I funghi costituiscono un mondo affascinante e per molti versi misterioso, ben distinto sia da quello degli animali che da quello delle piante. Sono funghi gli lieviti che permettono la fermentazione del vino, della birra e del pane, ma sono funghi anche quelli che producono fastidiose malattie o che devastano interi raccolti. Funghi sono i celebrati tartufi bianchi ma anche alcune mortifere specie di amanite. Riguardo all'atteggiamento nei loro confronti le tradizioni culturali hanno in genere la prevalenza sulla conoscenza scientifica. Alcuni popoli sono decisamente micofobici mentre altri anche scriteriatamente micofagi. Insomma, c'è chi i funghi li mangia e chi ne ha paura e li detesta.
Ci sono luoghi dove certi tipi di funghi si mangiano mentre in altri, magari neanche troppo lontani, gli stessi funghi vengono presi a calci. Non è però dato di sapere se questi atteggiamenti sono del tutto gratuiti o si fondino invece sul fatto che varie caratteristiche fungine sono fortemente influenzate dal luogo in cui crescono. In certi posti e in certe epoche ad alcune specie sono stati riconosciuti poteri magici, oppure la capacità di produrre effetti pscicotropi o allucinogeni. Raramente questi effetti erano noti a tutti: il loro consumo in varie culture era anzi appannaggio di sciamani e uomini della medicina, guerrieri o sognatori. Qualcosa di magico comunque i funghi lo evocano sempre, non fosse altro per quel loro modo bizzarro di nascere e crescere, si usa dire, "come funghi" (ovvero apparentemente dal niente). Funghi si ma ... senza un adeguata esperienza e una specifica pratica è meglio lasciarli stare dove sono, evitando di raccogliere sconsideratamente qualunque cosa si trovi o di prendere a calci ogni carpoforo (il ''frutto'' del fungo il cui "corpo" filamentoso, ricordiamolo, si sviluppa di solito quasi del tutto sotto terra). Se proprio si vogliono mangiare è forse meglio comperarli al mercato, lasciando la natura alla natura. Questo non significa che non si possano ammirare - come si fa con i fiori selvatici -fotografandoli o imparando a riconoscerli anche quando si presentano in forme bizzarre e inconsuete.
Una delle specie che meglio interpretano il modello classico, il "fungo delle fiabe", è sicuramente l'ovolo malefico (per la scienza Amanita muscaria). Chiedete a un bambino di disegnare un fungo ed ecco un bel gambo bianco e un cappello rosso con i puntini bianchi sulla cuticola. La specie, oltre che facilmente visibile, è anche molto frequente nei boschi temperati forse perché, non raccolta dai fungaioli in quanto notoriamente tossica, è libera di prosperare. Bella a vedersi ma velenosa a mangiarsi, anche se fortunatamente non mortifera. L'ingestione provoca gli effetti più svariati che vanno dalle allucinazioni al vomito e alla diarrea. I chimici ne hanno isolato varie sostanze attive sul sistema nervoso umano come atropina, muscarina, muscimolo etc. Si tratta però di molecole contenute in quantità piccole e molto variabili, il che spiega la variabilità e la poca prevedibilità degli effetti sull'essere umano. Naturalmente è del tutto da evitare la sperimentazione di tali effetti e, in caso di ingestione accidentale, è sempre consigliabile il ricovero ospedaliero.
Su Amanita muscaria si raccontano comunque tante cose, alcune difficilmente verificabili. Il nome trarrebbe origine dal suo utilizzo mischiata al latte e a sostanze zuccherine per attirare le mosche, le quali morirebbero avvelenate dalla mistura. Una amanita parrebbe essere il fungo che la protagonista dell'allegorico romanzo "Alice nel paese delle meraviglie" assaggia, con la conseguenza di vedere alterate forma e proporzioni e altri fatti strani. In numerosi paesi i suoi poteri psicoattivi furono utilizzati a scopi religiosi o divinatori: oltre che in Siberia, dove gli sciamani hanno continuato ad utilizzarla pressoché fino ai giorni nostri, la storia riporta l'uso del fungo almeno presso i Vichinghi, i Lapponi finlandesi e vari gruppi di nativi nordamericani. Insomma, prima di accanirsi contro le amanite che si trovano nei boschi è meglio pensarci due volte perché, oltre che essere un prezioso elemento dell'ecosistema, potrebbero godere dell'appoggio di qualche più o meno vendicativa divinità silvana.