"Come può operare un'area protetta per garantire la tutela del territorio? Attraverso l'imposizione di vincoli agli abitanti dei territori? Oppure attraverso il coordinamento dell'azione di salvaguardia dei valori ambientali e paesaggistici con lo sviluppo economico locale?"
Questo l'interrogativo, tutt'altro che banale, da cui è partito Pietro Giraudo nella compilazione della sua tesi di laurea dal titolo "Il contributo dell'Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime all'economia locale".
Il lavoro, presentato all'Università di Siena a conclusione del Corso di Laurea in Economia per l'ambiente e la sostenibilità, è stato discusso con la professoressa Silvia Ferrini e con l'ex Direttore delle Marittime Giuseppe Canavese in qualità di correlatore. A testimonianza della validità della ricerca effettuata, quest'anno la tesi di Giraudo si è aggiudicata uno dei nove premi che Uncem Piemonte assegna alle migliori tesi di laurea sulla montagna.
Come nasce lo studio e gli aspetti presi in considerazione
"L'idea della tesi mi è venuta da una conversazione con Giuseppe Canavese, all'epoca Direttore delle Marittime" racconta Pietro Giraudo. Frequentavo il corso di laurea in Economia ambientale e Canavese osservò come, a fronte di un gran numero di tesi che si occupano di aspetti naturalistici, siano davvero pochi gli approfondimenti sull'impatto economico dei parchi. Grazie alla sua disponibilità e a quella dell'attuale Direttore, Luca Gautero, ho quindi potuto accedere ai bilanci dell'ente e quindi a molti dati di tipo amministrativo e contabile".
Giraudo ha analizzato molteplici aspetti per capire le ricadute economiche sul territorio di un'area protetta vasta come quella delle Marittime: quanti dipendenti del parco risiedono nei comuni del territorio, l'entità degli acquisti di beni e servizi effettuati dall'ente di gestione, il contributo all'aumento del turismo.
"Nella prima parte dello studio ho tratteggiato la nascita e le origini storiche delle aree protette nel mondo e in Italia, in particolare delle Marittime. Successivamente ho analizzato il bilancio dell'ente di gestione dal 2016 al 2021 per capire l'entità dei fondi spesi presso operatori economici dei diciassette comuni che fanno parte dell'Ente di gestione".
Il territorio scelto per l'analisi non coincide con il perimetro del Parco ma con l'intera superficie dei comuni che fanno parte delle aree protette: questo perché i benefici non si limitano al Parco in senso stretto, ma anche ad altre aree, come i centri storici dei paesi, dove si trovano strutture ricettive come case, alberghi, negozi.
"Inoltre ho conteggiato quanti dei posti di lavoro creati dal Parco siano occupati da cittadini della zona. Nella seconda parte ho esaminato il fenomeno turistico che è uno degli effetti più tangibili della presenza delle aree protette. Anche grazie ai dati ottenuti da un questionario distribuito ai visitatori, infatti, è stato possibile stimare l'indotto economico portato dai turisti attirati dai parchi. Da ultimo, infine, ho affrontato il tema dei servizi ecosistemici e, in particolare, di quello relativo alla ricreazione fornito dalle Marittime" conclude Giraudo.
L'utilità dei parchi per il territorio
Lo studio afferma che, a conti fatti, l'istituzione di un'area protetta può portare sia benefici economici misurabili in termini di variazione del reddito delle popolazioni locali, definibili come benefici materiali (assunzioni e spese dirette effettuate dall'ente, aumento valori fondiari, turismo e ricreazione, ecc.), sia benefici immateriali (ricerca e educazione ambientale, mantenimento dei processi ecologici, ecc.), che influiscono positivamente sul benessere sociale, ma difficilmente calcolabili in termini economici perché non si tratta di beni oggetto di transazione sul mercato.
Per quanto riguarda l'occupazione, ad esempio, oltre alle assunzioni dirette del parco sono nati altri 59 posti di lavoro indiretti, con lavoratori assunti da realtà formatesi grazie alla presenza dei parchi, come la Cooperativa Montagne del Mare che si occupa della gestione dei centri visita e dei punti informativi.
Un altro dato interessante riguarda le spese complessive dell'ente che per oltre un terzo ricadono all'interno del territorio del Parco e, per circa il 35%, nei comuni limitrofi.
Il Parco delle Marittime, in buona sostanza, ha portato alla creazione di nuova occupazione e speso parte del proprio bilancio in loco facendo da volano per l'economia locale che, soprattutto nelle aree di montagna, fa tradizionalmente fatica a decollare.
Un focus sul turismo
Uno degli obiettivi del lavoro è stato quello di stimare la ricaduta del turismo.
Altrove nel mondo, ad esempio negli Stati Uniti, il monitoraggio dei flussi turistici e degli impatti dei parchi sulle economie locali sono questioni di grande importanza che vengono analizzate con cadenza annuale grazie a dati molto dettagliati. In Italia il discorso è diverso e maggiore è la difficoltà nel reperire le informazioni. Anche per questo Giraudo ha deciso di condurre un'indagine tramite la somministrazione di un questionario. I risultati raccontano come come il 35% dei turisti abbia scelto la destinazione principalmente o esclusivamente per la presenza delle Aree Protette. Incrociando questi dati con quelli relativi alle presenze totali, raccolti da VisitPiemonte che è la "Destination Management Organization" del Piemonte, si può affermare che nei comuni di Entracque, Chiusa di Pesio e Valdieri, dal 2011 al 2019, si sono avute circa 27.200 presenze aggiuntive grazie all'esistenza delle Aree Protette che, moltiplicate per una spesa giornaliera stimata per vitto e alloggio (€ 86,00 al giorno) corrispondono a circa 2,3 milioni di euro.
Oltre a questi dati bisogna tenere conto anche di coloro che hanno visitato la zona per più giorni "anche" per la presenza del Parco e di chi invece ha compiuto una visita in giornata. Sommando tutte queste tipologie di turisti le ricadute economiche riconducibili in tutto o in parte alla presenza delle Aree Protette delle Alpi Marittime sono stimabili in oltre dieci milioni di euro all'anno.
L'opinione del Parco sullo studio
"Lo studio compiuto da Giraudo è molto interessante perché è riuscito a quantificare l'impatto che il parco ha sul territorio e ad evidenziare che, oltre al fondamentale ruolo di conservazione e tutela degli habitat e della biodiversità, le aree protette possono essere motori di sviluppo sostenibile del territorio" spiega Luca Gautero, Direttore dell'Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Marittime. "L'interesse che questa tesi ha suscitato e il premio che ha ricevuto dall'UNCEM ci spronano, a nostra volta, a proseguire sul cammino intrapreso, con la partecipazione a progettualità e bandi sia nazionali che europei, grazie ai quali aiutare il nostro territorio a crescere".
Oltre alla tesi di Pietro Giraudo esistono altri studi e analisi fatte in passato nei Parchi Nazionali e in altre aree protette , che evidenziano come la tutela della biodiversità può andare di pari passo con la creazione di valore economico, puntando sul capitale naturale e culturale che, se correttamente fruito, non si esaurisce e che, se ben valorizzato, crea benessere per tutto il territorio.
Per approfondimenti:
I Parchi come luogo d'incontro tra green economy e green society (studio a cura di Federparchi e Ministero dell'Ambiente)
Parchi, ove tutela della biodiversità fa rima con sviluppo sostenibile (Piemonte Parchi del 2 maggio 2023)
Sito Ambiente Regione Marche (Progetti delle aree protette)
Attività delle Aree protette delle Alpi Marittime
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