Se usciamo dell'Europa e cerchiamo normative dedicate alle specie a rischio di estinzione approdiamo negli Stati Uniti dove dal 1973 è in vigore l'Endangered Species Act (ESA). L'ESA per molti aspetti assomiglia alla nostra Direttiva Habitat (43/92 CEE) che dal 1992 si occupa della protezione della biodiversità in Europa. Le specie che necessitano di sforzi di conservazione sono elencate in allegati, che a differenza di quelli della nostra Direttiva Habitat sono in continuo rimaneggiamento. Le specie che anche solo in uno stato sono minacciate di estinzione possono entrare nella lista come Minacciate (Threatened) o Molto Minacciate (Endangered) e uscirne una volta fuori pericolo. L'ESA promuove il recupero della fauna selvatica conservando gli habitat da cui dipende. Si occupa delle specie terrestri il WildLife Service e tra le altre attività propone nuove candidature.
Ecco che lo scorso 12 dicembre 2024 il WildLife Service ha pubblicato sul registro Federale una richiesta pubblica per ottenere il parere dei cittadini sulla proposta di inserire la farfalla monarca (Danaus plexippus il suo nome scientifico) nell'elenco delle specie minacciate con protezioni specifiche come previsto dall'Endangered Species Act. I commenti pubblici sulla proposta saranno accettati fino al 12 marzo 2025. Il Servizio valuterà i commenti e le eventuali informazioni aggiuntive sulla specie e deciderà se inserire la farfalla monarca nell'elenco.
Il parere dei cittadini in questo caso è davvero cruciale: questa specie infatti è un'icona in tutto il Nord America così come è conosciutissima in Canada e amata dalla gente, che è spesso coinvolta attivamente nel proteggerla. Ma perché è così conosciuta e amata anche dai non addetti ai lavori? Ci sono almeno tre ragioni.
Un'icona di bellezza
Con la sua vistosa colorazione arancione e nera, la farfalla monarca, originaria del Nord America, è uno degli insetti più riconoscibili al mondo. È anche una delle specie di invertebrato più studiate: descritta da Linneo nel 1758 (nella decima edizione del Systema Naturae), è la prima farfalla della quale sia stato sequenziato l'intero genoma. La sua colorazione arancione ricalca lo stemma del Principe d'Orange (Guglielmo III d'Inghilterra) da cui deriva il nome comune di farfalla monarca. Ma non è certo l'unica ad avere questa colorazione, anzi piuttosto diffusa tra farfalle, coccinelle, rane e serpenti.
Un incredibile esempio di coevoluzione
Le farfalle monarca presentano colorazioni vistose per avvertire i potenziali predatori (uccelli, rettili, ragni) che assaggiarle potrebbe non essere un'esperienza piacevole. Infatti, dentro i loro "corpi grassi" sono presenti delle sostanze tossiche (cardenolidi) che la farfalla ha ottenuto quando era un bruco, mangiando le foglie delle Asclepiadacee che li contengono proprio per difendersi dagli erbivori. La possibilità non solo di superare le difese della pianta, ma di stoccare queste sostanze tossiche nei propri tessuti e non perderle nella metamorfosi, rappresenta un esempio di coevoluzione incredibile. La colorazione aposematica avverte poi il predatore di questa tossicità evitando l'assaggio. Poiché il messaggio è più semplice da imparare se usa lo stesso codice, ecco che le colorazioni aposematiche si basano sugli stessi colori. Questo fenomeno descritto a metà del 1800 dal biologo tedesco Fritz Müller è noto come mimetismo mülleriano.
Un'instancabile viaggiatrice
Le farfalle monarca sono particolarmente note per le loro migrazioni. Infatti, ogni anno volano da tutto il Canada e da tutti gli Stati Uniti dividendosi in due popolazioni migratrici: una diretta verso il Messico centrale e la seconda verso le coste della California, dove passano l'inverno radunate in pochi siti di svernamento caratterizzate da boschi. Milioni di individui in stato di diapausa (una sorta di ibernazione) si ammassano sui tronchi degli alberi generando uno spettacolo emozionante. In primavera - dopo gli accoppiamenti - le farfalle ritornano verso nord per deporre le uova. Una parte ritorna al nord nella generazione successiva. La migrazione delle Monarca che per raggiungere il Messico arrivano a volare per 3000 km è una delle migrazioni più impressionanti compiute da un insetto. Il fenomeno è conosciuto e monitorato da decenni anche grazie al supporto dei cittadini e si stima che negli anni '80, oltre 4,5 milioni di farfalle monarca si sono radunate nelle zone di svernamento della California costiera. A metà degli anni Novanta, si stima che circa 380 milioni di monarca hanno intrapreso un lungo viaggio verso le zone di svernamento sulle montagne del Messico. Ma dagli anni '90 la farfalla monarca è in continuo declino.
La situazione attuale è drammatica
Secondo la più recente valutazione del WildLife Service la situazione oggi è drammatica. Le stime disponibili ci dicono che le farfalle monarca rispetto agli anni '80 sono diminuite dell'80%, con picchi del 95% per le popolazioni che svernano in California. I modelli previsionali indicano un'alta probabilità (superiore al 95%) di estinzione entro il 2080 per le popolazioni che svernano in California. Attualmente la specie non è protetta.
Cosa minaccia la sopravvivenza della monarca e come salvarla?
Le farfalle monarca sono minacciate dalla deforestazione, in particolare dei luoghi di svernamento, dai pesticidi, inclusi glifosati e neonicotinoidi, e dal cambiamento climatico. Secondo il WildLife Service, sono necessari ulteriori sforzi per garantire alle generazioni future questa emblematica specie. Soprattutto, servono habitat idonei a svernamento e riproduzione e misure di tutela più strette per proteggerle in particolare dall'esposizione ai pesticidi.
Il WildLife Service ha proposto di ripristinare una porzione dell'habitat di svernamento della monarca. L'area individuata è di quasi 18 km quadrati nelle contee di Alameda, Marin, Monterey, San Luis Obispo, Santa Barbara, Santa Cruz e Ventura in California. Gran parte di queste terre si trova su terreni privati e questo comporta il coinvolgimento e il sostegno dei proprietari terrieri locali. Anche i cittadini del Nord America sono chiamati a contribuire incrementando le fonti di nettare nei loro giardini.
La farfalla monarca in Europa
In Europa, a parte qualche migratore occasionale nel sud della Spagna e del Portogallo, con tendenza a formare colonie che sopravvivono negli inverni più caldi, è presente con popolazioni stabili e generazioni continue solo alle Isole Canarie e a Madera, dove è particolarmente frequente nei parchi cittadini che ospitano spesso piante del genere Asclepias, molto gradite alle sue larve.
L'Associazione Lepidotterologica Italiana (ALI) le ha dedicato un numero della sua Rubrica Metamorfosi, che racconta anche il ciclo vitale della sua sorella più piccola, il monarca africano (Danaus chrysippus), osservabile spesso in Italia in particolare in autunno e soprattutto al sud, in Sicilia e in Sardegna.
* Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell'Università degli Studi di Torino
** Associazione Lepidotterologica Italiana