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Saint Julien, i Galli abitavano qui

Capanne in paglia e abili artigiani ma anche una nuova modernità sostenibile. Il villaggio gallo è una finestra sul passato e una buona occasione per imparare

  • di Aldo Molino
  • dicembre 2013
  • Martedì, 18 Marzo 2014
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Saint Julien, i Galli abitavano qui
L'archeo sito di Saint Julien
Foto: A. Molino
L'archeo sito di Saint Julien
Foto: A. Molino
L'archeo sito di Saint Julien
Foto: A. Molino
L'archeo sito di Saint Julien
Foto: A. Molino
L'archeo sito di Saint Julien
Foto: A. Molino
L'archeo sito di Saint Julien
Foto: A. Molino
L'archeo sito di Saint Julien
Foto: A. Molino

Cinquecento chilometri, a ovest di Valdieri, all’altro estremo del paese Occitano Sant Julien è un tuffo indietro nel passato che abbiamo letto nei libri di storia o visto nelle fiction televisive.
Axterix e Obelix, non hanno mai abitato qui, loro erano molto più a nord , ma tanto è forte il condizionamento dei media che davvero girato l’angolo ti aspetti di trovare un bardo dedito alle sue strazianti melodie o un druido in tunica bianca intento nell’immancabile cratere a preparare qualche misteriosa pozione. I Galli a Saint Julien (come del resto a Valdieri) ci sono stati sul serio. Gli scavi archeologici hanno infatti rilevato le tracce di un importante insediamento in questo luogo strategico in riva alla Garonna sulle prime alture pirenaiche a una cinquantina di chilometri  da Tolosa. Sbaglieremmo comunque (questo tra l’altro ci insegna la visita) a considerare la Francia prima di Cesare come una realtà statica ed omogenea. Quando i romani invasero la Gallia, le tribù celtiche erano ancora in fase di espansione, dall’Europa centrale verso il sud-ovest del continente, pressate dai germani dell’est. I costruttori dei megaliti dell’antica Britannia e degli inquietanti allineamenti di Carnac non furono sicuramente i Galli ma le misteriose genti che li precedettero. Anche nell’area pirenaica i Celti giunsero relativamente tardi quando le antiche popolazioni, iniziarono la loro lenta regressione (basti in proposito citare il caso del popolo basco).

Il “Village Gaulois” è difficile da classificare: parco culturale, parco archeologico, ecomuseo.
I suoi stessi ideatori sono incerti sulla definizione l’ iter realizzativo non ha seguito un cammino rettilineo e definito. Gli iniziali due promotori a metà degli anni 90 sono diventati nel tempo 11, uniti da una passione  comune: carpentieri, agricoltori, costruttori di tetti, muratori e naturalmente studiosi di archeologia.

Sui 9 ettari del comprensorio messi a disposizione dal SIVOM è stato realizzato un archeo-sito che ripropone l’organizzazione sociale, economica le attività proprie di un insediamento gallico con le sue case i suoi edifici accessori e di culto e le strutture difensive come secondo le nostre attuali conoscenze doveva presentare circa 3 secoli prima di Cristo. Dal parcheggio una stradina sterrata fiancheggiata da campi ci conduce al fossato e alla porta fortificata che protegge il lato più vulnerabile del villaggio altrimenti difeso naturalmente da un alta falesia e dalla Garonna il maggior fiume pirenaico. Oltre l’ingresso si è in piena età del ferro. Case in paglia, artigiani che ripropongono le attività e le capacità di quei tempi lontani. Il laboratorio del vasaio dove si producono e si cuociono le ceramiche e quello del tessitore. Le erbe con cui si tingono i tessuti e i luoghi dove si trasformano i cibi e si allevano gli animali e ancora il fabbro e il laboratorio dove si producevano le monete. Nel punto più elevato un recinto sacro ripropone le credenze religiose di quel popolo. Particolarmente interessante un edificio in tutto simile alle antiche case ma che in realtà è un edificio abitabile HQE (alta qualità ambientale) costruito con modalità antiche di 2.500 anni ma perfettamente idoneo agli standard moderni.

Le Village Gualois-L’Archeosite
la Chaussée 31310 RIEUX VOLVESTRE Info 05 61 87 16 38
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archeologia sperimentale tetti di paglia

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