Quando Villafranca emerse dal fondo del mare
Durante il Pliocene (5,3-2,5 milioni di anni fa), buona parte del Piemonte restò coperto da un mare caldo e poco profondo in cui nuotavano balene, delfini, orche e capodogli.
Intorno a tre milioni di anni fa - tuttavia - il mare si abbassò e arretrò, spostandosi da ovest a est a causa di un lento e progressivo accumulo di sedimenti, con un graduale abbassamento della temperatura, mutando la zona di Villafranca in un delta fluviale e causando infine l'emersione dal fondale marino. Da Villafranca prende nome l'Età Villafranchiana (da 3,3 a 2,6 milioni di anni fa), conosciuta dagli studiosi di tutto il mondo grazie agli eccezionali ritrovamenti fossili di grandi vertebrati terrestri avvenuti per la costruzione della ferrovia Torino-Genova e nella cava di argilla RDB. Come provano le testimonianze fossili, la fauna terrestre includeva mammiferi di grossa taglia tra cui due specie di elefanti, carnivori come la tigre dai denti a sciabola, ghepardi, rinoceronti, bovidi, cervidi, orsi, tapiri, scimmie...
Tra i ritrovamenti più importanti si segnalano i resti di un mastodonte, Anancus arvernensis, un proboscidato con zanne dritte, scoperto nel 1904. Le sue imponenti zanne misuravano più di due metri ed erano ben conservate. Furono estratte anche numerose altre ossa, custodite ora nei depositi del Museo di Scienze Naturali di Torino. La ricostruzione in resina dell'intero scheletro è esposta nella Sala delle Meraviglie del Museo, una fedele replica alta più di tre metri.
Nelle aree palustri e deltizie i popolamenti vegetali erano dominati da conifere come Taxodium dubium e Glyptostrubus europaeus, affini rispettivamente agli attuali cipresso calvo della Florida e il cipresso delle paludi cinese. Negli ambienti di piana alluvionale meno soggetti a ristagno d'acqua vi erano essenze simili agli attuali aceri, carpini, noccioli e querce o alle actinidie e ai cedri del Giappone o ancora ai liriodendri e ai liquidambar del continente americano.
Un museo a cielo aperto
Le sculture in ferro trattato rappresentano due diversi mastodonti , un rinoceronte e una balena
animali simbolo della paleontologia locale. Collocate in punti strategici del centro storico di Villafranca, queste opere non solo arricchiscono il paesaggio urbano, ma raccontano una storia antichissima. Ogni creazione è accompagnata da un totem con QR Code, che permette di scoprire dettagli sugli animali preistorici rappresentati e sul loro habitat.
Il percorso si snoda tra arte e storia e le installazioni si integrano perfettamente nel contesto urbano: il rinoceronte accoglie i bambini nel Parco del Valentino ; il mastodonte, circondato da elementi marini, segna l'ingresso a via Roma, visibile anche dagli ospiti della Casa di Riposo "Dr. Venanzio Santanera"; un altro mastodonte si trova in piazza delle Pollaie, su cui si affaccia la Biblioteca Civica Paolo Luotto.
E ancora la balena, con un'espressione bonaria, si erge in piazza Sabbioni, ai piedi della chiesa parrocchiale dei Santi Elena ed Eusebio. Un pezzo dell'età Villafranchiana è ora davvero a portata di mano e questo progetto contribuisce anche alla rivitalizzazione del centro storico di un piccolo paese, attirando visitatori e turisti.
Un futuro ancora più ricco di arte
Le cinque sculture sono solo l'inizio. Finanziate anche con fondi regionali collegati al Distretto del Mastodonte (quattordici centri della Valtriversa, con Villafranca Comune capofila per valorizzare il commercio di vicinato), saranno presto affiancate da nuove opere. Oltre alle cinque già collocate nella primavera del 2024, altre sei sculture sono in corso di allestimento nel centro storico e nelle sue immediate vicinanze: il delfino, il pesce, la conchiglia, la tigre dai denti a sciabola, la tartaruga e la macaca arricchiranno ulteriormente il percorso artistico.
Un'idea ambiziosa, che unisce memoria storica, valorizzazione del territorio e creatività contemporanea. Come sottolinea l'artista Giorgia Sanlorenzo, i colori e le texture delle sculture non sono casuali: ogni opera è un omaggio al Mare Padano e al suo incredibile passato.
Villafranca, con questo progetto, offre a cittadini e visitatori un'esperienza unica: un viaggio nella preistoria senza bisogno di lasciare il presente.
La Mappa delle mete: dal web al territorio
Da qualche tempo, poi, è nato nell'Astigiano un nuovo progetto: un unico catalogo riunisce, su internet, tutte le opere d'arte, presenti sul territorio dell'Astigiano, che celebrano le creature del Mare Padano e del Villafranchiano. È la Mappa delle mete, visibile sul sito web che, non a caso, si chiama Arte in collina.
Di ogni murales e scultura (finora una ventina) vi è una breve descrizione, insieme al nome dell'artista coinvolto (tra gli altri: Vesod, Ascanio Cuba, Roberto Collodoro, conosciuti a livello internazionale), l'anno di realizzazione delle installazioni, i luoghi in cui si trovano. Una cartina geografica aiuta, nel dettaglio, a visualizzare il tipo di opera e il comune che la ospita.
Non mancano i belvedere artistici che regalano suggestioni impagabili: osservare il paesaggio, tra colline che sembrano onde, immaginando l'antico mare.
Le foto di quest'articolo sono di Laura Nosenzo.