Collocate nel Torinese, le Aree protette delle Alpi Cozie comprendono un parco d'acqua, quello dei Laghi di Avigliana con la zona umida dei Mareschi, e tre parchi naturali di montagna: Val Troncea, Orsiera Rocciavré e Gran Bosco di Salbertrand, che tutelano ambienti tipicamente alpini e segni storici come strade militari, luoghi famosi per antiche battaglie, prodotti tipici, miniere e ghiacciaie: la fitta rete escursionistica e le tante strutture d'accoglienza favoriscono il turismo naturalistico e di scoperta delle culture tradizionali. Come l'Ecomuseo Colombano Romean, la Certosa di Montebenedetto e la Casa degli Escartons "Alex Berton".
Il 2023, in particolare, è un anno di forti cambiamenti per le Aree protette delle Alpi Cozie. I quattro parchi naturali che ne costituiscono il fondamento vennero istituiti tutti nel maggio 1980 e necessariamente gran parte del personale che li ha tutelati e valorizzati e, con merito, organizzati e gestiti per oltre 40 anni, ha già raggiunto, o si avvicina, alla sospirata pensione. Un traguardo importante che, nella frenesia dei nostri tempi colpita anche da una lunga e terribile pandemia, è passato ingiustamente in sordina. Il passaggio di testimone lavorativo riguarda tutte le aree dell'ente e coinvolge una più radicale riorganizzazione dell'intera attività.
«Doveroso quindi applaudire e ringraziare i tanti colleghi, che hanno raggiunto la pensione negli ultimi anni e che hanno lavorato con professionalità e grande attaccamento e affetto al proprio territorio e Parco naturale, presidiandolo e gestendolo. Sono Marino Miletto, Valter Peyrot, Arcangelo Vita, Aldo Bronzino, Carla Ru, Bruno Felizia, Giuseppe Ferrero, Graziano Borello, Graziella Bazzan, Ezio Faure, Giovanni Martin, Daniele Miletto, Sergio Perron, Stefania Vuillermoz. A tutti loro un rinnovato grazie e l'augurio per una pensione felice e realizzata», dichiara l'Ente Parchi Alpi Cozie in una nota. Di rilievo il recente passaggio di Direzione da Michele Ottino, alla guida dell'ente dal giugno 2017 e in pensione da marzo, al neo dirigente Luca Marello.
Il Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand
Il Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand ha tra i suoi obiettivi, la tutela e conservazione delle caratteristiche naturali, ambientali e paesaggistiche del Gran Bosco vero e proprio: 800 ettari di foresta mista di abete bianco e abete rosso, rari nelle Alpi occidentali a causa del clima continentale. Alla base dell'interesse suscitato in passato dalle abetine, principalmente motivazioni di tipo economico: infatti, hanno fornito, a partire dal 1700, il legname per le grandi travature a vena diritta delle più importanti opere di ingegneria militare e civile di casa Savoia, come l'Arsenale di Torino, la Basilica di Superga e la Reggia della Venaria Reale.
Dal 1996, il Parco Naturale del Gran Bosco gestisce l'Ecomuseo Colombano Romean, un museo dedicato all'ambiente globale e a Colombano Romean, minatore e cavatore delle Ramats, immagine simbolo del duro ed ingrato lavoro in montagna. Non è un museo nel senso convenzionale del termine; oggetti del museo sono gli oggetti in uso nella vita quotidiana ma anche il paesaggio, l'architettura, il saper fare, le testimonianze orali della tradizione. Si snoda lungo un itinerario ad anello tra il paese di Salbertrand e il Parco del Gran Bosco. Fanno parte delle sezioni visitabili dell'Ecomuseo il Mulino Idraulico della Comunità di Salbertrand e il Forno a legna della frazione Oulme che permettono di documentare il ciclo completo del pane collegando i vari momenti di lavorazione dei cereali e illustrando i legami tra il mondo lavorativo e quello domestico. Il Museo dei Tesori della Parrocchiale ospitato nella sacrestia della Chiesa di San Giovanni Battista, e la Cappella dell'Annunciazione dell'Oulme, restituita all'antico splendore, testimoniano la religiosità e la sapienza di una Comunità strettamente legata alle proprie tradizioni.
Il Parco ai piedi della Sacra
Il Parco naturale dei Laghi di Avigliana, istituito nel 1980, è situato allo sbocco della Valle di Susa, ai piedi del Monte Pirchiriano su cui sorge l'antica abbazia della Sacra di San Michele, in una caratteristica zona dell'anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana, distante poco più di 20 chilometri da Torino. Il territorio, pur nella sua limitata estensione, annovera una notevole varietà di ambienti e di situazioni ecologiche, in quanto sono presenti tre biotopi diversi seppur interconnessi, costituiti da due bacini lacustri e dai rilievi collinari e dalla zona umida dei Mareschi. L'elemento caratterizzante è rappresentato dai Laghi di Avigliana che sono, insieme alle imponenti formazioni moreniche che li circondano, una testimonianza degli ultimi due periodi glaciali. Oggi, alle soglie del loro undicesimo millennio di vita, il futuro dei Laghi di Avigliana dipende dalle strategie di recupero e riqualificazione ambientale che l'uomo saprà mettere in atto.
Il Parco naturale Orsiera Rocciavrè
Viene definito "un Parco per quattro stagioni", perché le tre valli (Chisone, Susa e Sangone) su cui si sviluppa hanno caratteristiche climatiche diverse ma vivibili tutto l'anno. I confini dell'area protetta corrono mediamente a una quota altimetrica di 1.400 metri e le cime più importanti comprese al loro interno sfiorano i 3.000 metri: Monte Orsiera (2.890 metri), Monte Rocciavrè (2.778 metri) e Punta Rocca Nera (2.852 metri).
Percorrendo la strada di accesso al Parco naturale Orsiera Rocciavrè dal Comune di Villar Focchiardo, ci si trova, dopo pochi chilometri, al cospetto di una imponente costruzione in una cornice di pascoli e boschi. È la Certosa di Montebenedetto che grazie alla sua storia può sicuramente essere annoverata come uno dei più importanti monumenti della Valle di Susa ed un notevole prestigio per il Parco che la comprende nei propri confini. Durante i mesi estivi viene utilizzata dal malgaro per la conduzione dell'azienda agricola e dall'Ente Parco per la promozione di manifestazioni turistico culturali.
Il Parco naturale della Val Troncea
Il territorio del Parco naturale della Val Troncea, situato nel cuore delle Alpi Cozie, si estende per una superficie di 3.280 ettari; è delimitato per gran parte del suo perimetro da cime di tremila metri di altitudine e insiste totalmente sul Comune di Pragelato (proprietario per l'89% dei terreni). Fin dal secolo XVII l'area è stata oggetto di sfruttamento e, con la costruzione della fortezza di Fenestrelle e delle gallerie alle Miniere del Beth, per le quali venne impiegato molto legname, si venne a creare un paesaggio caratteristico "a boschetti".
Al di sopra delle foreste si apre il favoloso mondo dei fiori alpini, che hanno dato alla valle l'appellativo di Valle dei Fiori: stella alpina, dall'astro alpino, dall'astragalo alpino, dalla viola calcarata a cui si aggiungono il ranucolo dei Pirenei, il rododendro, il mirtillo blu, la soldanella, il salice reticolato, il tlaspide, la calta, l'epilobio di Fleisher, l'avena dorata, la genziana maggiore, la driade, la silene o muschio fiorito, la viola del Moncenisio.
In una costruzione risalente a metà del XVII secolo, il Parco Naturale Val Troncea ha aperto uno spazio dedicato alla cutura e alla storia locale, la Casa degli Escartons "Alex Berton". Gli Escartons furono una circoscrizione territoriale autonoma e federata in cui, grazie alla sottoscrizione della Grande Carta delle Libertà, dal 1343 al 1713 la vita amministrativa e fiscale del territorio venne gestita in maniera autonoma. La Casa degli Escartons offre così l'opportunità di scoprire le tradizioni e la cultura delle popolazioni di queste montagne tra antiche strade, fontane e case costruite in legno e pietra, immersi in uno stupendo paesaggio.