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La cascata di Noasca

Quella di Noasca o della Noaschetta (dal nome del torrente che la forma) è una cascata che si trova alle spalle dell'abitato di Noasca, poco all'interno del confine meridionale del Parco nazionale del Gran Paradiso

  • Filippo Ceragioli
  • Aprile 2017
  • Lunedì, 3 Aprile 2017
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La cascata di Noasca
Foto F. Ceragioli
La cascata e l'abitato di Noasca sullo sfondo
Foto F. Ceragioli
Foto F. Ceragioli
Sul sentiero per la cascata
Foto F. Ceragioli

"... mi si permetta di dire e si creda che la cascata di Noaschetta è fra le bellissime delle Alpi."
(Luca de Notaris, socio CAI della sezione di Milano; Bollettino del CAI, 1876)

 

Il torrente che dà spettacolo

Alta complessivamente 32 metri è una delle cascate più famose del Piemonte e da tempo, anche per la relativa facilità di accesso, viene considerata tra i luoghi che rendono affasciante la Valle dellOrco. Già nell'Ottocento infatti molti viaggiatori italiani e stranieri ne decantarono la grandiosità. Ad esempio l'inglese John Murray nella sua Guide to the Western Alps del 1866 la descriveva come "... one of the grandest scenes in the valley", mentre il cavalier Napione più o meno nello stesso periodo sosteneva che tra le cascate quella di Noasca fosse "una delle più belle che si possano vedere nelle Alpi". Secondo i geologi il salto d'acqua si è formato nel periodo che seguì l'ultima glaciazione alpina, ovvero circa dodicimila anni fa. Le rocce interessate sono gli gneiss tipici del massiccio del Gran Paradiso, levigati dall'azione del ghiacciaio che aveva in precedenza occupato il fondovalle. A monte della cascata il torrente Noaschetta scorre per un buon tratto ripido e infossato e con vari salti e rapide. La zona è frequentata dagli appassionati di torrentismo che vi trovano percorsi anche molto impegnativi e potenzialmente rischiosi. Alla base della cascata il raffreddamento dell'aria dovuto alla nebulizzazione delle fredde acque del torrente permette ad una conoide di ghiaccio e neve più o meno abbondante di resistere anche a lungo alle temperature miti e al maggior soleggiamento di fine inverno.

Dietro alla cascata

Dalla piazzetta al centro di Noasca, con vari posti auto disponibili, si sale verso la chiesa (sulla destra guardando verso Ceresole). Il sentiero parte sul retro dell'edificio e guadagna quota con ripide svolte fino a raggiungere un bivio. Qui ci si tiene a sinistra arrivando a un primo piccolo belvedere che offre un bel colpo d'occhio sulla cascata. Proseguendo con un traverso si arriva a ridosso del salto d'acqua. A prima vista sembrerebbe impossibile proseguire ma il sentierino entra invece in una suggestiva caverna che si apre proprio dietro alla cascata e permette di portarsi, in genere senza quasi bagnarsi, dall'altra parte della stessa. Il luogo è particolarmente suggestivo perché permette di ammirare il paese di Noasca e il lato opposto della valle al di là di una ruggente muraglia d'acqua. E' possibile completare la conoscenza di questo angolo di Piemonte scendendo invece cha sul sentiero dell'andata per quello che si tiene a destra della cascata. Prima però c'è da attraversare un breve tratto alla base di una gocciolante parete rocciosa, con l'aiuto di alcuni cavetti di acciaio.

A seconda delle condizioni meteo questo passaggio può essere più o meno piacevole, nel senso che in periodi di abbondanti precipitazioni chi non ha un adeguato vestiario rischia di inzupparsi abbondantemente. La via del ritorno prosegue con vari tornanti scalinati risistemati nel 2015 grazie a un intervento delle squadre di operai forestali della Regione Piemonte. Giunti al ponte stradale a valle della cascata lo si attraversa facendo ritorno alla piazzetta di partenza in poche decine di metri. Un buon periodo per la visita è l'inizio della primavera, quando la neve si è già sciolta (e il sentiero è quindi percorribile senza troppe difficoltà) ma l'acqua del torrente è ancora abbondante grazie allo scioglimento della neve presente nella parte alta del suo bacino. In tutto la gita richiede all'incirca mezz'oretta di cammino: non è molto, e la bellezza del luogo giustifica ampiamente la sosta a Noasca. Il sentiero se viene seguito senza deviazioni non presenta pericoli oggettivi ma, dato che nella parte alta si passa sul bordo di un precipizio, è necessario valutare con attenzione la possibilità di portarci bambini piccoli.

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