#piemonteparchi

Salta al contenuto
Logo Piemonte Parchi
  • Home
  • Parchi Piemontesi
  • Parchi nel mondo
  • Territorio
  • Natura
  • Ambiente
  • cerca
  • facebook
  • twitter
  • instagram
  • rss

Piemonte Parchi

Il pungitopo

Decorativa, commestibile e curativa, questa pianta natalizia è anche uno dei più potenti vasocostrittori naturali che si conoscano.

  • Loredana Matonti
  • dicembre 2015
  • Giovedì, 24 Dicembre 2015
  • Stampa
pungitopo foto di Loredana Matonti pungitopo foto di Loredana Matonti
Pungitopo
foto di Loredana Matonti

"Che io anzi ti possa sembrare più amaro dell'Erba Sardonica,
più irto del ruscus, più miserevole dell'alga infranta dalle onde,
se per me questo di' non dura già più d'un anno intero."
(Virgilio, Bucoliche, Ecl. VII)

Simbolo di indipendenza e considerato un portafortuna, il Ruscus aculeatus (famiglia Ruscaceae), era già noto in età classica col termine di "Ruscus", come testimoniano questi versi.
In molte zone d'Europa è adoperato come classica decorazione natalizia, promessa di abbondanza e fecondità per il nuovo anno che comincia. Gli antichi popli Germanici lo utilizzavano per onorare gli spiriti dei boschi e proteggere le loro case e stalle dai malefici, oppure si scambiavano dei rami  durante le celebrazioni come buon auspicio. Per i Cristiani era  un simbolo di fertilità ed abbondanza.

Fin dai tempi degli antichi romani, alla stregua di altre piante pungenti o spinose, era considerato un talismano; per questo motivo si portavano anche i suoi ramoscelli durante i "saturnalia", feste celebrate in onore del dio Saturno, in corrispondenza dei solstizio d'Inverno, quando il vecchio "sole" moriva per rinascere, poi, "sole fanciullo", propiziatore della fecondità della Terra. Si usava anche regalarlo agli sposi novelli in segno di augurio per la vita coniugale.
Quando i romani invasero la Bretagna, si stupirono del fatto che anche quei popoli la considerassero una pianta "sacra". I druidi ritenevano che l'agrifoglio proteggesse dai disagi della cattiva stagione e che un ramo di questa pianta, scagliato contro un animale feroce in procinto di attaccare, avesse il potere di ammansirlo.

Tutte credenze che probabilmente affondano le loro radici sull'osservazione della pianta; con i suoi cladodi (false foglie) aguzzi, coriacei e pungenti, richiama l'idea della difesa dalle "negatività", mentre il colore verde intenso dei suoi rami diritti, lucidi e sempreverdi evoca sopravvivenza e prosperità. Le sue rosse e lucenti bacche invece, richiamano simbolicamente l'amore e la passione.

Il curioso nome volgare di questo arbusto è rivelatorio di uno degli usi contadini più noti. Infatti, la più plausibile delle interpretazioni dell'etimologia del nome del genere è quella della contrazione da un altro termine latino, "rusticus" = "delle campagne", e questo perché la gente di campagna (in latino rustici) utilizzava le sue fronde per proteggere le pannocchie di granoturco esposte ad essiccare; si legavano i mazzetti della pianta a testa in giù, alla base dei pali di sostegno. Anche nelle cantine veniva posto intorno al formaggio o vicino ai salami per lo stesso motivo. L'epiteto specifico "aculeatus" significa "che porta aculei" e si riferisce alla spinescenza apicale dei cladodi (false foglie).
Gli inglesi invece chiamano questa pianta "butcher's broom" = "scopa del macellaio", perché un tempo i rami, riuniti in fasci, venivano impiegati per pulire il pavimento delle macellerie.
Impiego che, in verità, era noto anche nel nostro Paese da tempi antichi. Già Plinio il Vecchio fa presente che sia i Greci che i Romani ne ricavavano scope rudimentali, mentre molto più tardi Filippo Parlatore (1816 -1877), a conferma che quest'uso si è conservato nei secoli, annota che "in diverse parti d'Italia si servono di questa pianta per far scope grossolane per spazzare le vie delle città" [Parl., Fl. It., III: 31 (1858)], nonché per pulire e spazzare i camini dalla fuliggine.

E' una specie mediterranea, presente però in tutte le regioni d'Italia. Predilige le zone calde e soleggiate e i terreni calcarei; la si trova facilmente nei luoghi aridi e sassosi, nei boschi, soprattutto nelle leccete e nei querceti. E' sensibile al freddo intenso, per cui solo nelle zone meridionali la si può trovare oltre i 1.200 m, nel resto d'Italia difficilmente vegeta sopra i 600 m s.l.m.

E' da segnalare che è presente nell'allegato V della Direttiva Habitat: "Specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione" e che la passata raccolta indiscriminata ne ha giustificato la protezione totale o parziale in alcune Regioni. Attenzione quindi a informarsi, prima di raccoglierla.

Usi tradizionali popolari
I romani la adoperavano per curare il rigonfiamento della milza dei maiali che avevano mangiato troppo; per salvarli, si riempivano i truogoli di acqua ponendovi a macerare piante di Ruscus e di Tamerice (Tamarix africana). Plinio il Vecchio asseriva che il decotto di radici in vino veniva usato per le infezioni renali e per favorire il flusso mestruale, mentre Dioscoride consigliava per questo il macerato delle foglie in vino.
Gli Etruschi la consideravano una pianta potente ma pericolosa, protagonista del bosco di confine nella zona sacra che si estendeva tra le mura e l'abitato propriamente, mai coltivata all'interno dei giardini domestici,
Nel Medioevo si usava la "Pozione delle cinque radici", assieme al prezzemolo, al finocchio, al sedano e all'asparago, come diuretico.

Nella medicina popolare italiana si usavano i germogli, fiori e le foglie in decotto come febbrifugo, per le infiammazioni dell'apparato urinario, la gotta, i reumatismi ed alleviare il gonfiore dei piedi e delle caviglie. Il decotto della radice invece si assumeva in caso di calcoli renali o si facevano lavaggi, bagni, pediluvi o impacchi per gambe gonfie ed emorroidi.

Era molto apprezzata anche come commestibile; i giovani e teneri germogli, raccolti in primavera, venivano sbollentati e mangiati dopo essere stati conditi con olio, sale, pepe e aceto. Venivano conservati sotto olio o in acqua salata e aceto, dopo essere stati sbollentati.
Qualcuno li usava anche per confezionare un liquore diuretico, digestivo e dal sapore amarognolo.
I semi, opportunamente tostati, venivano un tempo impiegati come sostituti del caffè.

Composizione e proprietà medicinali
Del pungitopo si utilizza perlopiù il rizoma, che va raccolto in autunno o all'inizio della primavera, prima della comparsa dei turioni. Va ripulito dalla terra e quindi tagliato e fatto essiccare al sole o in stufa e conservato in sacchetti di carta. Possono essere impiegati anche i turioni, in quanto contengono gli stessi principi attivi.

Erba aromatica, diuretica leggermente lassativa, vasocostrittrice, ad azione antinfiammatoria, sudorifera e depurativa. Contiene principi attivi quali oli essenziali, diversi sali minerali quali calcio e nitrato di potassio; fitosteroli quali la ruscogenina, neuroscogenina, ruscina ed altri, diversi flavonoidi, zuccheri, acidi grassi ed acidi organici, saponine steroidee, glucosidi (ruscosidi), agliconi (ruscogenine), flavonoidi (rutina), cumarine, sparteina, tiramina, tannini, olio essenziale e resine.
I fitosteroli conferiscono al pungitopo le proprietà vasocostrittive. E' infatti un potente tonico venoso vegetale; per questo rientra nella composizione di molti farmaci antiemorroidali e antivaricosi. Indicato nella cura di flebiti, pesantezza delle gambe, edemi. E' particolarmente popolare in Francia per prevenire i coaguli di sangue post-operatori, trombosi e flebiti ed è stato utilizzato da migliaia di pazienti prima di subire un intervento chirurgico. Inoltre è un sedativo ed antinfiammatorio delle vie urinarie; risulta quindi benefico per l'eliminazione dell'acido urico, in caso di calcoli renali, cistiti, gotta, artrite e reumatismi non articolari.

Per quanto riguarda l'impiego cosmetologico, grazie alla presenza di bioflavonoidi, la pianta si caratterizza per le proprietà lenitive, protettive, rinfrescanti e disarrossanti: è indicata in caso di couperose, di eritema solare, nella fragilità del microcircolo sottoepidermico, per il trattamento delle pelli delicate e sensibili e facili agli arrossamenti. Viene usato per l'igiene intima e per tutti i trattamenti contro le pelli sensibili ed infiammate. In caso di cellulite, applicando sulla pelle impacchi o lozioni si ha un effetto tonificante e riducente. E' un buon rimedio contro la caduta dei capelli e ottimo anche come dopobarba.

In cucina i giovani germogli possono essere utilizzati cotti, come gli asparagi, il sapore è lievemente più amaro; per tale ragione spesso vengono cotti previamente in acqua e aceto e poi preparato in conserve. Sono veramente squisiti come antipasto o per accompagnare carni, uova, in frittate, risotti e anche con i gamberetti.


A parte il Natale quindi, ricordiamocene ancora in primavera, per riassaporare gusti insoliti, ma sorprendenti.

Altro sull'argomento

Erbe e antichi rimedi di ieri, oggi e domani

Erbe e antichi rimedi di ieri, oggi e domani  

Magico Natale

Magico Natale  

Erbe e antichi rimedi di ieri, oggi e domani

Erbe e antichi rimedi di ieri, oggi e domani  

L'Oasi di Crava Morozzo in soccorso delle Stelle di Natale

L'Oasi di Crava Morozzo in soccorso delle Stelle di Natale  

Tags

natale etnobotanica

Potrebbe interessarti anche...

Olivi piemontesi falsi e cortesi

Olivi piemontesi falsi e cortesi Olivi piemontesi falsi e cortesi  
L'ulivo è una pianta estremamente longeva e con capacità rigenerative straordinarie, in grado d ...

Chiamiamoli asparagi!

Chiamiamoli asparagi! Chiamiamoli asparagi!  
Esiste una certa confusione a proposito di asparagi. In questo articolo facciamo chiarezza sulle ...

L’azzeruolo, un frutto minore dal passato illustre

L’azzeruolo, un frutto minore dal passato illustre L’azzeruolo, un frutto minore dal passato illustre  
Coltivato in passato per realizzare siepi, ma anche per i suoi frutti, oggi il cosiddetto "melo d ...

In un guscio di noce

In un guscio di noce In un guscio di noce  
Un viaggio nel tempo e nella geografia alla scoperta della noce, che non è frutto ma seme, porta ...
Tutti gli articoli

Iscriviti a Piemonte Parchi News

Ogni settimana, nella tua posta elettronica, l'informazione sui parchi del Piemonte (e molto di più!).
Per te, il numero speciale 'Parchi da gustare - I Protagonisti' (formato pdf) scaricabile gratis.

Iscriversi è semplice e gratuito: scopri di più!

Iscriviti subito

Iscriviti alla newsletter di Piemonte Parchi

Iscrivendoti a Piemonte Parchi News riceverai, ogni settimana, notizie e approfondimenti dai parchi piemontesi e come regalo di benvenuto potrai scaricare il numero speciale 'Parchi da gustare - I Protagonisti' (in formato pdf).
captcha 
Con l'iscrizione si autorizza il trattamento dei dati personali ai sensi del Decreto legislativo n. 196/2003 e del Regolamento Generale sulla Protezione dei dati, di seguito (GDPR)

Autorizzazione al trattamento dei dati

Gentile Utente, La informiamo che i dati personali da Lei forniti a Piemonte Parchi sono trattati secondo quanto previsto dal d.lgs.196/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali”, di seguito Codice Privacy, e dal “Regolamento UE 2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento Generale sulla Protezione dei dati, di seguito GDPR)” e illustrata nella Nota Informativa sul trattamento dei dati personali.

 

Tutte le categorie

  • Agricoltura
  • Alimentazione
  • Ambiente
  • Animali
  • Archeologia
  • Architettura e Paesaggio
  • Arte
  • Biodiversità
  • Biologia
  • Boschi e Foreste
  • Clima
  • Divulgazione
  • Ecologia
  • Ecomusei
  • Educazione ambientale
  • Energia
  • Enogastronomia
  • Etnografia
  • Fotografia
  • Geologia
  • Giardini botanici
  • Itinerari
  • Il Segna-Libro
  • Microcosmo
  • Miti, leggende, racconti
  • Musei
  • Natura
  • Natura 2000
  • Outdoor
  • Paleontologia
  • Parchi da gustare
  • Parchi nel mondo
  • Parchi piemontesi
  • Personaggi
  • Photostory
  • Piante
  • Ricerca
  • Salute
  • Scienze della Terra
  • Sentieri provati
  • Storia
  • Sviluppo sostenibile
  • Territorio
  • Turismo
  • Chi Siamo
  • Contatti
  • Pubblicazioni
  • Archivio
  • Copyright
  • Dichiarazione di accessibilità
  • Privacy Policy e Cookie
  • Trattamento dei dati
Editore Regione Piemonte - Piazza Castello 165 - Torino | Registrazione Tribunale di Torino n. 5944 del 17/02/2006
Creative Commons
I contenuti del sito sono rilasciati con licenza Creative Commons Attribuzione Non commerciale 2.5 Italia eccetto dove diversamente ed espressamente specificato.
Torna su