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Vicini al migliore amico dell'uomo, nonostante la Pandemia

Durante l'emergenza sanitaria, i 3mila volontari della Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC) hanno soccorso oltre 6000 cani. Oggi continuano a prendersi in carico tanti animali rimasti soli, nella speranza di trovare per questi quadrupedi una nuova famiglia. Adesso, però, hanno bisogno di aiuto. 

  • Emanuela Celona
  • Maggio 2020
  • Lunedì, 18 Maggio 2020
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 Foto Pixabay Foto Pixabay

In piena emergenza Covid – 19, sono state davvero tante le persone hanno compiuto grandi gesti d'amore nei confronti del migliore amico dell'uomo. Stiamo parlando dei 3000 volontari della Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC – Animal Protection), un esercito di persone che dedica la propria vita ad aiutare, sfamare, curare gli animali, a proprie spese e non  pensando troppo al rischio.

Non solo. L'associazione ha attivato un front office dedicato all'emergenza che ha offerto sostegno e consulenza a oltre 2500 cittadini. Da nord a sud del nostro Paese, gli attivisti si sono messi a disposizione della popolazione, dando risposte concrete a oltre 15.000 persone bisognose che – a causa della malattia o della quarantena – non hanno potuto portare a passeggio il proprio cane, oppure non hanno potuto portarlo dal veterinario.

Durante l'emergenza hanno garantito cure e assistenza a 9588 animali e ne hanno soccorsi oltre 6000, così come continuano a prendersi in carico tantissimi animali rimasti soli a seguito del decesso del proprietario. Animali che aspettano il loro compagno umano che non tornerà, che sono stati accolti nei rifugi dell'associazione, curati e coccolati, nella speranza di trovare per questi quadrupedi una nuova famiglia.

Il lockdownh ha dato anche un volto nuovo alle città, ai paesi, quasi deserti. Tanti animali - come Ina, Bella e Brie che vivono ai piedi del Gran Sasso e che senza l'intervento di LNDC – Animal Protection sarebbero morti di fame. E così Valentino, trovato sul ciglio della strada, travolto da un'auto che lo ha reso disabile: salvato e curato, ora può ancora correre con il suo carrellino. E ancora Zeus, gettato in un pozzo e salvato con l'aiuto dei Vigili del Fuoco. La storia di questi animali è uguale a quella di molti altri che, senza aiuto, non sarebbero sopravvissuti.

In un periodo difficile come quello vissuto durante la Pandemia, il lavoro dei volontari è ancora più importante ma per sfamare, curare e proteggere gli animali c'è bisogno dell'aiuto di tutti: per questo la Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha lanciato un appello chiedendo sostegno a chi vuole e può contribuire. 

Delle ragioni di questo appello, abbiamo parlato con Piera Rosati, presidente della Lega Nazionale Difesa del Cane (LNDC).

Presidente, perché la LNDC ha deciso di avviare una raccolta fondi per fronteggiare l'emergenza Covid 19?

Questa emergenza ha purtroppo messo a dura prova non solo i nostri volontari, attivi 24 ore su 24 su tutto il territorio nazionale, ma anche le finanze dell'associazione. Abbiamo garantito cure e assistenza a 9588 animali e ne abbiamo soccorsi oltre 6000 e chi ci conosce sa con quanti sacrifici portiamo avanti tutte le nostre attività di soccorso, accoglienza, i sequestri, le azioni legali a cui ora si aggiungono i tanti animali che abbiamo accolto in questo periodo e che hanno bisogno di cure, di cibo, di percorsi comportamentali, che ovviamente comportano dei costi che si vanno a sommare a quelli ordinari già sostenuti dall'associazione. Per questo abbiamo lanciato un appello per raccogliere fondi per coprire le ingenti spese sostenute in questo difficile periodo.

C'è stato un incremento di abbandoni di cani in seguito alla Pandemia?

L'abbandono è un fenomeno che purtroppo non conosce sosta né stagioni e se ne sono verificati tanti anche durante questo drammatico periodo, nonostante il lockdown soprattutto nel sud Italia. Più che altro c'è stato sicuramente un incremento delle cessioni di proprietà da parte di persone in difficoltà a causa della pandemia o, ancora peggio, tanti animali rimasti soli a causa della morte dei loro proprietari. Animali che in tantissimi casi ci siamo presi in carico e speriamo di dare in adozione al più presto.

Ha dei dati relativi in particolare modo al Piemonte?

Come sappiamo tutti il Piemonte è stata una delle regioni più colpite da questa drammatica pandemia e le nostre Sezioni si sono prodigate per dare assistenza a quante più persone possibili, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza previste dai vari DPCM e dalle ordinanze locali.

Quali sono le ragioni più frequenti dell'abbandono, al tempo del Covid-19? Paura di trasmissione della malattia?

Come ho già detto, non possiamo affermare con certezza che gli abbandoni che si sono verificati in questo periodo siano stati dovuti al Covid-19. Tuttavia abbiamo registrato una pericolosa diffusione di informazioni errate da parte di una certa stampa, che ha insinuato o lasciato intendere che cani e gatti potessero trasmettere il virus. Una eventualità formalmente smentita da tutte le fonti scientifiche attendibili a livello internazionale.

Si sono verificati degli episodi di particolare difficile gestione per cani vaganti in cui siete dovuti intervenire?

La difficoltà principale nella gestione dei cani vaganti è stata dovuta alla mancata chiarezza delle norme sugli spostamenti. Le circolari del Ministero della Sanità, infatti, menzionavano la possibilità di spostarsi per accudire gli animali ospitati nelle strutture (canili e gattili) e dei gatti di colonia ma non parlava dei cani vaganti o reimmessi sul territorio, i cosiddetti cani di quartiere, che comunque avevano bisogno di essere sfamati e in alcuni casi curati come sempre. Per questo molti volontari sono stati purtroppo multati mentre si recavano ad accudire i cani senza proprietario che vivono sul territorio.

Sempre in questo particolare periodo, sono circolate diverse 'battute' su proprietari di cani che 'affittavano' l'animale per generare un'occasione di uscita in pieno lockdown.
Sono 'battute' che hanno avuto riscontro nella realtà?

Francamente non ho contezza di reali episodi di questo genere e mi auguro che si sia trattato solo di battute di spirito. I sacrifici che tutti abbiamo dovuto fare restando a casa in questo lungo periodo di lockdown sono stati essenziali per arginare il rischio che la pandemia facesse ancora molte più vittime di quante ne abbia già fatte.

Per sostenere la Lega Nazionale per la Protezione del Cane: https://appellospeciale.legadelcane.org/ 

 

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