Lo scorso novembre il gruppo di lavoro si è riunito a Cameri a Villa Picchetta, la sede legale dell'Ente di gestione del Parco del Ticino e Lago Maggiore, per valutare lo stato di avanzamento dei lavori e programmare le prossime stagioni di monitoraggio.
Presenti quasi tutti i volontari, non sono mancate le partecipazioni di Paolo Palmi e Francesco Gatti che, a titolo gratuito e con grande disponibilità e competenza, hanno svolto e svolgono tuttora il ruolo di responsabili scientifici del progetto. Per valutare su come procedere con lo studio, il personale dell'Ente parco ha aggiornato l'intera banca dati in occasione dell'incontro e ha rielaborato tutte le mappe di distribuzione di ogni singola specie di farfalle.
Liete sorprese, nonostante la stagione anomala
A differenza delle prime ipotesi, che prevedevano la conclusione dei monitoraggi nell'estate del 2023, visto l'anno estremamente siccitoso e quindi anomalo e non rappresentativo di una stagione "normale" per le farfalle, si è deciso di continuare i monitoraggi anche nel 2024 per poter avere un anno in più per completare le aree poco indagate e per affinare i dati e dedicarsi alle specie più elusive, localizzate o di difficile riconoscimento, e quindi più difficilmente rilevabili.
Dall'osservazione dei dati della stagione 2022 si evince che il lavoro svolto è stato efficiente: il numero di osservazioni presenti in banca dati è più che raddoppiato, passando da poco più di 3100 osservazioni georeferenziate a quasi 7400 record.
Oltre alla mole di dati, non banale, importanti sono state anche le riconferme di due specie non più osservate di recente, Leptidea sinapis e Argynnis pandora e Satyrium pruni, specie osservata in una località in cui si pensava estinta e che oggi risulta presente, invece, in due punti del Ticino.
Oltre a queste conferme sorprendenti, ci sono state anche le scoperte di due nuove farfalle sul territorio tcinese: Cupido alcetas e Libythea celtis: rilevamenti che confermano la preparazione dei volontari e la cura dei dati raccolti.
Ora non resta che continuare il lavoro senza escludere che nuove osservazioni possano ancora sorprenderci perché la Natura, oltre a emozionarci, spesso sorprende.