Come abbiamo raccontato lo scorso mese di aprile nell'articolo Beth, una grande tragedia alpina quest'anno ricorrono i 120 anni dalla valanga del Beth, tragedia in cui 81 minatori persero la vita, travolti dalla valanga nel momento in cui stavano scendendo dalle miniere poste a circa 2.700 metri di quota vicino al Bric Ghinivert (m. 3037).
La comunità di Pragelato (TO), grazie al coinvolgimento di molti soggetti, fra cui i Parchi Alpi Cozie, proporrà nelle prossime settimane, attraverso diversi momenti commemorativi, ciò che questo drammatico evento ha significato per il territorio e per le famiglie delle vittime.
La testimonianza
Estrapoliamo, da uno di questi prossimi incontri, alcune parti di una descrizione redatta da un testimone che si recò sul posto il 15 agosto del 1904, quattro mesi dopo il tragico evento.
Il nostro interlocutore, aspettando la commemorazione e l'inaugurazione di una lapide nei pressi del villaggio alpino di Troncea, alle prime luci dell'alba risale il vallone, facendosi accompagnare da François, un abitante locale.
Ecco cosa vedono...
"Innanzi a noi compare una casa costrutta parte in muratura e parte in legno. È la stazione detta d'angolo ove ricevettero le prime cure i pochi minatori che vennero salvati.
Quà e là per la valle si vedono carrelli della funicolare. Non v'è traccia della valanga. Saliamo circa una mezz'ora e giungiamo alla stazione. Dalla valanga non fu danneggiata. Ha due travi di sostegno del tetto rotte dal colpo violento ricevuto dalle funi della funicolare (che andavano da quà al Ghinivert) spezzatasi per la caduta dei sostegni di legno.
Pieghiamo a sinistra e dopo una quindicina di minuti, giungiamo a circa cinquanta metri sotto la stazione di monte. È qui ove si rinvenne la maggior parte delle povere vittime. Vivissimamente commossi, pieghiamo ancora
leggermente a sinistra ed eccoci ad un piccolo avvallamento dove si innalza una modesta croce, a cui fan corona numerosi i fiori delle alpi. È qua che venne ritrovata la salma del geometra Maurizio Basile.
Su questa croce che giovin fanciulla pose a ricordo dell'uomo che l'amava d'intenso affetto e che anelava al giorno in cui l'avrebbe potuta rendere sua sposa, pur noi deponiamo un flore. Mestizia ineffabile avvolge in
quell'istante i nostri cuori e il nostro pensiero vola al cimitero di San Secondo ... Senza profferir parola percorriamo il breve tratto che ci separa dalla stazione di monte.
Dalla valanga è stata quasi completamente abbattuta. Alla violenza dell'urto solo resistette la galleria in legno che univa la stazione alla miniera e che tutti gli anni le valanghe distruggevano.
La stazione non la si vede che sin quando si è giunti a pochi metri di distanza. Sorge, o meglio sorgeva, ad un centinaio di metri dal culmine della montagna, in un piccolo ripiano.
A destra di chi la guardi, di fronte, si innalza per ben trecento metri erta e minacciosa la punta del Beth. È di lassù che partì la terribile valanga. Pei fianchi scoscesi sonvi dei pali destinati a suddividere le valanghe.
Tutto attorno al baraccamento si vedono indumenta dei poveri minatori, carte, ferri di lavoro, coperte, botti, ecc. ecc. Il sole che tratto tratto fa capolino fra le nubi ravviva la mestizia di questa scena, che è delle più tristi che si possan concepire. Mentre giriamo quà e là vediamo salire su per la valle drappelli di visitatori pensosi. Seppimo poi che eran lavoratori venuti da lontano, mossi dal desiderio di deporre un fiore sui sepolcri dei loro compagni nel cimitero di Lavai, mossi dal desiderio nobile e pio di assistere alla loro commemorazione. François, mal celando l'interna commozione ci narra episodi strazianti, ci porta a vedere i punti in cui vennero ritrovati i pochi scampati alia morte. Da un'apertura posta fra travi spezzate del tetto vediamo il luogo ove miracolosamente non rimasero schiacciati quei venticinque operai, che dopo lotta sovraumana riuscirono a porsi in salvo e che primi portarono alla Fonderia l'annunzio dell'orribile disastro.
Andiamo a visitare il luogo ove era il dormitorio dei poveri operai. Per recarvici passiamo accanto ad una fossa in cui del pane, delle cipolle e del lardo in stato di decomposizione esalano un odore nauseabondo. Appesi ai muri
sonvi ancora berretti, giubbe, calzoni, ecc., sparse, per terra, alla rinfusa v'è un'infinità di oggetti. Tutti parlano alla mente nostra, tutti pare voglian ricordare un episodio pietoso».
Il tempo trascorre veloce, occorre scendere per poter essere presenti all'inaugurazione della lapide: « L'animo nostro s'allieta al vedere sì lunghe file di popolo, s'allieta al vedere che tante centinaia di persone hanno
compreso che era sacro dovere, a qualsiasi fede politica s'appartenesse, di partecipare alla cerimonia inaugurale di questa lapide, che non ricorda i nomi di Carneadi più o meno illustri, ma ricorda bensì tante virili esistenze
spezzatesi nel fiore degli anni, un grave lutto per tante famiglie di lavoratori. Uno squillo di tromba ci trae dalla meditazione. Silenzio! La mesta funzione ecco s'inizia...".
Questa preziosa testimonianza è stata pubblicata sul giornale «La Lanterna Pinerolese» sabato 3 settembre 1904, in prima pagina, firmata semplicemente con L. e O.
Tra le persone che più si sono spese in questi anni per mantenere viva la memoria della tragedia del Beth c'è Domenico Rosselli, guardiaparco delle Aree protette delle Alpi Cozie, che è anche uno dei protagonisti degli eventi programmati per quest'estate dal parco. Leggi la sua intervista esclusiva sull'argomento.
Il calendario delle iniziative
Per chi ha piacere di approfondire alcuni aspetti di questa storia ecco le principali iniziative intraprese dalla comunità pragelatese:
- 29 giugno ore 17; piazzetta frazione di Grand Puy: "Letture sulle tragedie: i 100 anni dell'incendio del Grand Puy e i 120 delle valanghe del Beth", relatore Renzo Guiot.
- 20 luglio ore 17; piazzetta frazione Soucheres Basses: "Le famiglie dei minatori".
- 27 luglio, ore 15,30; giardino della biblioteca comunale, frazione Soucheres Hautes-Rivets:Intervista immaginaria ad un minatore del Beth", relatore avv. Luca Grande.
- 3 agosto, ore 17; piazzetta frazione Plan: "Il diario del minatore", relatore Domenico Rosselli (Parchi Alpi Cozie).
- 4 agosto, ore 17; piazzetta frazione Villardamond: "Minatori di ieri e di oggi", relatore Gian Vittorio Avondo.
- 6 agosto, ore 17; piazzetta frazione Chezal: "Le famiglie al Chezal quando si parlava patois".
- 8 agosto, ore 17; piazzetta frazione Duc: "Miniere del Beth: storia di innovazione tecnologia e fatica", relatore Domenico Rosselli (Parchi Alpi Cozie).
- 18 agosto, ore 11,30; Casa Guigas frazione Granges: "Emigrazione forzata dei pragelatesi in Germania a fine 1600", relatore prof. Giovanni Balcet.
- 19 agosto, ore 17; saletta ATL frazione La Ruà: "Le donne nelle miniere", relatrice Maria Luisa Lantelme.
- 21 agosto, ore 17; piazzetta frazione Allevè: "Al Beth, quattro mesi dopo la terribile valanga", relatore Bruno Usseglio (Parchi Alpi Cozie).