La Nature Restoration Law europea ha l'obiettivo di recuperare il 30% degli habitat terrestri e marini considerati in cattivo stato di conservazione entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050.
L'Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e Lago Maggiore, in piena sintonia con questo Green Deal europeo, promuove il progetto "Natura Partecipata", un progetto di riqualificazione ambientale nato per dare nuovi spazi all'ambiente e a chi lo vive, in un'ottica di rispetto e convivenza tra uomo e specie animali e vegetali, nonché di lotta al cambiamento climatico.
Il progetto si basa su una raccolta di fondi rivolta a soggetti pubblici e privati desiderosi di contribuire economicamente, tramite donazioni, alla preservazione della biodiversità e degli ecosistemi, con un processo di acquisizione di aree cementificate, danneggiate, abbandonate o antropizzate all'interno delle province di afferenza dell'Ente (Biella, Novara, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola) e successiva riqualificazione delle medesime con interventi mirati ad attuare la protezione del territorio, del suolo, del clima e delle risorse idriche, conservazione ed incremento della biodiversità, miglioramento della qualità ecologica e percettiva del paesaggio ed offerta di aree idonee alla fruizione pubblica mediante attività culturali, turistiche e ricreative all'aperto ed a basso impatto.
La road map del progetto in pillole
Fra le attività del progetto, prtocedendo con ordine, vi è innanzitutto l'individuazione di aree idonee per l'attuazione di interventi di rinaturalizzazione, per la creazione di nuove aree a bosco, aree umide, aree di brughiera, in idoneità con la zona territoriale individuata. Successivamente si intende procedere alla riqualificazione delle aree antropizzate con attività di risanamento e decementificazione. Il passo successivo è quindi l'estensione della copertura forestale tramite la piantumazione di alberi autoctoni, e il conseguente ampliamento degli habitat per le specie che vi abitano, con la cattura della CO2, la salvaguardia dei suoli e molti altri servizi ecosistemici.
Tra le misure che vengono adottate vi è l'uso di piante che facilitano l'assorbimento di inquinanti (Ecosistema filtro), l'implementazione delle cosiddette "aree umide" (es. marcite), caratterizzate da una forte presenza d'acqua, con vantaggi per gli agricoltori (disponibilità di fieno per il bestiame in ogni stagione dell'anno) e per quelle specie animali che necessitano di aree umide per poter sopravvivere o nidificare e riprodursi. Vengono inoltre impiegate tecniche di ingegneria naturalistica per la sistemazione di dissesti e miglioramento ecologico dei corsi d'acqua, al fine di permettere una corretta permeabilità dei suoli e il drenaggio delle acque. Infine sono implementate le aree aperte per quelle specie animali che trovano un habitat più idoneo nelle praterie e nelle drylands rispetto a quello tipico delle aree forestali.
I casi concreti del Parco le Ginestre e della Roggia Molinara
Alcuni esempi concreti dell'esecuzione di questi interventi nelle aree tutelate dall'Ente sono la costituzione del parco "Le Ginestre" ad Oleggio (NO) e gli interventi di ingegneria naturalistica condotti presso la Roggia Molinara, sita tra i comuni di Bellinzago e Oleggio, sempre in provincia di Novara.
L'Oasi o Area Naturalistica delle Ginestre è un mirabile esempio di riqualificazione territoriale, in quanto sorto nel complesso di una vecchia cava dove le piante di ginestre erano presenti in grande quantità. Presenta un percorso didattico interessante per la possibilità offerta ai visitatori di trovare fiori rari e spontanei e piante tipiche, nonché di osservare specie animali reinserite tipiche delle zone umide, in quanto l'Oasi è diventata un'importante zona di sosta, riposo e riproduzione per molte specie di invertebrati, pesci, rettili, anfibi, mammiferi e uccelli.
La riqualificazione morfologica ed ecologica della Roggia Molinara, condotta dall'ente parco Ticino e Lago Maggiore in collaborazione con il Consorzio di irrigazione e bonifica Est Sesia, è stato un intervento di ingegneria naturalistica che ha previsto la realizzazione di circa 460 metri di sponda consolidata con gabbionate e scogliere rivegetate, sormontate da una sponda in terra piantumata con prevalenza di specie arbustive, a conseguire una serie di fasce tampone afferenti il corso d'acqua, con lo scopo di ridurre l'inquinamento dei nutrienti di origine agricola e dei pesticidi di origine agricola e migliorare le condizioni idro-morfologiche dei corpi idrici e la ritenzione naturale delle acque, anche tramite l'eliminazione della vegetazione alloctona invasiva eventualmente insediata sulle sponde e nell'intorno.
Miglioramento del benessere della popolazione locale, assorbimento della CO2, miglioramento della qualità dell'aria, fitodepurazione delle acque, laminazione delle piene, stabilità idrogeologica dei terreni, biodiversità, produzione legnosa sostenibile, questi ed altri sono gli obiettivi ambiziosi del progetto "Natura Partecipata" che si cercherà di raggiungere nei prossimi anni.