Sarà per per la sua notevole capacità di rigenerazione dopo la potatura, fatto sta che ancora oggi molti attribuiscono al nocciòlo qualità terapeutiche. In passato la pianta era considerata magica e il suo legno utilizzato per costruire tavolette divinatorie, bacchette magiche e bastoni che, secondo la tradizione, potevano condurre a fonti di acqua e trovare tesori nascosti. Non è un caso che Mercurio, messaggero degli dei, si servisse proprio di un bastone alato in legno di nocciòlo, raffigurante due serpenti intrecciati. Questo bastone, detto caduceo, è tutt'oggi utilizzato come simbolo della professione medica e fa bella mostra di sé in moltissime insegne di farmacie o sulle scatole delle medicine.
Una pianta particolarmente produttiva
Alla fine dell'inverno, in un contesto boschivo, il nocciòlo è facilmente riconoscibile grazie alle sue lunghe infiorescenze maschili colorate di giallo, gli amenti. La stessa pianta, oltre ai fiori maschili, porta su di sé i fiori femminili. Questi sono molto piccoli e meno appariscenti anche se caratterizzati da un intenso colore rosso-purpureo. Quando, grazie al vento, il polline cade dagli amenti ed incontra e feconda il fiore femminile, inizia la trasformazioni dell'ovario in frutto. Le nocciòle iniziano a maturare in agosto e saranno pronte per la raccolta in autunno, con una media produttiva di 3 kg per pianta.
Poiché in natura tende a formare cespugli a ceppaia, che sarebbero troppo scomodi per l'attuale raccolta meccanizzata delle nocciòle, gli agricoltori devono dedicare grandissima cura alla potatura puntuale e periodica della pianta che inizierà a produrre i primi frutti a partire dal sesto anno di vita, ottenendo la forma ad albero che siamo abituati a riconoscere.
Il nocciòlo nel mondo
Ad oggi nel mondo, sono circa venti le principali varietà di nocciòle commercializzate, ma è importante sapere che ne esistono molte di più! Nocciòli americani, asiatici, cinesi, turchi ed altri ancora, sono tutti caratterizzati dalla produzione di frutti sempre commestibili e molto nutrienti. Per questi motivi, il nocciòlo ha accompagnato la storia dell'uomo nei millenni, segnando il passaggio degli esseri umani preistorici dal nomadismo alla sedentarietà.
In Europa, per esempio, sono stati rinvenuti reperti archeologici che dimostrano la diffusione ed il consumo di nocciòle. In Val Vigezzo, nella provincia piemontese del Verbano-Cusio-Ossola, è stato individuato un lago pleistocenico con tracce fossili di pini, betulle, ontani, querce, castagni e nocciòli. Un'altro ritrovamento nella nostra regione è avvenuto nel 2018 a Novi Ligure, dove sono stati portati alla luce alcuni frutti e semi carbonizzati, risalenti a 7000 anni fa.
Un'ultima curiosità si nasconde nel nome scientifico della pianta: Corilus avellana. Il nome del genere, Corilus, deriva dal greco κόρυς che tradotto significa "elmo", facendo riferimento alle brattee (foglie modificate) che avvolgono il frutto della nocciòla.