Promuovere l'avvicinamento tra le famiglie e la natura, con l'intenzione e la speranza di migliorare la salute di tanti nati e nascituri. Questo è uno degli obiettivi che si pone la Regione Piemonte, in linea con i principi del Piano Nazionale di Prevenzione Sanitaria, da cui discende il Piano Regionale di Prevenzione 2020-2025 che rappresenta la cornice di riferimento dei principali obiettivi regionali di sanità pubblica e strumento di attuazione dei LEA (livelli essenziali di assistenza) della prevenzione.
Grazie a uno dei gruppi di lavoro già operativi all'interno del Piano regionale, il 'Tavolo di lavoro sui primi 1000 giorni di vita' è destinato alla tutela della salute dei più piccini. Una missione che bene si sposa con l'intenzione di rendere note possibili mete nei parchi naturali del Piemonte, particolarmente accoglienti per famiglie con prole al seguito, anche molto piccola.
Quali parchi regionali prediligere
Per facilitare la ricerca di mete per famiglie che vorranno seguire l'invito ad avvicinarsi alla natura con bimbi piccoli, la Regione si sta adoperando per l'aggiornamento dell'Agenda di gravidanza – strumento che tutte le neo-mamme conoscono e messo a disposizione dal servizio sanitario regionale - dove verranno inserite informazioni e proposte di itinerari (con passeggino al seguito!) nei parchi regionali piemontesi. A questo proposito, in riferimento all'Azienda Sanitaria Locale coinvolta per ora nel progetto - anticipiamo qui gli itinerari più idonei già presenti nelle Aree protette delle Alpi Cozie e nel Parco naturale La Mandria.
Perchè concentrarsi sui primi 1000 giorni di vita?
Nel periodo compreso tra il concepimento e i primi due anni di età, si pongono le basi per un adeguato sviluppo fisico e psichico del bambino. Purtroppo, sebbene i genitori abbiano a cuore la salute dei propri figli, non tutti sono consapevoli di quanto alcuni interventi di prevenzione, protezione e cura realizzati in questo arco di tempo portino a risultati di salute a breve, medio e lungo termine nella vita del bambino e del futuro adulto.
Tra le azioni che portano all'incremento del benessere del neonato c'è l'allontanamento dall'urbanizzazione, almeno periodicamente.
Il trasferimento della popolazione in città avvenuto maggiormente negli ultimi decenni, ha provocato l'aumento dell'esposizione a rischi ambientali, quali per esempio l'inquinamento acustico e atmosferico. L'assenza del "verde urbano", cioè quelle porzioni di spazio urbano adibite per il verde e la natura, porta spesso all'inattività fisica, ad un'incidenza più alta di malattie cardiovascolari-polmonari (date dall'inquinamento da trasporti), malattie cardiache ischemiche-tumori, oltre che all'asma da inquinamento. Per tutte queste ragioni, la presenza di spazi verdi anche in città è fondamentale per permettere ai cittadini di condurre stili di vita attivi e migliorare, almeno in parte, la qualità dell'aria, facendo inoltre da barriera contro l'inquinamento acustico e permettendo la diminuzione del calore urbano.
Adibire aree verdi non è tuttavia sufficiente, poiché la mancanza di gestione del "verde urbano" può essere associata a una maggiore presenza di piante allergizzanti, che andranno a acutizzare asma e allergie nella popolazione.
I benefici della natura sulla salute dei più piccini
Gli effetti positivi sulla salute del neonato sono molteplici, a partire da: un aumento generale del benessere, l'incremento dell'autodisciplina, la riduzione dei disturbi depressivi e dei comportamenti problematici, la prevenzione da diverse malattie, una maggiore capacità sociale, un rafforzamento del quoziente intellettivo e un miglioramento nei disturbi dell'attenzione, oltre che la crescita della sensibilità ambientale.
Una teoria sottoposta a diversi studi, chiamata "Attention Restoration Theory", afferma che i bambini confinati in ambienti urbani sviluppano un tipo di attenzione detta "diretta", che tende a non ammettere distrazioni, portando a sforzare continuamente il cervello fino a "esaurirlo". Negli ambienti naturali, al contrario, il bambino troverà un ambiente tranquillo e privo di pericoli e impulsi costanti, permettendo un'attenzione senza sforzo, anche chiamata "fascino morbido".
È dunque dimostrato che i bambini confinarti in spazi urbani hanno disturbi legati all'isolamento in spazi chiusi, mentre il gioco nella natura riduce lo stress, incrementa l'attività ludica e il contatto sociale, coinvolgendo non solo la sfera cognitiva, ma anche affettiva e fisica.
A questo punto tocca alle neo-mamme e ai neo-papà, mettere zaino in spalla (compreso il passeggino!) e partire alla scoperta di alcuni dei cammini "baby-friendly" nei parchi regionali piemontesi.