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Chi ha visto lo scarabeo eremita?

Un monitoraggio condotto tra 2021 e 2023 in tre aree protette di pianura inserite nella Rete Natura 2000 ha rivelato la presenza del raro scarabeo eremita, meritando la pubblicazione su una rivista scientifica dell'Università Roma TRE.

  • Davide Rossi
  • Aprile 2025
  • Mercoledì, 23 Aprile 2025
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A sx esemplare di Osmoderma eremita; a dx trappola per la cattura - Foto M. Rastelli A sx esemplare di Osmoderma eremita; a dx trappola per la cattura - Foto M. Rastelli

Buone notizie dal mondo della biodiversità. Un monitoraggio condotto in tre aree protette del Parco del Monviso ha rivelato un segreto ben custodito: la presenza del raro Osmoderma eremita, un coleottero tanto prezioso quanto schivo e che soltanto a fatica si concede agli occhi dei ricercatori.

Un ritrovamento che fa notizia

Questo insetto, noto anche più semplicemente come scarabeo eremita, è una specie prioritaria elencata negli Allegati II e IV della Direttiva Habitat dell'Unione Europea ed è stato individuato in tre aree boschive di pianura in gestione al Parco del Monviso: la ZSC "Bosco del Merlino" a Caramagna Piemonte, la ZSC "Parco di Racconigi e Boschi lungo il torrente Maira", e il SIC "Boschi e colonie di chirotteri di Staffarda" a Revello. Una circostanza che ha meritato di finire nero su bianco sulla prestigiosa rivista scientifica Fragmenta entomologica dell'Università Roma TRE.

L'importante scoperta è stata effettuata e poi documentata da Paolo Perone, Luca Cristiano, Marco Rastelli e Anna Gaggino (questi ultimi due tecnici del Parco del Monviso) nell'articolo "New records of Osmoderma eremita in protected relict forests of Piedmont lowlands (NW Italy)", pubblicato nel giugno 2024.

Come si acchiappa uno scarabeo che non vuole farsi vedere?

Trovare questo elusivo insetto non è certo qualcosa che si possa fare con facilità durante una semplice passeggiata nel bosco: non si chiama eremita a caso. Bisogna pianificare bene le cose: in questo caso il monitoraggio è stato condotto in due periodi, durante l'estate del 2021 e del 2023, con l'obiettivo di raccogliere dati in primis sulla presenza e poi su fenologia e rapporto tra i sessi della specie e di consolidarli in un determinato arco temporale.

Ma come si fa a catturare un insetto che passa la maggior parte della sua vita nascosto nelle cavità degli alberi? Con l'inganno olfattivo, naturalmente! I ricercatori hanno sfruttato l'irresistibile richiamo dell'amore, utilizzando trappole innescate con odori che richiamano quelli emessi dai feromoni che i maschi emettono per attirare le femmine. Questi irresistibili feromoni hanno un profumo che ricorda quello della pesca e che si riesce a riprodurre con il composto chimico gamma-decalattone, presente naturalmente in molta frutta ma che può anche essere sintetizzato e viene utilizzato abitualmente nell'industria alimentare. In pratica, il profumo di pesca per questi coleotteri è come il miglior profumo francese per noi umani.

Le trappole utilizzate, denominate Black Cross Window Traps (BCWT), sono state controllate ogni due giorni per liberare subito gli animali catturati, evitando loro inutili stress. In totale, sono stati catturati 25 adulti di Osmoderma eremita: 11 nel 2021 e 14 nel 2023. Durante il primo studio, tutti gli esemplari provenivano dalla zona "Parco di Racconigi" (ma tracce di insetti morti erano state rinvenute anche nei "Boschi di Staffarda"), mentre nel 2023 la specie è stata trovata in tutte e tre le aree di studio: 2 esemplari nel "Bosco del Merlino", 9 nel "Parco di Racconigi" e 3 nei "Boschi di Staffarda".

Identikit di un coleottero VIP (Very Important Priority)

Ma chi è veramente questo scarabeo così ricercato? L'Osmoderma eremita, descritto già nel 1763 dal naturalista Giovanni Antonio Scopoli nella sua "Entomologia Carniolica" che può essere considerata l'atto di nascita dell'entomologia naturalistica in Italia, è un coleottero dalla colorazione marrone nerastra lucida con riflessi verdastri e una lunghezza che può raggiungere i 37 mm. Appartiene alla superfamiglia degli Scarabeoidea, che in Italia conta circa 400 specie e nel mondo circa 35.000, includendo celebrità del mondo degli insetti come maggiolini, cetonie e cervi volanti.

È classificato come "vulnerabile" a livello italiano e "prossimo alla minaccia" a quello europeo secondo l'IUCN, l'Unione internazionale per la conservazione della natura. La sua biologia è particolarmente affascinante: la femmina depone le uova nelle rosure marcescenti degli alberi e dopo 2-3 settimane nascono le larve che impiegano però ben 2 o 3 anni per svilupparsi. L'adulto vive giusto il tempo necessario per riprodursi, durante la stagione estiva. Un ciclo vitale che ricorda un po' quello di certi adolescenti: anni e anni di sviluppo per poi sfruttare al massimo una breve estate di libertà!

Attenzione, però: questo scarabeide non è un bell'insetto da collezione o una "preda" per ricercatori desiderosi di pubblicare nuovi studi, ma un vero e proprio indicatore chiave della salute degli ecosistemi forestali maturi. La sua presenza è legata alla disponibilità di habitat specifici, in particolare le cavità degli alberi vetusti: se lo si trova, in sostanza significa che l'ambiente circostante è davvero speciale.

Come aiutare questo discreto abitante del bosco?

Per attuare una tutela efficace per questa specie e per poter identificare le aree da sottoporre a protezione rigorosa, è necessario conoscere in modo approfondito le popolazioni presenti sul territorio. È poi fondamentale controllarne lo stato di salute nel tempo. La scoperta di scarabeo eremita nelle aree protette del Parco del Monviso suggerisce che una buona gestione forestale può effettivamente mantenere o ricreare le condizioni idonee alla sopravvivenza di specie minacciate di estinzione: un obiettivo da perseguire con convinzione anche quando si tratta di creature non particolarmente carismatiche agli occhi del grande pubblico.

Ora che è stata confermata la presenza dello scarabeo eremita nelle aree naturali protette del Parco del Monviso, è fondamentale garantire la sua conservazione. Tra le principali minacce alla sua sopravvivenza vi sono proprio la cattiva gestione forestale, i disboscamenti e gli incendi. In particolare, la moderna gestione forestale che sfavorisce la presenza di alberi vecchi in bosco – spesso con l'erronea convinzione di "pulire" il bosco – rappresenta una grave minaccia per questa specie, così come le pratiche agricole che nel tempo hanno ridotto la presenza di vecchi alberi lungo le siepi e i filari campestri.

Quindi, cari amanti della natura e gestori forestali, il messaggio è chiaro: lasciate in pace quei vecchi tronchi cavi che sembrano essere così disordinati! In natura nulla è "sporco" o "da pulire": ogni elemento, anche quello apparentemente decadente, ha un ruolo fondamentale nell'equilibrio dell'ecosistema e ciò che a noi può sembrare un albero morto, per l'Osmoderma eremita è una lussuosa abitazione. Oltre a ciò, nello studio pubblicato su Fragmenta entomologica si suggerisce che la piantagione di alberi sottoposti a capitozzatura, soprattutto lungo i canali di irrigazione esposti al sole, potrà offrire futuri microhabitat adatti allo sviluppo larvale di questa preziosa specie.

Infine, una richiesta di collaborazione a tutti gli escursionisti: se doveste essere così fortunati da incontrare questo insetto durante le vostre passeggiate, potete segnalare la vostra osservazione, anche se non avete la certezza assoluta di esservi effettivamente imbattuti in uno scarabeo eremita, sulla comunità online iNaturalist e disponibile anche come applicazione per smartphone. Un'attenta squadra di esperti verificherà il dato e, se l'identificazione verrà confermata, la vostra osservazione entrerà a far parte dei dati nazionali per le specie della Direttiva Habitat, contribuendo così alla loro salvaguardia e alla conservazione dei loro habitat per il futuro.

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