A oltre 1600 metri di altezza, nel Comune di Alagna Valsesia, si trova il Giardino Botanico Alpe Fum Bitz all'interno delle Aree protette della Valsesia. Tutta la zona circostante è caratterizzata da formazioni rocciose di origine glaciale molto interessanti, dalle caratteristiche forme a dorso di balena o dorso di montone, formatesi quando la lingua glaciale erose il substrato roccioso modellandolo con la sua spinta.
Un museo a cielo aperto
L'area che racchiude al suo interno il Giardino botanico è ricchissima di interessanti formazioni geologiche. Innanzitutto le cosiddette striature glaciali, vale a dire bordi e fianchi della montagna incisi dalle rocce incastonate nel ghiaccio in movimento, che indicano quale è stata la sua direzione. Particolarissime e rare sono poi le marmitte dei giganti (o pentole dei giganti), profonde buche di forma cilindrica così battezzate dalla fantasia che tradizionalmente contraddistingue la gente di montagna. La loro origine è dovuta all'acqua di fusione dei ghiacciai, incanalata nel Fiume Sesia e nei suoi affluenti che, incontrando una depressione del terreno vi precipita trasportando con sè pietre e ciottoli. L'energia cinetica acquistata nel salto, imprime un movimento circolare vorticoso al punto da scavare profonde buche. In questo ambiente di valli pensili e di conoidi di valanga, sotto il profilo grandioso ed elegante del Monte Rosa, si trova il Giardino.
Un solo giardino, tanti ambienti per la biodiversità
L'ambiente in cui si trova il Giardino Botanico è molto selettivo per le piante che, per svilupparsi adeguatamente, vanno accompagnate seguendo i ritmi e i sistemi della natura. Il terreno, infatti, è sottile, prevalentemente acido per la presenza di gneiss e micascisti oltre che di un humus dovuto all'accumulo di aghi di larice e altre conifere. Ecco allora l'importanza di provvedere a pacciamature per aumentare il contenuto organico e per proteggere le radici da eccessivi sbalzi di temperatura ed umidità, oltre che per favorire consociazioni fra piante, creando rapporti sinergici positivi nell'avvicendarsi aspro delle stagioni. Nel Giardino sono quindi stati creati degli ambienti differenti che riuniscono specie affini. Il megaforbieto, innanzitutto, che è l'ambiente delle alte erbe alpine, dove vivono specie vigorose che vogliono un ambiente fresco e ricco di nutrienti, drenato, una comunità di piante soggette alla caduta periodica di valanghe primaverili, come i velenosissimi Aconiti, le Digitalis, pure velenose ma importanti a livello farmacologico per il loro contenuto in digitalina, il Senecio dei Boschi, la bellissima e buonissima Angelica silvatica, la Cicerbita alpina, chiamata anche radicchio dell'orso e ricercata dai gourmet, la Centaurea rapontica dai vistosi capolini rosa carico.Il prato nitrofilo, per il mantenimento della biodiversità del pascolo in altura. L'ambiente dei frutti di bosco che ci racconta coma anche in montagna ci sia una grande varietà dei frutti: fragole selvatiche, mirtilli, ribes, lamponi, che trovano il loro suolo ideale dove il substrato è ricco e continuamente rinnovato dal ciclo biologico del bosco, la luce arriva filtrata dagli alberi e l'acqua è conservata dal manto di foglie. L'ambiente ripariale, intrinsecamente precario per effetto degli eventi alluvionali che lo determinano, in cui le specie prevalenti sono gli Epilobium, le Inule, le Achemille e, laddove confina con il prato nitrofilo, i Rumex. Le aiuole, infine, raccolgono una bellissima collezione di felci alpine e piante con diversi periodi di fioritura che conferiscono al Giardino cambiamenti continui, come la Peonia officinalis, la Cicerbita alpina o radicchio dell'orso o dei ghiacciai, parente delle cicorie, le genziane di cui nel Giardino crescono una decina di specie, i gigli tra cui il giglio di monte o di San Bruno, la Paradisea liliastrum, il giglio martagone, Lilium martagon, e il giglio di San Giovanni, di colore rosso-arancione, tutte specie protette. Le zone a prato - infine - vengono sfalciate solo a fine stagione per permettere agli insetti di completare il loro sviluppo rendendo l'ambiente ideale per le rarissime farfalle, le api selvatiche, le libellule, le efemere e atri insetti utili che rendono ancora più vivo il Giardino.
La Casa del Parco
Adiacente all'Alpe Fum Bitz, a 1600 m circa di quota, vi è la Casa del Parco dell'Ente. Si tratta di una baita con ballatoi in larice di ispirazione Walser, che raccoglie al pianterreno un Museo dedicato agli animali alpini, alle loro caratteristiche fisiche ed etologiche, alle tracce che lasciano sul terreno, alle loro sagome in volo. Al primo piano la foresteria ospita, per studio e lavoro, guardiaparco e ricercatori. Inoltre è custodita un'interessante esposizione sui servizi ecosistemici e le reti ecologiche degli ambienti montani ad alpini, con un focus sulla fauna che li caratterizza.
La posizione della struttura è sicuramente strategica in quanto è raggiungibile con pochi minuti di cammino in un ambiente panoramico ed interessante dal punto di vista naturalistico al cospetto dei ghiacciai della parete sud del Monte Rosa. E' aperta durante il periodo estivo, oppure su prenotazione negli altri periodi dell'anno, e costituisce un importante punto di riferimento per i visitatori del Parco che qui possono acquisire tutte le notizie ed i consigli utili per una visita al Parco più alto d'Europa.
I Laboratori botanici
Tutte le estati al Giardino Botanico dell'Alta Valsesia si svolgono attività didattiche, ricreative e di ricerca scientifica per bambini ed adulti. In particolare i laboratori di estrazione dei principi attivi, preparazione di pigmenti con i petali, studio della coevoluzione fiore-insetto, contribuiscono ad avvicinare i bambini alla botanica e alla montagna. Ma si pensa anche alle famiglie, ad esempio con l'organizzazione delle Cacce al tesoro, solitamente durante le domeniche.