisfero boreale, il genere Paeonia è l'unico della famiglia delle Paeoniacee e comprende, a seconda delle classificazioni, tra le 25 e le 40 specie di piante erbacee perenni e di arbusti a foglia caduca. Davanti all'opulenza della specie asiatica, la nostra Peonia officinalis, erbacea e discreta, somiglia a una rosellina senza pretese ma non per questo è meno affascinante per bellezza, possibili usi e storia. 

  • Caterina Gromis di Trana
  • Aprile 2022
  • Mercoledì, 20 Aprile 2022
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In alto a destra, un campo di peonie spontanee; nelle altre foto, peonie di vivavio | Foto C. Gromis di Trana In alto a destra, un campo di peonie spontanee; nelle altre foto, peonie di vivavio | Foto C. Gromis di Trana

Sulla ghiaia crescono le peonie. Spuntano in mezzo ai sassolini grigi, i boccioli esplorano l'aria come antenne di lumaca, poi si gonfiano e si aprono, grossi fiori rosso scuro lucidi e brillanti come una seta. 
(Margaret Atwood)

Sono pochi i luoghi in Piemonte e Val d'Aosta dove le peonie officinali crescono spontanee, e il loro accesso è regolato da un passa-parola sussurrato.
Al di fuori dei vivai che sono stati capaci, soprattutto in Piemonte dove sono concentrati, di diffondere la cultura delle numerosissime cultivar e la passione per la loro coltivazione, per alcuni appassionati privilegiati si schiude un altro mondo, quello naturale. Il gong suona, a seconda di come è andato l'inverno e di come si presenta la stagione, tra l'ultima settimana di maggio e le prime due di giugno: alcune stazioni tra Piemonte e val d'Aosta, un po' segrete perché meritano di essere tutelate, offrono spettacoli spontanei impagabili.
Una è nei pressi della Sagra di San Michele in Valle Susa, un'altra nella zona del Col de la Fenetre nella Valle di Gressoney... Quella che conosco io è in Valsesia, tra le montagne che furono rifugio di Frà Dolcino e dei suoi seguaci per un intero inverno, sopra Rassa.
Le peonie sono protagoniste del macereto dell'Artorto, diventato grazie a loro Sito di Importanza comunitaria (SIC): lungo una ripida salita formano una distesa di rosa carico, in mezzo a cui tocchi di altri colori spiccano come pennellate di acquerello: il viola intenso degli Iris aphylla, il giallo del Senecio doronicum, il bianco trasparente dei gigli di montagna (Paradisea liliastrum), il tenue verde della Dryopteris villarii, una felce endemica e rarissima. Se la gita è organizzata al momento giusto, si incontrano le peonie più in alto già sul finire, quelle più in basso ancora in boccio, a metà salita fiori aperti nel pieno della loro bellezza: tutte sembrano suggerire l'importanza di ogni singolo giorno.

La peonia è il capolavoro dei cinesi. E, bisogna aggiungere, è la massima sublimazione del cavolo: guai se nella manifestazione più alta non si percepisse anche un'ombra della più infima. (Ippolito Pizzetti)

Davanti all'opulenza della specie asiatica, la nostra Peonia officinalis, erbacea e discreta, somiglia a una rosellina senza pretese. I cinesi hanno ricamato una bella leggenda sulla loro opulenta peonia botanica, la Paeonia moutan, detta anche P. suffruticosa o, volgarmente, Peonia legnosa (per gli inglesi Tree Paeony). Un' imperatrice di nome Wu Tu-tian, tanto dispotica da volere imporre la sua volontà anche al mondo delle piante, un giorno ordinò ai fiori di sbocciare tutti insieme per renderle omaggio. E loro schiusero le corolle inchinandosi al suo passaggio, tutti tranne la peonia. Lei, la regina dei fiori, fu l'unica che ebbe l'ardire di ribellarsi, sfidando le ire dell'imperatrice, che furibonda, comandò che tutti gli esemplari del Catai fossero sradicati e ripiantati sui monti coperti di neve. La peonia sopportò impassibile il castigo e, quando arrivò il momento, schiuse al sole il fiore più bello della terra. Così l'imperatrice dovette convincersi a revocarle l'esilio e a restituirle il titolo regale.

Nell'antica Cina, come pure in Giappone, possedere peonie era privilegio della famiglia imperiale e dei mandarini. Ancora oggi è considerato il fiore più pregiato, simbolo di nobiltà e raffinatezza. Nei giardini pubblici di Tokyo le peonie quando sbocciano sono protette dai raggi del sole con ombrellini di carta, uno per ogni esemplare, che lasciano filtrare la luce con delicatezza, garantendo il prolungarsi della fioritura.

Esagerato è il fiore di peonia che può raggiungere i quindici, finanche venti centimetri d'ampiezza, in un giro di petali semplice o doppio, o follemente stradoppio. Le grandi sontuose corolle, soavemente profumate e aperte su un bottone di stami dorati, sono uno splendore che dura un battito di ciglia, ma è l'attimo fuggente della perfezione, il fremito di un'intuizione luminosa.
(Angela Borghesi)

Diffuso in tutto l'emisfero boreale, partendo dalle montagne dell'Atlante, passando per il sud dell'Europa, l'Anatolia, il Caucaso e arrivando fino in Cina e alla costa pacifica del Nord America, il genere Paeonia è l'unico della famiglia delle Paeoniacee e comprende, a seconda delle classificazioni, tra le 25 e le 40 specie di piante erbacee perenni e di arbusti a foglia caduca. Le specie arbustive presentano 5 petali, talvolta meno, mentre quelle erbacee possono arrivare ad averne un numero maggiore. I cinesi ottennero dalle peonie legnose più di 300 varietà a fiori bianchi, rosa, purpurei, amaranto, gialli e blu, oltre a numerosissime gradazioni e sfumature. Con più specie autoctone che in qualsiasi altro luogo al mondo, la Cina è stato il primo paese a valorizzare l'eccezionale bellezza di questi fiori

Nostalgia dell'ape
che profonda penetra
fra gli stami della peonia.
(Matsuo Basho)

La storia della peonia si biforca in due rami: da un lato quello della peonia occidentale, la P.officinalis , che ebbe importanza soprattutto come pianta medicinale; dall'altro quello della peonia asiatica che in Europa è stata coltivata unicamente a scopo ornamentale. Delle specie erbacee, a parte la nostra P. officinalis, solo la P. lactiflora, originaria della Cina, nelle sue forme ibride è entrata a far parte delle piante da giardino coltivate su larga scala. Oltre che per scopi ornamentali e medicinali, le peonie si prestano a ben pochi altri utilizzi: sono stati usati i tuberetti di P. officinalis come cibo in caso di emergenza, con grave pericolo di avvelenamento, mentre pare che i tartari si nutrissero senza conseguenze nocive di quelli di P. lactiflora, che proprio per questo fu denominata edulis. In alcune zone del Giappone con i fiori della P. suffruticosa viene preparato un piatto che qualcuno definisce delizioso. La P. officinalis ha un odore curiosamente sgradevole, ma la P. lactiflora e molti suoi ibridi moderni hanno profumo di rosa. Per fortuna il mondo è vario: le peonie sono tra le poche piante risparmiate da cervidi, cinghiali e roditori, che riconoscono la tossicità delle loro radici, mentre, come per bilanciare gusto e disgusto, il loro nettare è apprezzato dagli insetti pronubi che visitano le loro corolle con gli stigmi attraenti e ben esposti, con grande voluttà.

Peonia: prima d'essere un fiore, era il medico degli Dèi 
(Giorgio Batini)

Nel mondo occidentale la scoperta di questa pianta viene attribuita da Plinio il Vecchio a Peone, il medico degli dei, in onore del quale fu chiamata peonia. La si considerava un fiore dalle molte virtù curative. "Se si lega al collo di un matto dell'erba peonia lo si vedrà rinsavire. E se la porterà con sé il male non lo colpirà più". Così sosteneva lo Pseudo Apuleio in De virtutibus herbarum, mentre Macer Floridius, in De viridibus herbarum, ne raccomandava la radice per curare l'epilessia dei bambini. I suoi semi venivano appesi in rudimentali collane al collo dei neonati, per alleviare il fastidio dei primi dentini che spuntavano. Radici e petali venivano usati per combattere l'asma e la gotta, ai tempi in cui Teofrasto esortava a raccogliere semi e radici solo di notte, non per strane magie, ma per evitare di essere sopresi dal picchio, che considerava la peonia una pianta a lui consacrata e non avrebbe esitato a cavare gli occhi al malcapitato che avesse osato sradicarla.


Per saperne di più

Gli specialisti di peonie in Piemonte

  • Vivaio La Montà -Via Vittorio Veneto 8, Roasio (VC) home/facebook La Montà di Susanna Tavallini
  • Vivaio Buffa- Cascina Madonera 32, Poirino (TO) www.vivaiobuffa.com
  • Vivai delle Commande- Via Commande 4 , Frazione Tuninetti, Carmagnola (TO) www.peonie.it

 

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