I ghiacciai del Re di Pietra hanno subito una marcata riduzione negli ultimi decenni e in alcuni casi sono addirittura spariti alla vista, rimanendo come residui di ghiaccio al di sotto delle coperture detritiche sciolte.
È, in sintesi, il risultato dello studio effettuato da Arpa Piemonte nella scorsa stagione autunnale. I tecnici hanno infatti effettuato alcuni sopralluoghi diretti o indiretti sulla maggior parte dei corpi glaciali che si trovano intorno al Monviso: grazie all'assenza di neve residua della stagione invernale precedente, le osservazioni effettuate fotografano la reale situazione dei ghiacciai del Monviso.
Il Monviso rientra in un vasto territorio naturale protetto, che si estende tra il Parco del Monviso e le Alpi Marittime. Il primo tutela il massiccio Re di pietra, Riserva Unesco della Biosfera transfrontaliera e il Bosco dell'Alevè, la più estesa e antica formazione di pino cembro della cerchia alpina, presente in Valle Varaita. La seconda, a meno di 50 chilometri dalla Costa Azzurra, comprende 24 vette che superano i 3000 metri di quota, con spettacolari circhi glaciali, oltre 80 laghi in quota di un blu irreale e un'eccezionale varietà di animali e specie floristiche. Oltre 400 i chilometri di itinerari segnalati, 10 i rifugi alpini e 7 i bivacchi. Il Monviso si caratterizza per tre versanti principali esposti rispettivamente a nordest, nordovest e sud sui quali hanno sede alcuni ghiacciai che, in linea con quanto si sta verificando sull'intera catena alpina, hanno subito una marcata riduzione negli ultimi decenni e in alcuni casi sono addirittura spariti alla vista.
Lo studio di Arpa, nel dettaglio
Sul versante nordest, sono due i ghiacciai: il Coolidge Superiore, in piena parete, e il Coolidge Inferiore, posto al piede della stessa; il ghiacciaio superiore nel 1989 fu interessato da un imponente crollo che riversò verso valle circa 200.000 metri cubi di ghiaccio. Il Coolidge Superiore è costituito da due ripide placche di ghiaccio indipendenti che coprono attualmente una superficie di circa 3.500/4.000 metri quadrati in un caso e di circa 9.500/10.000 metri quadrati nell'altro; lo spessore è difficile da valutare ma, secondo Arpa, non sembra superiore a 4-5 metri. Per quanto riguarda il Coolidge Inferiore, la superficie un tempo occupata da questo ghiacciaio è quasi completamente ricoperta da detriti rocciosi; solo nella zona sommitale affiorano piccoli lembi di ghiaccio di spessore inferiore ai 2 metri che ancora nel mese di ottobre erano soggetti a fusione.
Sul versante nordovest del Monviso, che rappresenta il lato sinistro del Vallone di Vallanta, sono stati presi in considerazione il Ghiacciaio Vallanta Superiore o del Triangolo e il Ghiacciaio Vallanta Basso. Il primo, osservato solo da distanza a causa della sua collocazione impervia, seppure in contrazione risulta ancora ben evidente; il secondo è ridotto a due piccole placche di ghiaccio poste a ridosso della parete rocciosa mentre il resto della superficie in origine glaciale è ricoperta da detriti.
I ghiacciai sul versante sud, dove passa la via normale di salita alla punta, sono estinti; si tratta del Ghiacciaio di Viso e del Ghiacciaio Sella le cui originarie superfici glacializzate sono ormai ricoperte da pietraie. Tuttavia, il passato glaciale di queste zone talvolta torna ad essere più evidente, come nel caso del Ghiacciaio Sella dove a monte del Bivacco Andreotti, a circa 3000 metri di quota, probabilmente per effetto del forte riscaldamento della stagione estiva 2022, si è aperta una piccola grotta di ghiaccio.
Infine, Arpa Piemonte segnala anche il fenomeno che si sta verificando a 3280 metri di quota nella conca sottostante la Punta Fiume dove ha sede un piccolo laghetto che fino a 10 anni fa era contornato da pietraie. Soprattutto nel corso dell'ultima stagione estiva, complici le temperature positive che si sono protratte in modo quasi continuativo per 6 mesi, sulla sponda occidentale del bacino lacustre è venuto alla luce il ghiaccio, su cui è impostato il laghetto e che rappresenta il residuo di un corpo glaciale ormai sepolt
La situazione di alcuni ghiacciai piemontesi dopo il caldo e la siccità
L'Ente Parco del Monviso, nato nel 2016, gestisce alcune Aree protette regionali e varie Zone Speciali di Conservazione facenti parte del sistema europeo della Rete Natura 2000. I territori protetti si estendono dalla pianura cuneese fino alla cima del Monviso e conseguentemente abbracciano una grande varietà di ambienti in cui vivono moltissime specie animali e vegetali, alcune delle quali, in tutto il mondo, sono presenti solo qui. L'Ente ha ereditato le strutture e il personale del Parco del Po Cuneese, istituito dalla Regione Piemonte nel 1990 e reso operativo dal 1995 nell'allora Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po.
Il Parco del Monviso comprende principalmente due entità di notevole rilievo ambientale e paesaggistico: il massiccio del Re di pietra (come il Monviso viene anche chiamato) e il Bosco dell'Alevè. Il primo con le punte Visolotto, Udine, Venezia, Roma, Viso Mozzo, celebrate da una ricca ed originale storia alpinistica; il secondo, con la più estesa formazione di pino cembro della cerchia alpina, sviluppatasi in Valle Varaita. Aspetti di assoluto interesse sotto il profilo geologico e mineralogico sono le pietre verdi del Monviso e il giacimento di piropi di Martiniana Po–Brossasco. A monte dell'abitato di Crissolo, oltre alle sorgenti del Po, situate a Pian del Re, l'Ente Parco gestisce la Riserva naturale della Grotta di Rio Martino, che costituisce un'attrattiva anche dal punto di vista speleologico. Nei primi 60 km del corso del fiume Po che si sviluppano in provincia di Cuneo e fino al confine con il Parco del Po torinese, troviamo altre sette riserve naturali, distribuite da Paesana a Casalgrasso, ultima nata nel 2019 la Riserva del Bosco del Merlino a Caramagna Piemonte. L'Ente Parco gestisce anche i terreni della tenuta di Staffarda, che fanno da corona all'omonima, famosa abbazia cistercense, recentemente iscritti nell'elenco dei Siti di interesse comunitario (SIC). A Racconigi il Parco gestisce la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) del Parco del Castello e dei Boschi lungo il Maira.