Villa Picchetta di Cameri
La sede signorile che sovrasta la Valle del Ticino ha riaperto le sue porte ai visitatori lo scorso 16 aprile e sarà visitabile tutte le domeniche fino al 16 luglio e, successivamente, dal 3 settembre al 29 ottobre, dalle 14 alle 18. Dalla primavera all'autunno, le grandi sale al piano terreno e i giardini sono aperti al pubblico e visitabili gratuitamente, anche con la possibilità di fruire di visite guidate. Dalla Villa partono inoltre itinerari ciclabili e pedestri. La Villa si raggiunge dall'abitato di Cameri (NO) imboccando la Via Picchetta dal Santuario della Madonna di S. Cassiano e seguendo le segnalazioni. È dotata di un parcheggio a 150 metri e nelle immediate vicinanze esistono possibilità di ristoro, alloggio e un centro equestre.
Già citata nei documenti del XVI secolo, Villa Picchetta è arricchita da tre giardini, dalla Sala dell'Ottagono con i suoi affreschi e dalla Sala Est con un imponente camino. Lo storico edificio, acquisito nel 1989 grazie al contributo della Regione Piemonte, era in passato la dimora padronale di un antico complesso agricolo, la Cascina Picchetta, costituito da rustici e dalla villa stessa, posta al centro dell'insediamento, che ancora oggi si distingue per i caratteri signorili dell'architettura. Dal gennaio 2001 è divenuta sede del Parco e ospita uffici, convegni, visite didattiche, mostre espositive e matrimoni. L'intero edificio è organizzato con struttura a pianta ad "U" con torrette poste agli angoli e dominato, al centro, da un tiburio con lanterna. Ancora ben conservate sono le ricche decorazioni a grottesca della Sala dell'Ottagono e quelle del Portico sul lato ovest, con raffigurazioni paesaggistiche. L'insediamento, corredato da boschi, prati e vigne, comprendeva case rustiche, una grande stalla, casseri e un edificio signorile, definito "palatium", da identificarsi con la costruzione oggi sede del Parco. Nel corso dei secoli XVII e XVIII il nucleo cinquecentesco venne ampliato. La proprietà passò in seguito dalla famiglia Cid ai Gesuiti, come eredità dal nipote della nobildonna milanese Lucrezia Cioccara. Dal 1779, con la soppressione dell'Ordine, il complesso appartenne ai nobili Natta d'Alfiano fino al 1833, quando fu nuovamente venduto. Per successive vendite o eredità passò quindi a diversi altri proprietari, finché nel 1989 fu acquistato dal Parco.
Il Mulino Vecchio di Belinzago
Tra i tanti mulini ad acqua che sono stati costruiti nella valle del Ticino ma, ad oggi, unico funzionante e in buono stato di conservazione, il Mulino Vecchio di Belinzago dal 10 aprile è di nuovo visitabile tutte le domeniche e nei giorni festivi fino al mese di ottobre dalle 14 alle 18 su prenotazione con ingresso gratuito. Con il contributo della Regione Piemonte il Mulino è diventato un Centro regionale di Educazione Ambientale.
Il Mulino ospita un'esposizione permanente comprendente documentazione storica e oggetti legati all'attività agricola e molitoria, che occupa il primo piano dell'edificio, allestita per illustrare gli aspetti del territorio legati all'utilizzo dei mulini ad acqua, che rappresentano delle entità produttive essenziali per l'economia agricola della valle del Ticino.
La Sala delle macine, dove sono conservati impianti e macchinari del Mulino, è la parte più significativa dell'intero complesso: ci si può immergere nell'atmosfera del vecchio edificio, dimenticando il tempo trascorso. Insieme alle tre ruote idrauliche esterne in ferro l'attrezzatura per la macinazione delle granaglie è tuttora funzionante e in buono stato di conservazione ed è possibile, grazie all'acqua della Roggia Molinara, azionare la ruota che attraverso una serie di ingranaggi trasmette il movimento alle grandi macine di pietra che producono la farina.
Accanto alla Sala macine si trovano la cucina e il forno per cuocere il pane, utilizzato dall'ultimo mugnaio Ambrosetti fino a pochi decenni fa. Al piano terra è stata ricavata, nella vecchia stalla, una sala attrezzata per laboratori didattici, per esposizioni temporanee o per la visione di audiovisivi per integrare le visite guidate.
Dalla primavera all'autunno il Mulino Vecchio è sede di numerosi eventi e manifestazioni culturali ed è meta di scolaresche che vi si recano per le attività di educazione ambientale.
Il Mulino si raggiunge in bicicletta (o a piedi) da Villa Picchetta di Cameri, sede dell'Ente (da cui dista circa 8 chilometri) percorrendo tre tratti di pista ciclabile, oppure con mezzi a motore dal paese di Bellinzago (NO), imboccando la Via Ticino al semaforo e seguendo le frecce di segnalazione di colore marrone.
L'Area Naturalistica delle Ginestre
Dal 1° maggio l'Area Naturalistica delle Ginestre ha riaperto al pubblico. È visitabile tutte le ultime domeniche del mese, da maggio a ottobre dalle 14 alle 18.
L'area naturalistica Le Ginestre prende il nome dalla ginestra, l'arbusto dai fiori gialli che per primo colonizzò le rive della vecchia cava sulla quale è stata realizzata. Oggi è un'importante zona di sosta, riposo e riproduzione per molte specie di invertebrati, pesci, rettili, anfibi, mammiferi e uccelli. L'Oasi delle Ginestre presenta un percorso didattico con fiori rari e spontanei, piante tipiche e possibilità di reinserimenti faunistici tipici delle zone umide. Offre ai visitatori l'opportunità di osservare presenze vegetali e animali, proprio là dove una precedente attività di cava aveva estratto e portato via. Sia Le Ginestre sia il percorso didattico che è stato realizzato al suo interno, sono il risultato di un lavoro concreto per la biodiversità.
Per maggiori informazioni:
Telfono: +393293174848
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Sito delle Aree protette del Ticino Lago Maggiore
NB: Le foto di questo articolo provengono dall'archivio dell'EGAP Ticino Lago Maggiore