Per approfondimenti: www.bois-lab.org - Provincia di Torino, Alberto Pierbattisti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
In anni di crisi economica che investe interi continenti viene da chiedersi se esistono delle risorse inutilizzate o scarsamente utilizzate dalle quali poter trarre benefici per tutti. Chi è avvezzo a percorrere parchi e boschi ed ha conosciuto persone da sempre montanari e contadini, oggi di una certa età, sente raccontare episodi di vita di tanti anni fa, quando i vecchi erano bambini, quando c'era la guerra e mancava di tutto da mangiare e da scaldarsi. Il bosco, la montagna, si sente raccontare, ha sempre garantito il necessario per vivere, legna per scaldarsi o costruire, acqua limpida e... fresca, orti rigogliosi, selvaggina, prati per capre o vacche. Certo bisognava accontentarsi ma il necessario non mancava. Oggi ben pochi vivono sulle montagne e meno ancora affidano il loro benessere ai boschi, eppure ancora oggi questi boschi possono diventare una preziosa risorsa per l'uomo a patto che sappia relazionarsi nel modo corretto con essi. Da tempo lo sanno bene la Comunità Europea e molti stati europei fra cui i nostri cugini francesi che da sempre sulla filiera del legno hanno fatto conto per rafforzare le loro economie nazionali e locali. Anche le nostre istituzioni pare, si stiano muovendo in questa direzione. La Provincia di Torino ad esempio ha dato il via nel 2009 ad una iniziativa chiamata Bois-lab in onore degli amici francesi con i quali è stata sviluppata, si trattava infatti di un progetto transfrontaliero Interreg finanziato dalla Comunità europea. L'intervento consiste nella promozione della filiera forestale che ha interessato tutta la catena di produzione dei manufatti in legno, partendo dal prelievo sino alla creazione di un prodotto finale certificato. Le attività del progetto spaziano dalle politiche forestali, attraverso la promozione di accordi e piani di approvvigionamento territoriale e la creazione di filiere certificate con la commercializzazione dei prodotti forestali. Lo sviluppo delle filiere avviene secondo tre indirizzi: filiera legno-costruzione, legno certificato km 0 e legno-edilizia. Tradizionalmente le imprese che producevano manufatti in legno (l'orditura di tetti piuttosto che mobili, serramenti, casette, o semplice legna da ardere), provvedevano ad acquisirlo secondo criteri meramente commerciali spesso all'estero, per poi lavorarlo creando i prodotti da immettere sul mercato. Il progetto "Bois lab" si è posto alcuni obiettivi ambiziosi: migliorare sia la quantità che la qualità dell'offerta di legno e promuovere la domanda di prodotti legnosi. Come? Innanzitutto cercando di produrre la materia prima, ossia legno locale, attraverso criteri certificati. Oggi infatti i boschi, siano essi di proprietà pubblica o privata, costituiscono spesso una grande risorsa... persa. Si tratta di migliaia di ettari che in passato erano gestiti dai nostri avi che in essi e con essi vivevano e con il loro lavoro provvedevano a salvaguardare. Progressivamente, con l'abbandono delle montagne e delle campagne, questi boschi lasciati a se stessi sono diventati spesso impenetrabili a causa dello sviluppo del sottobosco, della scomparsa di sentieri e strade sterrate di accesso e della crescita di specie invasive. Fortunatamente nei Paesi nordici dove, diversamente dai popoli mediterranei, nei secoli passati i boschi erano considerati sacri proprio per lo stretto legame con la vita delle popolazioni che di essi vivevano, si sono sviluppate tecniche e tecnologie che consentono oggi una loro gestione ambientalmente compatibile in grado non solo di non distruggerli ma di migliorarli producendo anche ricchezza economica. Basta leggersi i principi definiti dalla PEFC (Pan-european Forest Certification Council) a cui il progetto "Bois lab" fa esplicito riferimento: "la gestione e l'uso delle foreste e dei terreni forestali deve avvenire nelle forme e ad un tasso di utilizzo tali che consentano di mantenere la loro biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, vitalità ed una potenzialità in grado di garantire ora e nel futuro importanti funzioni ecologiche, economiche e sociali a livello locale, nazionale e globale e che non comporti danni ad altri ecosistemi". Questi principi si basano su sei impegni condivisi internazionalmente: - Mantenimento e appropriato sviluppo delle risorse forestali e loro contributo al ciclo globale del carbonio; - Mantenimento della salute e vitalità dell'ecosistema forestale; - Mantenimento e promozione delle funzioni produttive delle foreste (prodotti legnosi e non); - Mantenimento, conservazione e adeguato sviluppo della diversità biologica negli ecosistemi forestali; - Mantenimento e adeguato sviluppo delle funzioni protettive nella gestione forestale (in particolare suolo e acqua); - Mantenimento di altre funzioni e condizioni socio-economiche. Quindi non solo attenzione all'ambiente ma anche agli aspetti sociali come l'impiego di manodopera specializzata e regolarmente assunta per la gestione del bosco. Fra gli obiettivi di "Bois lab" vi è anche l'ampliamento delle superfici boscate gestite con i citati criteri che oggi, in provincia di Torino, sono di 25.000 ettari e che ricevono periodicamente la visita dagli ispettori del PEFC per accertarne la corretta gestione. Dette aree si trovano soprattutto in Valle di Susa, in Val Germanasca e si stanno sviluppando anche in Val Chiusella e nel Canavese. I più interessati a questo genere di gestione sono gli enti pubblici. Non a caso le comunità montane sono i soggetti più coinvolti con la provincia nell'iniziativa, soprattutto i comuni che nelle aree citate dispongono di estensioni sufficienti a promuovere consorzi per lo sfruttamento del bosco. Fra le essenze più utilizzate e introdotte citiamo il Larice, il Castagno, l'Abete, il Pino Silvestre e altre varietà, naturalmente sempre autoctone. Ma non basta produrre il legno per garantire una remunerativa gestione dei boschi, bisogna pure venderlo. Bois lab, così come le prescrizioni previste nella certificazione, interviene anche sui passaggi a valle. Il legno di provenienza certificata viene "tracciato" ossia custodito e seguito in tutte le sue trasformazioni dall'albero nel bosco sino al prodotto finito in opera, sia esso un mobile o una trave che regge il tetto. Guardando un mobile si potrà quindi affermare che esso è stato realizzato con il legno proveniente da un albero cresciuto in una certa foresta situata in una certa area. Per far questo è necessario intervenire sulle modalità di gestione, lavorazione e trasformazione attuate delle aziende che operano nel settore e che sono chiamate a rispettare ben precise procedure nei loro processi di trasformazione. Attualmente sono 14 le aziende che entrano nel circuito e sono in grado di garantire dette procedure di tracciabilità. Se sembrano poche basta pensare che è un sistema del tutto nuovo, inesistente prima dell'avvio del progetto "Bois lab". Ma non ci si limita a questo: vengono sviluppate e promosse le conoscenze e le applicazioni per introdurre un uso innovativo del legno nei vari settori produttivi mediante attività di formazione, informazione e divulgazione con i tecnici del settore, le pubbliche amministrazioni, gli ordini professionali, anche attraverso la visita guidata ad aziende che operano nel settore ed ai boschi gestiti con questi criteri. Un risultato è il ricorso sempre più diffuso del legno lamellare che si sta diffondendo anche per la realizzazione di serramenti tradizionalmente eseguiti in legno massiccio. Un altro risultato è l'introduzione nel prezziario regionale delle Opere pubbliche dal 2010 della voce relativa al legno certificato che, inevitabilmente, ha un costo superiore anche del 15, 20 percento rispetto a quello commerciale. È inevitabile, come in tutte le attività. Il rispetto dell'ambiente e dei diritti sociali comporta costi immediati che alla lunga però dimostrano tutta la loro utilità anche economica. Una delle lezione che, forse, in Cina devono ancora imparare. In questo contesto i parchi possono svolgere un'interessante attività di promozione presso i titolari delle aree in essi ricadenti sia private che pubbliche, favorendo la formazione di consorzi anche temporanei (durata minima di 5 anni) e progetti di intervento con i criteri prima accennati. Crediamo possa essere un modo intelligente per conciliare gestione del territorio, tutela ambientale e sviluppo economico. Si tenga presente anche che i criteri di sfruttamento non si rivolgono solo alla gestione dei boschi ma anche a quella che viene propriamente chiamata "arboricoltura", la coltivazione dei pioppi o di qualunque altra essenza da legno. Bois lab partito come un progetto dal costo di 1.256.000 € cofinanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo regionale della Comunità Europea, dalla Alcotra (ALpi Latine COoperazione TRAnsfrontaliera), dal Conseil Generale de la Savoie e dalla Provincia di Torino è quindi destinato, si spera, a diventare un'attività permanente in grado di portare, nel giro di non molti anni all'impiego produttivo del consistente patrimonio boschivo del Piemonte grazie anche al necessario coinvolgimento delle aziende e del mondo economico che ruota attorno alla filiera del legno, e soprattutto delle altre istituzioni pubbliche competenti in materia. Sperando che anche a livello nazionale, anche se in molte regioni: una per tutte il Trentino A.A., questi processi sono già molto avanzati, intraprenda questa strada come già avviene in quasi tutti gli stati europei. Fra essi citiamo i francesi che nel progetto Bois lab hanno conferito la loro esperienza pluriennale in materia. Basta pensare che oltralpe lo Stato gestisce tutti i boschi comunali curandone i diversi passaggi dalla pianificazione territoriale dello sfruttamento sino alla vendita del legno. Vengono sottoscritti dei Patti territoriali, promossi da animatori preparati ad hoc, preposti all'informazione ed alla raccolta della adesioni dei soggetti interessati. Inoltre in ogni dipartimento è attiva una cooperativa, cui aderiscono i privati titolari di terre boscate o da destinare alla arboricoltura, per la loro gestione che riceve contributi pubblici per mettere a frutto il patrimonio di cui dispongono. Questi contributi sono ampiamente ripagati dalla produzione di legno che rappresenta una voce significativa del bilancio dello stato. Sarebbe un vero peccato trascurare una così importante risorsa che oltretutto in assenza di un'oculata gestione dagli interessanti risvolti economici, rischia spesso il degrado.