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Piemonte Parchi

Mi è sembrato di vedere un colibrì!

E' questo il pensiero che può venire ai più che non sanno della presenza, in Italia, di Macroglossum stellatarum, una falena che appartiene alla famiglia degli Sphingidaeche e che, proprio per il modo di volare e le sue abitudini diurne, sembra un colibrì. Data la difficoltà con cui si riesce a fotografare, un nostro plauso va a Roberto Pegolo per la maestria impiegata nel realizzare questi scatti che ci regalano momenti di straordinaria bellezza.

  • Paola Viviana Trovò
  • Marzo 2022
  • Martedì, 22 Marzo 2022
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Macroglossum stellatarum | Foto R. Pegolo Macroglossum stellatarum | Foto R. Pegolo

 

Il nome è già tutto un programma. Makros significa, infatti, lungo e glossa lingua. Stellatarum invece si riferisce a al nome Stellatae, ormai in disuso, della famiglia di piante che comprende quella che è la più importante fonte alimentare del bruco. Il nome Macroglossum stellatarum racconta quindi la sua spirotromba particolarmente lunga, ovvero l'organo simile a una proboscide usato per aspirare i liquidi che deriva dalla modifica delle due mascelle che si sono unite a formare un tubicino e che, se non usata, resta arrotolata su se stessa.

I nomi italiani, falena colibrì o sfinge colibrì o sfinge del galio raccontano invece alcune caratteristiche degli stadi di crescita, ovvero: sfingidi (il nome della sua famiglia) deriva dall'abitudine dei bruchi di sollevarsi, se disturbati, e di restare immobili come una sfinge egizia; galio è invece legato alle piante del genere Galium, una delle principali nutrici delle larve; colibrì per la sua somiglianza, in forma adulta, con questo piccolo uccellino dal volo velocissimo e dal lungo becco affusolato.

Un formidabile volatore

Specie con abitudini migratorie, popola la regione Paleartica. Presente ovunque in Italia, la si ritrova dal livello del mare fino ai 2000 metri. In estate la falena colibrì migra nel nord e nell'ovest dell'Europa e in inverno si sposta verso l'Africa. 

Il suo volo, velocissimo, gli permette momenti di "volo a punto fisso". Questo comportamento di volo a mezz'aria è chiamato hovering ed è osservabile anche in altri taxa animali fra cui le libellule, i sirfidi, alcuni pipistrelli e, appunto, nei colibrì: una tecnica che permette alla falena di nutrirsi del nettare dei fiori senza posarsi su di essi e di passare repentinamente da un fiore all'altro.

Durante il volo la sfinge del galio emette, per mimetizzarsi, un caratteristico ronzio che ricorda quello di un dittero o di un imenottero.

Di fiore in fiore

Le farfalle adulte succhiano, con la lunga proboscide, il nettare dai fiori e sono particolarmente attratte da quelli nettarini con un calice "a trombetta" come le verbene, la valeriana rossa, il caprifoglio e altre ancora.
La spirotromba, essendo molto lunga, riesce a raggiungere i nettari di fiori inaccessibili ad altri insetti evitando così la competizione con altre specie.

La farfalla colibrì è attiva durante il giorno, ma può anche essere trovata in volo al tramonto e di notte e frequenta ambienti sia selvatici che antropizzati.

Uno straordinario impollinatore

Per la varietà di specie di piante visitate, la sfinge del galio riveste un ruolo importante per la fecondazione delle piante. Oggi la specie sembra diffusa e comune ma, in realtà, mancano informazioni sul suo trend e sulla conoscenza delle sue popolazioni e, in ogni caso, non va dimenticato che almeno il 40% degli insetti impollinatori è a rischio di estinzione per pesticidi, acari, inquinamento, deforestazione e le altre cause ormai note.

Un esempio di convergenza evolutiva

I colibrì sono piccoli e splendidi uccelli appartenenti alla famiglia Trochilidae e vivono solo nelle foreste tropicali dell'America centrale e meridionale. La nicchia ecologica che in America è occupata dai colibrì, in Europa è occupata da questo insetto con lo stesso metodo di alimentazione.

La similitudine comportamentale e alimentare tra questa sfinge e il colibrì rappresenta un tipico esempio di convergenza evolutiva, ovvero quel fenomeno di selezione naturale per cui l'evoluzione porta due organismi filogeneticamente lontani e diversi a sviluppare analoghi adattamenti, come un battito d'ali velocissimo con hovering e un apparato boccale allungato e affusolato, proprio per soddisfare una stessa esigenza, ovvero la dieta nettarivora e per poter vivere in ambienti simili e occupare la stessa nicchia.

A proposito di convergenza, all'estremità dell'addome della falena colibrì è posizionato un ciuffo di peli, bianco e nero, con la funzione da timone e stabilizzatore del volo: di nuovo un sorta di convergenza strutturale con alcuni uccelli, come il colibrì.

Gli altri "colibrì" italiani

Macroglossum stellatarum ha fino a quattro generazioni all'anno in base al tipo di clima ed è di solito comune dalla primavera all'autunno. Molto più difficili da incontrare sono altre falene con abitudini simili, volo diurno tipo "colibrì" tipo: la Hemaris fuciformis (foto pubblicata nella galleria) , la Hemaris tityus e la Hemaris croatica, quest'ultima osservabile solo in Friuli.

Una curiosità su Hemarys tityrus: alla nascita, le ali sono ricoperte di scaglie che però vengono perse in occasione del primo volo in modo da apparire quasi trasparenti e fuggire dai predatori. 


Falena colibrì (Macroglossum stellatarum) | Foto R. Pegolo
Hemaris fuciformis | Foto R. Pegolo
Hemaris fuciformis | Foto R. Pegolo
Hemaris fuciformis | Foto R. Pegolo

 

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