Rete ecologica contro frammentazione ecologica
E' ormai riconosciuto a livello internazionale che uno dei principali fattori di riduzione della biodiversità sul nostro pianeta sia legato al consumo di suolo, con conseguente perdita di habitat e frammentazione ecologica del territorio. Per gli esseri viventi è infatti fondamentale la possibilità di movimento per l'espletamento delle loro funzioni vitali e per reagire alle alterazioni ambientali (ad esempio a causa dei cambiamenti climatici). Per tutelare la biodiversità, risulta quindi prioritario individuare e proteggere tutte quelle parti del territorio che rappresentano le reti ecologiche e che permettono ancora alle specie di spostarsi in habitat adatti alla ricerca di cibo e acqua, alla riproduzione e al rifugio. Impedire questi spostamenti significa condannare le specie all'isolamento ecologico e compromettere quindi l'esistenza di intere popolazioni di animali e piante.
A livello teorico, le reti ecologiche vengono suddivise in aree sorgente ("Core Areas", aree ad alta naturalità) ed elementi di connessione (corridoi ecologici oppure aree di connessione discontinue chiamate "Stepping Stones"). Tutte le parti di territorio che non rientrano nella rete ecologica sono elementi di frammentazione ecologica: parti di territorio caratterizzate da ambienti antropizzati e artificiali che non permettono lo spostamento delle specie e la cui realizzazione ha determinato la scomparsa di habitat naturali e semi naturali.
Se si considera la normativa regionale piemontese (legge regionale 19/2009), l'individuazione del disegno di rete ecologica è molto semplice: ne fanno parte infatti le aree protette e i siti della Rete Natura 2000, oltre ad altre aree di connessione e di interesse per la biodiversità non meglio specificate. Si tratta di una rappresentazione che non corrisponde in maniera soddisfacente ed adeguata alla distribuzione della biodiversità e che non permette di identificare tutte le aree residuali di connessione ecologica presenti sul territorio regionale.
Nel 2014, la Regione Piemonte ha riconosciuto la necessità di avviare un'implementazione del disegno di tale rete ecologica regionale, in modo da arrivare a una rappresentazione più completa e coerente con gli obiettivi di tutela e salvaguardia della biodiversità. A questo fine, è stata definita una metodologia tecnico-scientifica, sviluppata da ARPA Piemonte, per l'individuazione degli elementi della rete ecologica regionale, basata su un approccio modellistico e su banche dati e cartografie esistenti che è stata applicata su tutto il territorio regionale.
In seguito, al fine di implementare la metodologia regionale, si è deciso di prendere spunto dalle esperienze condotte sul territorio lombardo dall'Università di Pavia e dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) per l'individuazione degli elementi della rete ecologica a diversa scala di dettaglio. Si tratta, in sintesi, di esperienze di individuazione della rete ecologica mediante l'applicazione di una metodologia expert based, tramite il coinvolgimento delle comunità scientifiche locali in modo da raccogliere tutte le informazioni concrete riguardo alla reale distribuzione della biodiversità sul territorio e al fine di verificare, mediante rilievi naturalistici in campo, l'effettiva presenza di corridoi di connessione ecologica sul territorio.
Che cos'è una metodologia expert based?
Si tratta di una metodologia che prevede il coinvolgimento di esperti che posseggono delle conoscenze uniche e preziose sulla biodiversità dei territori indagati e che, suddivisi in gruppi tematici, accettano di condividere informazioni, esperienza, dati pubblicati e inediti, contribuendo in modo fondamentale all'aumento della conoscenza e, quindi, alla conservazione della biodiversità. Gli esperti sono rappresentati da appassionati volontari, personale delle istituzioni regionali e provinciali, docenti e ricercatori universitari e liberi professionisti.
Il ruolo degli esperti non è solo legato alla messa a disposizione del loro sapere per individuare le aree sorgente della rete ecologica, ma è anche molto importante per la validazione del disegno di rete che emerge per le diverse aree indagate.
La rete ecologica delle province di Alessandria, Biella e Vercelli nel Progetto Life NatConnect2030
Nell'ambito del progetto Europeo Life Natural connections for Natura2000 in Northern Italy to 2030, noto anche come Life NatConnect2030, la LIPU e la Regione Piemonte hanno previsto un'azione specifica per l'individuazione del disegno di rete ecologica, mediante l'applicazione della metodologia regionale e del metodo expert based, per i territori provinciali di Alessandria, Biella e Vercelli.
Come prima fase di lavoro, sono stati convocati i tavoli tematici degli esperti locali per le tre province. Sono stati organizzati due incontri:
- sabato 22 febbraio 2025, presso la sede dell'ente di gestione delle aree protette del Ticino e Lago Maggiore ad Albano Vercellese, per le province di Biella e Vercelli;
- sabato 8 marzo 2025, presso il Museo Civico di Storia Naturale di Stazzano, per la Provincia di Alessandria.
Complessivamente, hanno partecipato alle due date 80 esperti che hanno condiviso informazioni e conoscenze. Molto importante è stato il contributo del personale e dei guardiaparco delle tre aree protette piemontesi presenti nel territorio (Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, Aree protette del Po piemontese e Aree protette dell'Appennino piemontese).
A livello pratico, le giornate sono state organizzate con una parte in plenaria di illustrazione della metodologia e degli obiettivi con la successiva suddivisione in tavoli tematici (Flora vascolare e vegetazione, Artropodi, Cenosi acquatiche e pesci, Anfibi e rettili, Uccelli e Mammiferi) durante i quali gli esperti dovevano confrontarsi e tracciare sulle cartografie provinciali le aree che ritenevano importanti per il gruppo tematico nel quale erano coinvolti. Il compito per ogni tavolo tematico era di realizzare entro la fine della giornata una cartografia completa e condivisa tra tutti i partecipanti con le aree importanti e prioritarie per la componente considerata.
Dopo tali incontri, il gruppo di lavoro coordinato da LIPU, elaborerà i dati cartografici e le informazioni sulla distribuzione della biodiversità emersa dai tavoli tematici, in modo da realizzare delle cartografie di sintesi delle aree sorgente delle reti ecologiche delle diverse province coinvolte.
Dalla primavera 2025 inoltre, inizieranno i rilievi in campo di esperti naturalisti sui tre territori provinciali, tramite monitoraggi specifici al fine di verificare quanto emerso dai tavoli degli esperti e per arrivare a validare, modificare e integrare i confini delle aree sorgente della rete ecologica e dei corridoi di connessione. Questa fase di lavoro servirà inoltre per delle verifiche di dettaglio sui varchi esistenti (aree circoscritte di connettività residua in un contesto antropizzato e ecologicamente frammentato) e per l'identificazione di aree in cui sono necessari interventi di deframmentazione ecologica. Nel corso dei rilievi verranno utilizzate trappole fotografiche e sarà verificata la presenza di orme e tracce di animali terrestri per accertare l'avvenuto passaggio di individui lungo varchi e corridoi; verrà inoltre verificata la presenza di avifauna mediante punti di ascolto.
Per gli organizzatori, la presenza di un numero così significativo di adesioni è stata una grossa soddisfazione ma, oltre al dato numerico, sono stati molto apprezzati la disponibilità e l'entusiasmo dei partecipanti nel mettere a disposizione le proprie conoscenze, confrontarsi con gli altri esperti presenti e partecipare all'identificazione delle aree sorgente del disegno di rete ecologica locale.