"Gli ambienti umidi: fragilità e resilienza al cambiamento climatico" è il titolo del primo incontro in programma venerdì 30 settembre al Salone delle Feste di Palazzo Madama, nel corso della quale si svolgeranno una serie di incontri a margine dell'esposizione "Change! Ieri, oggi, domani. Il Po.", inaugurata lo scorso giugno e visitabile fino al prossimo 13 gennaio.
Obiettivo dell'incontro informare e sensibilizzare sulla rilevanza che il cambiamento climatico assume anche in Piemonte e quindi conoscere le relative ricadute nella quotidianità, in particolare guardando al Grande Fiume.
Esistono, infatti, degli strumenti messi in campo per la tutela e conservazione degli habitat (con particolare riferimento agli ambienti umidi) per affrontare le sfide che il cambiamento climatico impone, a partire dalle possibili misure di mitigazione e resilienza, indagati e illustrati - ad esempio - nella Strategia regionale sul cambiamento climatico approvata dalla Regione Piemonte sulla quale interverrà Jacopo Chiara del Settore regionale Sviluppo sostenibile, Biodiversità e Aree naturali.
A spiegare le relazioni tra emergenza climatica e biodiversità sarà Alessandra Pollo dell'Università degli Studi di Torino a cui seguiranno una serie di interventi sull'adattamento al clima degli ambienti umidi a cura di Alberto Doretto dell'Università del Piemonte Orientale, Maria Rita Minciardi di ENEA, Andrea Mandarino dell'Università di Genova e Consolata Siniscalco dell'Università di Torino.
In chiusura dei lavori, verrà fatto un accenno agli Accordi di custodia per una gestione etica del territorio da Simona Colombo di Legambiente Lombardia che rappresenta uno dei 15 partner del Life Nat-Connect 2030, progetto europeo che intende perseguire alcuni degli obiettivi di conservazione della biodiversità previsti nelle Direttive Habitat e Uccelli attraverso azioni prioritarie in favore di Rete Natura 2000, perseguite a livello internazionale, nazionale, interregionale e regionale.
Non a caso, l'area di progetto delle Regioni dal Life Nat-Connect 2030 ospita 843 siti Natura 2000, in un territorio di 100mila chilometri quadrati, caratterizzato dalla presenza dell'arco alpino e del Fiume Po a cui è dedicata la mostra "Change. Ieri, oggi, domani. Il Po." visitabile gratuitamente al termine dei lavori dell'incontro.
La partecipazione all'incontro "Gli ambienti umidi: fragilità e resilienza al cambiamento climatico" è aperta al pubblico esclusivamente su prenotazione e fino a esaurimento posti disponibili.
Change! Ieri, oggi, domani, il Po
Inaugurata a Torino la mostra "Change! Ieri, oggi, domani. Il Po", esposizione multisensoriale che guarda al futuro. La conferenza stampa di presentazione ha aperto, mercoledì 26 giugno, le visite all'allestimento di Palazzo Madama, che beneficia dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
La mostra si inserisce in un più ampio progetto territoriale, che ha lo scopo di approfondire il tema della crisi climatica, partendo dall'analisi dei cambiamenti millenari lungo il fiume Po, paradigma di quanto sta avvenendo su scala mondiale.
Il progetto coinvolge l'Assessorato alla Cura della città, Verde Pubblico e sponde fluviali della Città di Torino e partner nazionali impegnati sui temi della conservazione e tutela ambientale: l'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ABDPO) e l'Agenzia Interregionale per il fiume Po (A.I.Po) insieme alle Riserve della Biosfera del Po, tra le quali, in Piemonte, la Riserva MaB Collina Po e la Riserva MAB Ticino Val Grande Verbano.
Accanto a essi gli enti, dal Politecnico di Torino all'Università degli Studi di Torino, allo European Research Institute che portano avanti la ricerca e lo studio del Po e dell'acqua in generale da prospettive disciplinari diverse.
Il Po al centro della mostra
Il tema della crisi climatica è affrontato in modo efficace e accessibile, attraverso un racconto visivo basato sull'interazione tra pittura e fotografia, illustrazione e infografica capaci di narrare il paesaggio della Pianura Padana, dalle Alpi al mare.
Installazioni multisensoriali, cartografie storiche, reperti fossili e dipinti spiegano l'evoluzione dalla preistoria a oggi perché, da sempre, il nostro Grande Fiume condiziona il paesaggio e la vita della popolazione, oltre a essere via di comunicazione e supporto essenziale per le attività agricole e industriali.
E i numeri lo dimostrano: 652 chilometri di lunghezza, 141 affluenti, quasi 87.000 chilometri quadrati di bacino idrografico, 19.850.000 di abitanti, il 37% della produzione agricola italiana, il 55% dell'industria zootecnica nazionale: il Po e il bacino padano, dove si produce il 40% del PIL nazionale, costituiscono una delle aree con la più alta concentrazione di popolazione, industrie e attività commerciali a livello europeo.
Il visitatore è guidato attraverso un viaggio che inizia con la grande installazione che riproduce il corso del Po attraverso un plastico fatto di calchi di foglie e di impronte lasciate dalla natura. Si parte dunque dalla preistoria con l'esposizione di alcuni fossili provenienti dall'astigiano.
Si prosegue con le opere provenienti in parte dalle collezioni dei Musei Civici di Torino: i dipinti di Giuseppe Pelizza da Volpedo e Vittorio Sella e le fotografie di Franco Fontana e Mimmo Jodice riproducono frammenti di vita quotidiana e paesaggi del Po.
La terza sezione è dedicata all'Antropocene: intorno al 1950, l'emissione di gas serra ha invertito il processo di neoglaciazione, dando il via al riscaldamento climatico. Questo è evidente nella siccità del Po, causata dalla riduzione dei ghiacciai alpini, ben rappresentata attraverso le immagini satellitari che mostrano il bacino idrografico del Po come un sistema di "vasi sanguigni" essenziali per la vita vegetale e animale, ma oggi soggetto a drastici cambiamenti.
Il percorso espositivo offre spunti di riflessione sul futuro dell'ecosistema fluviale e della popolazione che vive e lavora con il Po, un tema molto vicino all'attività di mitigazione e adattamento climatico su cui lavorano congiuntamente le cinque Riserve MaB del Po. Le Riserve MaB hanno recentemente firmato un Protocollo d'Intesa che le riunisce in un coodinamento territoriale nell'ottica della salvaguardia e dello sviluppo del territorio. L'obiettivo è efficacemente rappresentato attraverso una grafica dell'illustratore Jacopo Rosati. Rosati ha restituito l'esteso territorio delle cinque Riserve strettamente connesse al reticolo idrografico del fiume Po, in termini di risorse ambientali, economiche, culturali e sociali.
Gli incontri in programma
Lunedì 30 settembre ore 10.00-13.00 | Palazzo Madama - Sala Feste
"Gli ambienti umidi: fragilità e resilienza al cambiamento climatico" - Iscrizione obbligatoria
A cura di Regione Piemonte, Parco Paleontologico astigiano, Aree protette del Po piemontese, Parco del Ticino e Lago Maggiore, Centro Referenza Ittiofauna Piemonte (CRIP).
NB: I posti in sala per questo evento sono già esauriti ma sarà possibile seguire la diretta online sul canale Youtube di Piemonte Parchi.
Mercoledì 16 ottobre ore 10.00-13.00 | 14.00-16.30 | Palazzo Madama - Sala Feste
"Connessioni. Il fiume Po, possibile corridoio ecologico della Pianura Padana" (a breve il programma)
A cura di Regione Piemonte, Parco Paleontologico astigiano, Aree protette del Po piemontese, Parco del Ticino e Lago Maggiore, Centro Referenza Ittiofauna Piemonte (CRIP).