Morire a causa di un boccone avvelenato è la sorte che tocca ogni anno in Italia a centinaia di animali selvatici e domestici. Fra le vittime ci sono sia specie protette come orso, lupo, gipeto, aquila, grifone, nibbio, ma anche animali selvatici più comuni come la volpe, il tasso, il riccio e persino scoiattoli e rospi.
Il veleno non sceglie le sue vittime: a farne le spese sono spesso anche cani da compagnia e cani da lavoro, gatti e, nel peggiore dei casi, persone. Alcune delle sostanze impiegate per contaminare i bocconi e le carcasse sono infatti così potenti da intossicare anche senza ingestione, ma per semplice contatto o inalazione! Senza contare che il veleno uccide anche in modo indiretto: un animale morto avvelenato diventa a sua volta un'esca letale per chi lo consuma. Si innesca così una catena di morte che provoca danni incalcolabili agli ecosistemi anche su periodi lunghi: la maggior parte dei veleni persiste infatti nell'ambiente ed esercita quindi la sua azione letale per molto tempo.
Se vengono rinvenuti carcasse di animali o bocconi sospetti, bisogna avvertire subito il Comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri (ex Corpo Forestale dello Stato) telefonando al 1515 e il Servizio Veterinario ASL locale. Mai toccare mai nulla: è pericoloso! Bisogna inoltre fare attenzione a non inquinare la scena del crimine (non fumare, non toccare né spostare niente, calpesta l'area il meno possibile).
Per saperne di più: www.parcoalpimarittime.it