Si chiama GEBIODIV ed è un progetto strategico coordinato dalla Regione Piemonte. Si tratta di una delle cinque dita che compongono l'impronta del Piano Integrato italo-francese PITEM Biodiv'ALP che mette in campo l'intreccio degli sforzi dei due Paesi coinvolti e spesi per la tutela della biodiversità sulle Alpi.
GEBIODIV ha chiuso il 2020 con un incontro tra partner: uno scambio ambizioso che concentra il dialogo verso una vera cooperazione transfrontaliera e una reale sinergia tra diversi partner.
La missione è quella di affrontare il degrado, correlato alle azioni umane e ai cambiamenti globali in atto, degli habitat alpini presenti sul territorio ALCOTRA ai confini tra Francia e Italia, attraverso la protezione e la valorizzazione della biodiversità e degli ecosistemi.
Quali sono le azioni di GEBIODIV
Progettare cantieri di recupero e sviluppare una rete di osservatori ambientali transfrontalieri adatti alla valutazione dei cambiamenti nei pascoli, sui laghi in alta quota e su specie vegetali e animali è una delle azioni previste. Il progetto, infatti, ha tra gli obiettivi principali, la ricerca di conseguenze, dirette o indirette, dell'urgenza climatica e delle pressioni antropiche, quali ad esempio l'erosione della biodiversità e il degrado degli habitat più delicati.
Lo scorso dicembre, 55 attori del progetto si sono incontrati in un seminario virtuale organizzato da Asters, Conservatoire d'espaces naturels de Haute-Savoie, per un confronto tra studi di monitoraggio effettuati fino a oggi o in atto, condividendo il lavoro svolto e favorendo un confronto costruttivo tra personale tecnico di entrambi i Paesi.
Le domande alle quali la cooperazione cerca di dare risposta sono quindi correlate a impatti sulle variabili fisico chimiche degli ambienti, alla caratterizzazione delle trasformazioni bioclimatiche e alla determinazione dell'impronta che tali cambiamenti possono avere sulla fauna e sulla flora del territorio. Allo stesso tempo, il progetto si chiede quali siano gli impatti diretti delle azioni umane sugli ambienti di alta quota e come questi possano comportare degrado, anche sul lungo termine, sui processi naturali degli habitat coinvolti.
Gli ambienti e i sistemi sui quali indaga GEBIODIV
Il progetto comprende siti di osservazione sia in Francia che in Italia, come i laghi di alta montagna e le evoluzioni degli ecosistemi lacustri correlate al cambiamento climatico (anche sul lungo termine), le aree di pascolo o gli alpeggi e la caratterizzazione delle evoluzioni degli stessi in relazione ai fattori di disturbo citati e, infine, studi su transetti altitudinali dedicati unicamente al monitoraggio della biodiversità animale, floristica o del suolo.
Guardare la biodiversità con nuovi occhi
In Francia sono diversi gli esempi di osservatori esistenti in grado di monitorare, in maniera costante, quali siano gli effetti e le conseguenze del cambiamento climatico e dell'utilizzo del suolo da parte dell'uomo su habitat e specie. I laghi presenti in alta quota sono un perfetto esempio di ambiente delicato sia dal punto di vista ecologico sia in ambito culturale e sociale, fragili ecosistemi che vengono costantemente studiati e monitorati da ricercatori e tecnici. Asters, Conservatoire d'espaces naturels de Haute-Savoie, partner di progetto, si è fatto portavoce del monitoraggio di questi specchi d'acqua su scala alpina, attraverso l'iniziativa Lacs Sentinelles; siti pilota chiamati "alpeggi sentinella" o Alpages Sentinelles sono, invece, gli ambienti di pascolo monitorati dal Parco Nazionale degli Écrins che si impegna nella comprensione degli scenari determinati dal cambiamento climatico o gestionale nell'ambito delle buone pratiche di attività di pascolo. Anche l'osservatorio ORCHAMP - Observatoire des Relations Climat-Homme-milieux Agro-sylvo-pastoraux du Massif alPin fornisce al progetto il suo contributo tecnico lavorando sul tema, già dal 2016, con l'intento di realizzare una connessione di attori che possano comprendere al meglio le dinamiche relative a clima, uso del territorio e biodiversità degli ecosistemi montani.
Il ruolo dell'Italia
L'Italia, dal canto suo, incontra i metodi sviluppati oltralpe e arricchisce il dialogo con il partenariato grazie allo scambio di idee, studi e ricerca con professionisti, partner di progetto e tecnici che già operano su queste tematiche.
Liguria, Valle d'Aosta e Piemonte (capofila di progetto) uniscono gli sforzi per raggiungere una strategia condivisa che possa diventare terreno fertile per una cooperazione internazionale: dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, partner di PITEM Biodiv'ALP, all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta; da ARPAL Liguria, all'Ente di gestione del Parco Alpi Cozie. Si tratta di attori che, passo dopo passo, raccolgono dati utili alla realizzazione di una vera e propria rete di osservatori sul campo.
I prossimi impegni
Conclusi i primi lavori di scambio in ambito di ricerca, la concentrazione del progetto volge alla programmazione di incontri sul campo. Nel 2021 infatti, gli attori degli osservatori di GEBIODIV potranno confrontarsi sugli aspetti più tecnici del progetto e procedere alle prossime tappe del percorso come, ad esempio, la pianificazione di azioni conservative o pubblicazioni scientifiche comuni.
Per i partner di progetto di lingua francese
La biodiversité à observer et à protéger
Protéger la biodiversité du changement global est une mission qui devient possible dans les Alpes grâce à la comparaison entre l'Italie et la France, protagonistes du projet GEBIODIV.
Il s'appelle GEBIODIV et est un projet stratégique coordonné par la région du Piémont. C'est l'un des cinq doigts qui composent l'empreinte du Plan intégré italo-français PITEM Biodiv'ALP qui rassemble les efforts des deux pays impliqués et dépensés pour la protection de la biodiversité dans les Alpes.
GEBIODIV a clôturé l'année 2020 par une rencontre entre partenaires : un échange ambitieux qui oriente le dialogue vers une véritable coopération transfrontalière et une réelle synergie entre les différents partenaires.
La mission est de lutter contre la dégradation, liée aux actions humaines et aux changements globaux en cours, des habitats alpins présents sur le territoire d'ALCOTRA à la frontière entre la France et l'Italie, par la protection et la valorisation de la biodiversité et des écosystèmes.
Quelles sont les actions de GEBIODIV ?
La conception de sites de récupération et le développement d'un réseau d'observatoires environnementaux transfrontaliers permettant d'évaluer les changements dans les prairies, les lacs de haute altitude et les espèces végétales et animales est l'une des actions prévues. En fait, l'un des principaux objectifs du projet est de rechercher les conséquences directes ou indirectes de l'urgence climatique et des pressions anthropiques, telles que l'érosion de la biodiversité et la dégradation des habitats les plus délicats.
En décembre dernier, 55 acteurs du projet se sont réunis lors d'un séminaire virtuel organisé par Asters, Conservatoire d'espaces naturels de Haute-Savoie, pour comparer les études de suivi réalisées à ce jour ou en cours, partager le travail effectué et encourager une comparaison constructive entre les personnels techniques des deux pays.
Les questions auxquelles la coopération tente d'apporter une réponse sont donc liées aux impacts sur les variables physiques et chimiques des milieux, à la caractérisation des transformations bioclimatiques et à la détermination de l'empreinte que ces changements peuvent avoir sur la faune et la flore du territoire. En même temps, le projet s'interroge sur les impacts directs des actions humaines sur les environnements de haute altitude et sur la manière dont ceux-ci peuvent conduire à une dégradation, même à long terme, des processus naturels des habitats concernés.
Environnements et systèmes étudiés par GEBIODIV
Le projet comprend des sites d'observation en France et en Italie, tels que des lacs de haute montagne et l'évolution des écosystèmes lacustres liés au changement climatique (également à long terme), des zones de pâturage ou des alpages et la caractérisation de leur évolution en relation avec les facteurs de perturbation mentionnés et, enfin, des études sur des transects altitudinaux dédiés uniquement à la surveillance de la biodiversité animale, floristique ou des sols.
Regarder la biodiversité d'un œil nouveau
En France, il existe plusieurs exemples d'observatoires qui surveillent en permanence les effets et les conséquences du changement climatique et de l'utilisation humaine des sols sur les habitats et les espèces. Les lacs présents en haute altitude sont un exemple parfait d'environnement délicat tant du point de vue écologique que dans la sphère culturelle et sociale, des écosystèmes fragiles qui sont constamment étudiés et surveillés par les chercheurs et les techniciens. Asters, Conservatoire d'espaces naturels de Haute-Savoie, partenaire du projet, est devenu le porte-parole du suivi de ces plans d'eau à l'échelle alpine, à travers la démarche Lacs Sentinelles ; les sites pilotes ou Alpages Sentinelles sont, quant à eux, les milieux pastoraux suivis par le Parc national des Écrins, qui s'est engagé à comprendre les scénarios déterminés par le changement climatique ou la gestion dans le cadre des bonnes pratiques pastorales. L'observatoire ORCHAMP - Observatoire des Relations Climat-Homme-milieux Agro-sylvo-pastoraux du Massif alPin apporte également sa contribution technique au projet en travaillant sur le sujet, déjà depuis 2016, avec l'intention de mettre en relation des acteurs qui peuvent mieux comprendre les dynamiques liées au climat, à l'occupation des sols et à la biodiversité des écosystèmes de montagne.
Le rôle de l'Italie
L'Italie, pour sa part, rencontre les méthodes développées au-delà des Alpes et enrichit le dialogue avec le partenariat grâce à l'échange d'idées, d'études et de recherches avec les professionnels, les partenaires de projets et les techniciens qui travaillent déjà sur ces questions.
La Ligurie, le Val d'Aoste et le Piémont (chef de file du projet) unissent leurs efforts pour parvenir à une stratégie commune qui peut devenir un terrain fertile pour la coopération internationale : du Parc national du Grand Paradis, partenaire du PITEM Biodiv'ALP, à l'Institut zooprophylactique expérimental du Piémont, de la Ligurie et du Val d'Aoste ; d'ARPAL Ligurie, à l'organisme de gestion du Parc Alpi Cozie. Ce sont des acteurs qui, étape par étape, collectent des données utiles pour la création d'un véritable réseau d'observateurs sur le terrain.
Prochains engagements
Après la conclusion des premiers échanges dans le domaine de la recherche, la concentration du projet se tourne vers la planification de réunions sur le terrain. En 2021, en effet, les acteurs des observatoires GEBIODIV pourront discuter des aspects plus techniques du projet et passer aux étapes suivantes du parcours comme, par exemple, la planification des actions de conservation ou les publications scientifiques communes.