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Qualità dell'aria in Piemonte, un quadro in chiaroscuro

Dal Rapporto Snpa 2023 emergono dati solo in parte positivi sulla situazione dell'inquinamento atmosferico nella nostra regione. Ne abbiamo parlato con il direttore generale di Arpa Piemonte, Secondo Barbero.

 

  • Pasquale De Vita
  • Aprile 2024
  • Mercoledì, 5 Giugno 2024
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Panorama invernale di Torino - Foto Pixabay Panorama invernale di Torino - Foto Pixabay

La qualità dell'aria in Piemonte, seppure con alcune criticità legate agli sforamenti giornalieri di polveri sottili in città, è in fase di miglioramento, e il 2023, specie per le condizioni meteo favorevoli, ha confermato questa tendenza sebbene nel contesto critico della Pianura padana. È quanto sostiene il direttore generale di Arpa Piemonte, Secondo Barbero, che abbiamo intervistato in seguito alla pubblicazione del "Rapporto annuale sulla qualità dell'aria" del Sistema nazionale di protezione ambientale, che raggruppa le Arpa di tutte le regioni d'Italia.

Il report descrive lo stato e il trend dell'inquinamento atmosferico nel Belpaese e contiene diverse monografie afferenti a vari ambiti tematici come elementi di approfondimento utili alla comprensione dei fenomeni e delle tendenze in atto.

Dottor Barbero, Come è la situazione dell'aria in Piemonte?

Per quanto riguarda il 2023 è complessivamente positiva, ma dobbiamo considerare il contesto meteorologico. Abbiamo registrato un 25% in più di episodi di vento rispetto alla media e il 20% in meno di episodi di nebbia. Questi fattori hanno contribuito a disperdere gli inquinanti. Tuttavia, ci sono ancora due parametri critici che non rispettano la normativa europea: l'ossido di azoto, legato al traffico veicolare e alla combustione del carburante, e il particolato atmosferico, misurato giornalmente. Mentre la media annuale di PM10 e PM2,5 è rispettata in tutta la regione, i valori giornalieri di PM10 non devono superare i 50 microgrammi e non dovrebbero verificarsi più di 35 giorni all'anno con sforamenti. Alcune città, come Torino, hanno superato questi limiti. Nel 2022, quasi tutti i capoluoghi avevano superato tali parametri, ma nel 2023 alcuni punti a Torino e Asti hanno continuato a non rispettarli.

Quali sono state le stazioni di monitoraggio dove si sono verificati gli sforamenti?

Nel 2023 alcune stazioni a Torino e Asti non hanno rispettato i parametri. Nell'agglomerato di Torino, sono cinque le stazioni non hanno rispettato i limiti: Torino Grassi, Consolata, Rebaudengo, Rubino e Settimo Torinese. Ad Asti, la stazione Asti Baussano (legata al traffico), Alessandria D'Annunzio (anch'essa di traffico) e Carmagnola hanno presentato criticità. Nel 2022, erano venti le stazioni coinvolte, ma il numero è diminuito, indicando un miglioramento.

Quali misure sono necessarie per affrontare queste criticità?

La normativa prevede un aggiornamento del piano di risanamento entro settembre 2024. La Regione Piemonte sta valutando alternative, tra cui la sostituzione delle flotte di trasporto pubblico con mezzi meno inquinanti, l'efficientamento energetico e nuove tecnologie per ridurre le emissioni. I comparti coinvolti includono agricoltura, trasporti ed energia. L'obiettivo è rispettare gli standard europei entro il 2025.

Quali sono stati i cambiamenti nel corso degli anni?

Abbiamo assistito a importanti cambiamenti nella qualità dell'aria. Durante la presentazione dei dati dell'Snpa, abbiamo anche analizzato la situazione nella Città Metropolitana di Torino, oltre a realizzare un focus sulla rete regionale. Le misurazioni, iniziate nel 1998, ci forniscono un quadro esteso nel tempo. In passato, quando le auto avevano scarichi di piombo, c'erano problemi con la presenza di metalli pesanti nel particolato. Oggi, sebbene la quantità di PM10 sia contenuta, dobbiamo ancora affrontare sfide come l'ozono, che è più estivo e non riguarda solo i centri urbani: in montagna è molto diffuso. Lavoriamo sugli inquinanti precursori e forniamo bollettini per informare le persone quando i livelli sono pericolosi.

E oggi il quadro come è composto?

Oggi, invece, concentriamo gli sforzi su tre parametri principali: l'ossido di azoto, il particolato atmosferico e l'ozono. L'ozono, in particolare, è un inquinante secondario che si forma attraverso reazioni chimiche legate all'irraggiamento solare. È più comune in estate e nelle ore centrali della giornata. Dobbiamo lavorare sia sugli inquinanti precursori che su misure di protezione per le persone. I bollettini informativi su questi inquinanti forniscono indicazioni preziose, e le precauzioni, come evitare l'esposizione nelle ore più calde, possono aiutare a ridurre l'impatto sulla salute. Un po' come avviene con l'ondata di calore, che non è direttamente responsabile dei decessi delle persone, ma può contribuire a problemi di salute.

 

Per approfondimenti: 

Il "Rapporto annuale sulla qualità dell'aria" del Sistema nazionale di protezione ambientale può essere scaricato in formato pdf dal sito di snpambiente 

 

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