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Marittime, il 'ragno lupo' minacciato dal clima

Il riscaldamento globale mette a rischio il Vesubia jugorum, aracnide endemico delle Alpi Marittime, inserito nella lista rossa dell'IUCN

  • Giorgio Bernardi*
  • Ottobre 2016
  • Mercoledì, 2 Novembre 2016
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Marittime, il 'ragno lupo' minacciato dal clima
Un esemplare di Vesubia jugorum
Foto di E. Biggi
Marco Isaia al lavoro
Foto di F. Tomasinelli
Un esemplare di Vesubia jugorum
Foto di F. Tomasinelli

Ci sono lupi nelle Alpi Marittime che hanno otto zampe. Alcuni sono molto rari e minacciati dal riscaldamento globale. Uno di questi è Vesubia jugorum, un "ragno lupo" — così vengono chiamati i Licosidi, ragni molto voraci e con grandi capacità predatorie — che vive esclusivamente nelle pietraie delle Alpi del Sud a quote superiori a 2000 metri. Si tratta di un ragno che per le sue notevoli dimensioni (fino a 2,5 cm zampe escluse) dovrebbe essere ben noto agli escursionisti che frequentano queste splendide montagne.
A causa di una lunga e tormentata storia biogeografica, ne sopravvivono oggi un numero limitato di popolazioni, distribuite sul versante italiano e francese delle Alpi Marittime e in poche aree limitrofe delle Cozie.

La sopravvivenza di Vesubia jugorum è messa a repentaglio dal rapido innalzamento delle temperature globali. Per questo motivo il gruppo di ricerca dell'Università di Torino, coordinato da Marco Isaia in collaborazione con Stefano Mammola e Filippo Milano, ha proposto l'inserimento di questa specie nella Lista Rossa delle specie minacciate della IUCN (International Union for the Conservation of Nature). Al lavoro ha inoltre partecipato Pedro Cardoso dell'Università di Helsinki, nell'ambito delle azioni della Commissione IUCN per la Sopravvivenza delle Specie.

Nel corso degli anni, il gruppo dell'Università di Torino ha setacciato in lungo e in largo le Marittime verificando lo stato delle popolazioni e la loro distribuzione. Sulla base di proiezioni statistiche basate su dati climatici attuali e futuri, gli studiosi stimano che, a causa del riscaldamento globale, in un meno di un secolo l'areale di Vesubia jugorum potrebbe ridursi a tal punto da compromettere la sopravvivenza della specie. Proprio per questo motivo la proposta di inserimento in Lista Rossa è stata accettata e verrà formalizzata entro l'inverno. Si tratta del primo aracnide italiano di cui si dichiara formalmente il rischio di estinzione secondo criteri internazionali IUCN.
"Il riscaldamento globale minaccia la specie in modo significativo" spiegano Marco Isaia e Stefano Mammola "ma fortunatamente la maggior parte delle popolazioni sopravvive nelle aree protette delle Alpi Marittime, del Marguareis e nelle vicine Aree della Rete Natura 2000, in cui risulterà eventualmente più facile operare azioni mirate alla sua sopravvivenza".

Una ricerca che deve continuare

Vesubia jugorum è solo una delle 295 specie di ragni censita nel Parco delle Alpi Marittime e nei Siti di importanza comunitaria adiacenti gestiti dall'Ente. Il censimento della diversità dei ragni del Parco, si è svolto nell'ambito primo progetto Europeo di Inventario Biologico Generalizzato, promosso in collaborazione con l'Istituto Diffuso di Tassonomia Europeo (EDIT) e svolto nell'ambito del Piano integrato transfrontaliero (Alcotra) Marittime-Mercantour. Il popolamento araneologico delle Marittime si caratterizza per la notevole presenza di specie endemiche, ovvero presenti soltanto in limitati distretti alpini. Secondo il censimento infatti, quasi una su dieci delle specie segnalate è endemica delle Alpi Sud-occidentali. Data la ristrettezza dell'areale di distribuzione, molte di esse, tra cui quelle tipiche delle alte quote come Vesubia jugorum, potrebbero essere a rischio di estinzione, minacciate in particolare dal riscaldamento globale.
Proprio per garantire la conservazione di Vesubia jugorum e delle altre specie, i ricercatori auspicano di mettere in atto nuovi programmi di ricerca e di monitoraggio che dovrebbero essere sostenute da progetti nazionali ed europei. Parallelamente, in relazione all'elevato rischio di estinzione di questa specie, potranno essere previste attività di gestione delle popolazioni locali, tra cui potrebbero figurare interventi di ripopolamento e traslocazione in aree idonee.

*Aree protette Alpi Marittime

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