Il monitoraggio invernale degli uccelli acquatici delle Aree protette del Po piemontese si inserisce in un programma coordinato su scala internazionale avviato nel 1967, quando l'International Waterfowl & Wetlands Research Bureau (IWRB), oggi Wetlands International organizzò per la prima volta i censimenti invernali denominati International Waterfowl Count (IWC).
Oltre ai citati parchi regionali, partecipano al censimento i volontari del Gruppo Piemontese Studi Ornitologici (GPSO), i volontari Amici delle Aree protette del Po piemontese e le guide dell'Associazione Naturalistica Codibugnolo.
Una banca dati internazionale
Anche i risultati dei censimenti delle Aree protette del Po piemontese, raccolti nella banca dati nazionale, confluiscono nel database di Wetlands International per contribuire all'analisi su scala globale riguardo l'areale di svernamento delle diverse popolazioni ornitiche. L'osservazione di questi dati consente di comprendere l'andamento numerico complessivo e lo stato di conservazione delle popolazioni. La cooperazione internazionale si dimostra un valido strumento per il monitoraggio delle specie che attraversano più di un continente durante il loro ciclo annuale.
Studiare i risultati del monitoraggio e confrontarne l'andamento nel corso degli anni è indispensabile per determinare lo stato di salute di una zona umida: la presenza di uccelli acquatici e le variazioni annuali sono lo specchio della qualità delle aree umide.
L'IWC opera in 143 Paesi per raccogliere informazioni sul numero di uccelli acquatici, prendendo in considerazione ogni tipo di zone umide naturali e artificiali e le specie di uccelli acquatici che vi si possono abitualmente incontrare: anatre, oche, svassi, folaghe, gabbiani, gru, aironi, garzette, ibis, cormorani, oltre che rapaci e altri uccelli, come il martin pescatore, la cui sopravvivenza dipende in gran parte dalle risorse alimentari di questi habitat.
Il Centro di referenza per l'Avifauna planiziale
I censimenti invernali rientrano tra le attività svolte del Centro di referenza per l'Avifauna planiziale, istituito presso l'Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese. Il Centro collabora con Enti e associazioni che si occupano della raccolta dei dati avifaunistici sul territorio piemontese e svolge direttamente l'attività di aggiornamento delle banche dati sul web.
Coordina inoltre la progettazione di interventi di rinaturalizzazione degli ambienti frequentati dalle specie avicole anche nell'ambito dello studio delle dinamiche migratorie dell'avifauna planiziale al fine di predisporre specifiche misure di gestione e conservazione. Da non sottovalutare il ruolo attivo svolto nell'analisi dell'impatto delle specie alloctone invasive sull'avifauna locale e di altre criticità quali l'attività venatoria o gli impianti elettrici.
Il Po offre molti siti idonei allo svernamento degli uccelli acquatici: l'intero tratto del fiume, da Casalgrasso al confine con la Lombardia, ricade all'interno del Parco del Po piemontese. La quasi totalità dei siti idonei allo svernamento degli uccelli acquatici ricade dunque in aree soggette a tutela e salvaguardia ambientale. Il conteggio degli uccelli acquatici svernanti ben rappresenta le condizioni dell'avifauna e degli habitat frequentati in inverno lungo il Po. Fiumi, bacini lacustri e zone umide sono tra gli ambienti più a rischio e al tempo stesso più ricchi di biodiversità.
Per rendere efficaci i confronti dei dati raccolti di anno in anno, il censimento degli uccelli acquatici avviene con le stesse modalità, sempre nel mese di gennaio, tramite un conteggio per ogni sito individuato. La scelta del periodo non riproduttivo è dettata dalla scarsa mobilità di quasi tutte le specie di uccelli acquatici e dalla loro abitudine a concentrarsi in zone idonee a trascorrere la stagione fredda. Si effettuano conteggi diretti, utilizzando binocoli e cannocchiali, in modo simultaneo tra addetti in modo da ridurre al minimo il rischio di doppi conteggi.
Il monitoraggio degli uccelli acquatici svernanti è una delle componenti fondamenti dell'attività di conservazione e gestione degli habitat dal momento che la conoscenza delle dinamiche delle popolazioni è strettamente connessa al grado di conservazione del territorio.
I dati ottenuti nel corso degli anni costituiscono uno strumento indispensabile per stabilire le priorità nella conservazione dei siti naturali.
I dati 2024
Quest'anno, durante i conteggi diurni e serali nei dormitori, sono stati registrati oltre 20.000 esemplari di varie specie ornitiche: si tratta di un dato significativo che attesta la presenza, nelle Aree protette del Po piemontese, di circa il 40% di tutti gli uccelli svernanti in Piemonte.
Sono state censite circa 50 specie: il germano reale (Anas platyrhynchos) è la più diffusa tra le specie di anatre selvatiche, seguita dall'alzavola (Anas crecca).
Tra i rapaci si segnala la presenza di falco di palude (Circus aeruginosus), di albanella reale (Circus cyaneus) e della più rara aquila minore (Hieraaetus pennatus).
Tra i dati numerici degni di nota balzano agli occhi, ormai da alcuni anni, i conteggi delle gru (Grus grus) che svernano nei vari dormitori sul greto del Po: quest'anno sono state contate circa 3.800 gru cenerine nei cosiddetti roost.
Di grande interesse ornitologico l'avvistamento dell'airone schistaceo (Egretta gularis), il grande airone dal piumaggio del colore dell'ardesia e la gola bianca. Si tratta di una specie molto presente nel continente africano dalla costa mediterranea all'area subsahariana, nella penisola arabica e in Medio Oriente, ma assai rara alle nostre latitudini.
Anche quest'anno i dati emersi dai censimenti confermano il valore naturalistico in termini di biodiversità delle Aree protette del Po piemontese e la loro importanza come sito di svernamento per l'avifauna acquatica oltre ad essere il punto di partenza per la pianificazione dei futuri interventi di conservazione degli habitat.