Fin dalla sua nascita, l'agricoltura ha espresso la capacità dell'uomo di dialogare con la natura e di assecondare le caratteristiche del clima e dell'ambiente, come i cicli stagionali delle piante o il comportamento degli animali, in modo da usare i meccanismi ecologici per ottenere cibo e altre risorse utili.
Con l'evolversi di questa capacità sono nate innumerevoli comunità rurali, la cui identità si definiva intorno all'ambiente e alle pratiche agricole. Tali gruppi hanno prosperato per migliaia di anni in tutto il pianeta, lasciando in eredità un patrimonio inestimabile di tradizioni, riti e miti, assieme ad una quantità enorme di semi e varietà locali, di conoscenze sulle loro caratteristiche e sulla natura circostante.
Con il fine di assicurare una migliore conservazione o di rendere più facile la loro trasportabilità, l'uomo ha inventato tecniche come l'affumicamento, la salatura, l'essiccazione. Il risultato è quello di aver generato una molteplicità di colture, una molteplicità di tecniche di trasformazione e di conservazione del cibo, che sono alla base della diversità culturale dell'uomo.
Questa ricchezza millenaria è stata spazzata in pochi decenni da un modello di agricoltura basata sull'omologazione di prodotti e tecniche colturali: in tutto il mondo l'agricoltura industriale ha soppiantato progressivamente quella familiare e il mercato globale ha imposto prezzi e prodotti su quello locale.
L'agricoltura finalizzata al solo business ci sta portando alla miseria culturale, verso l'omologazione gastronomica, ambientale e culturale.
Dal cuore della povertà è nato un concetto rivoluzionario, che lentamente si è fatto strada fino a comparire nei documenti ufficiali: la Sovranità Alimentare, il diritto dei popoli a produrre il proprio cibo in piena autonomia e a consumarlo in libertà.
Le ONG italiane hanno scelto di lavorare a fianco di queste organizzazioni che lottano, nel Nord e nel Sud del mondo, per un'agricoltura equa e sostenibile, attenta alla tutela delle risorse ambientali, alla valorizzazione dei saperi locali e rispettosa delle esigenze dei produttori come di quelle dei consumatori.
Ottobre 2018
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