Il rapporto tra uomo e Natura è un filo sottile ma essenziale che, nel corso dei decenni, ha subito un drastico cambiamento. Con l'urbanizzazione in costante aumento e lo stile di vita moderno che spinge le persone verso centri urbani densamente popolati, il contatto con gli spazi verdi è notevolmente diminuito. Questo cambiamento ha dato origine a ciò che il pedagogista Richard Louv ha definito "disturbo da deficit di natura", una condizione che riflette la carenza della tanto benefica "vitamina N".
Cos'è la "vitamina N"
Altro non è che l'esposizione regolare agli ambienti naturali: una pratica che ha dimostrato benefici significativi per la salute fisica e mentale dell'essere umano. Numerosi studi hanno evidenziato che trascorrere almeno due ore alla settimana immersi nella natura può ridurre lo stress, migliorare l'umore e contribuire alla regolazione dei cicli sonno-veglia. Questi effetti non sono riservati solo agli adulti: sono altrettanto, se non più, cruciali per lo sviluppo dei bambini, anche molto piccoli, influenzando positivamente la loro capacità di concentrazione, la riduzione dei disturbi dell'attenzione e la promozione dell'attività fisica.
La consapevolezza ecologica nei bambini
L'importanza della frequentazione degli spazi verdi in età pediatrica si estende oltre i benefici fisici e cognitivi. I bambini che crescono circondati dalla natura imparano a rispettarla, a sviluppare una maggiore consapevolezza ecologica e a migliorare le loro capacità sociali attraverso l'interazione con gli altri coetanei in contesti aperti, non strutturati e di scoperta continua, e a maturare un rispetto nei confronti della natura che influenza comportamenti e scelte future in modo positivo.
Poichè il "disturbo da deficit di natura" riguarda prevalentemente coloro che vivono in ambienti urbanizzati, per promuovere una maggiore frequentazione degli habitat naturali, è fondamentale che Enti ed Amministrazioni pubbliche adottino politiche integrate a livello collettivo, includendo la creazione di aree verdi e l'incentivazione della mobilità sostenibile.
L'impatto della "Vitamina N"
In particolare, il contatto con la natura nei primi mille giorni di vita (il periodo che va dal concepimento ai primi due anni) favorisce lo sviluppo neurocognitivo, contribuisce a ridurre il rischio di insorgenza di patologie croniche come quelle cardiovascolari, e rafforza il sistema immunitario, influenzando positivamente la crescita fisica e mentale, anche a lungo termine, come ci ha spiegatola dottoressa Uga, pediatra presso l'Ospedale S. Andrea di Vercelli, che abbiamo intervistato in relazione al progetto "Nati con la Natura" che coinvolge Regione Piemonte, Associazioni, Centri famiglia e ASL (LINK PAGINA PROGETTO). Tali effetti sono supportati dalle evidenze scientifiche che mostrano come stare in ambienti naturali riduca i livelli di cortisolo e di altri ormoni dello stress, sia nei bambini sia nelle madri, migliorando così il benessere psicologico e fisico generali.
Inoltre, la stimolazione sensoriale offerta dagli ambienti naturali contribuisce anche allo sviluppo sensoriale, motorio e cognitivo dei bambini.
Stare in natura facilita poi la collaborazione e l'interazione tra i bambini, promuovendo un senso di comunità che può essere benefico per lo sviluppo sociale ed emotivo.
Più "vitamina N" nelle politiche
Il ritorno alla Natura non è solo una questione di piacere estetico, ma una necessità per il benessere umano (fisico, psichico e sociale) e l'equilibrio ecologico. Ora che sappiamo che esiste e che è sempre più diffuso il "disturbo da deficit di natura", introdurre la "vitamina N" nella vita quotidiana delle persone, e dei più giovani in particolare, attraverso politiche mirate tali da riuscire a indurre un cambiamento di atteggiamento individuale, può favorire un futuro più sano e più sostenibile per le generazioni a venire.