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Sulle Alpi Cozie c'è un coleottero in fuga verso l'alto

A causa dei cambiamenti climatici, la distribuzione geografica di Carabus cychroides è sempre più limitata, tanto da essere una specie di coleottero a rischio di estinzione

  • Marta Rollandin
  • Novembre 2021
  • Giovedì, 25 Novembre 2021
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Carabus cychroides | Foto L. Anselmo Carabus cychroides | Foto L. Anselmo

Se potessimo avere una sfera di cristallo sul futuro di determinate specie a rischio di estinzione, sosterremmo con maggiore consapevolezza scelte mirate di conservazione della biodiversità? Ci aiuta a rispondere al quesito un recente studio - tutto piemontese - che racconta la straordinaria storia di una specie che lotta, silenziosamente, contro il cambiamento climatico.

Di coleotteri ne esistono a centinaia di migliaia al mondo, ma il Carabus cychroides è una delle specie più localizzate e rare in Europa. Una corazza lucente, verde e metallo bronzata, due centimetri di prezioso animale a sei zampe, il carabide in questione è uno stenoendemita, termine che gli studiosi utilizzano per indicare un essere vivente che non solo vive esclusivamente in un territorio specifico, ma che è anche soggetto a una vita all'interno di una superficie o di un habitat estremamente ridotti. L'origine di questa specie non è certa: potrebbe essere un animale la cui distribuzione odierna è ciò che rimane di una più ampia presenza di un'antica specie cisalpina, oppure il risultato di un processo di speciazione (ovvero nascita di una specie a partire da un'altra specie) conclusasi nel tardo Terziario. Quello che è chiaro è però che il Carabus cychroides si trova in popolazioni rare e costituite da pochi esemplari e che, grazie a dati sia storici sia recenti, vive solo su alcuni versanti delle Valli Chisone, Susa e Germanasca.

Un insetto così raro da incontrare

Così raro da incrociare su un sentiero, così unico da doverlo proteggere e monitorare, il C. cychroides fa parlare di sé grazie a una pubblicazione scientifica condotta dall'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie attraverso l'attenta cura dei ricercatori Luca Anselmo e Barbara Rizzioli. Grazie a questo studio, pubblicato lo scorso ottobre e realizzato in occasione delle indagini portate avanti dal progetto PITEM Biodiv'ALP – PS2 COBIODIV, l'Ente ha potuto ampliarne le conoscenze ecologiche e di distribuzione e, prendendo in considerazione le principali variabili che sembrano influire sulla vita di questo insetto (cioè la temperatura, l'uso del suolo e la litologia), valutare gli effetti del cambiamento climatico sul suo già esiguo areale di distribuzione, in relazione a differenti scenari di emissione di gas a effetto serra ipotizzabili per il futuro.
Sfortunatamente ogni ipotesi conduce a previsioni non positive: la ricerca ha infatti permesso di evidenziare che C. cychroides rischia di perdere gran parte delle aree idonee a disposizione e le sue popolazioni saranno in futuro sempre più isolate, fino alla possibile scomparsa ed estinzione entro la fine di questo secolo.

Un insetto che ama il freddo

Prese in analisi le aree di alcuni Siti Rete Natura 2000 piemontesi quali il Gran Bosco di Salbertrand, l'Orsiera-Rocciavré e la Val Troncea, lo studio si è concentrato sul futuro di questo coleottero tipicamente criofilo, quindi amico delle basse temperature, che ama le praterie alpine e la vita d'alta quota, i pascoli rocciosi e i margini dei nevai. In genere lo si trova sui versanti freschi dei luoghi nei quali è stato segnalato, in compresenza con la sua preda esclusiva. Ebbene sì, il C. cychroides ha un suo piatto preferito: una chiocciola alpina dal nome Chilostoma glaciale, specie che vive in zone rocciose o prati calcarei fino ai 2800 metri di quota. Alla difficoltà di trovare ambienti non interessati dagli impatti del cambiamento climatico, si aggiunge la bassa mobilità della specie che, a causa del cosiddetto brachipterismo, si trova ad avere ali estremamente corte e inadatte al volo.

Sei zampe da tutelare e da ammirare

Per i ricercatori coinvolti nello studio, il C. cychroides dovrebbe essere inserito nella Lista rossa IUCN (Unione mondiale per la Conservazione della Natura) come specie in pericolo e quindi all'interno della categoria Endangered. Purtroppo ha tutte le carte in regola per ottenere questa etichetta che, pur non avendo valore normativo, può trasformarsi in un valido strumento utile al sostegno di determinate decisioni di priorità di conservazione. Luca Anselmo, uno degli autori dello studio, racconta in un video la storia di questo curioso coleottero e quali sono le minacce alle quali è soggetto, poiché, oltre alle temperature sempre più elevate, il Carabus cychroides deve temere anche i collezionisti di insetti rari, solleticati dalla sua rarità e dai suoi colori cangianti, e alcune attività umane in alta quota, come la costruzione di infrastrutture per il turismo invernale di massa. Tanto che lo studioso afferma: "Fortunatamente la sua distribuzione attuale ricade quasi completamente all'interno di aree protette. Quasi l'85% del territorio idoneo per questa specie si trova all'interno dei Parchi Alpi Cozie e questo significa poterlo studiare in futuro, tutelarlo e soprattutto intraprendere azioni mirate alla sua conservazione". Dal canto nostro, auspichiamo di poter raccontare presto il prossimo capitolo della storia di questo affascinante e prezioso insetto.

 

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