Basta citare l'abbondante etimologia popolare del nome di Malta, per capire questo arcipelago al centro del Mediterraneo: in greco Melite, Malita araba, Malit o Maleth di derivazione fenicia, ebraica Malet, nell'antica Roma Melita. Crocevia di culture. Carattere che si impone fin dallo sbarco su questo spuntone di roccia, che emerge dalla piattaforma continentale sottomarina sicula, ad appena cinquanta miglia dall'isola italiana: a sentire parlare maltese, a leggere la segnaletica stradale, ci si sente in parte a casa. Gli abitanti sono stati abituati, nei secoli, a condividere la loro terra: dai fenici ai cartaginesi, ai romani, bizantini, normanni e aragonesi, Cavalieri di San Giovanni, francesi, inglesi. Tutti sono passati da qui. La lingua pertanto risulta quasi comprensibile al primo ascolto, per chi conosce l'italiano, il francese e l'inglese e mastica l'arabo: un'istintiva mescolanza di termini, espressioni, suoni.
Bisogna dunque riferirsi a quelle origini, per apprezzare l'identità locale: come a dire che natura è cultura. Al primo sguardo c'è la bellezza storica, a partire dai bastioni cinquecenteschi della capitale La Valletta – patrimonio dell'umanità dell'Unesco – abbracciando il considerevole patrimonio architettonico che pervade l'ambiente urbano. Basta però una bava di vento, un canto di uccello, per richiamare l'anima isolana e mediterranea. Le temperature medie non scendono quasi mai sotto i 10° e salgono raramente oltre i 30°: buone sempre per un bicchiere di kinnie, bevanda tipica di arance amare ed erbe aromatiche, anch'essa affascinante incrocio fra cola e chinotto, non aranciata né tè. Insomma: kinnie è kinnie, come Malta è Malta.
Barche dagli occhi beneauguranti, la grotta di Calipso e Ulisse: da Malta a Gozo
In un itinerario di natura, in ogni modo, impressioni impermeabili alla pietra gialla che lastrica i selciati come le pareti dei palazzi, immergendo i visitatori in una calda influenza, sono impossibili. Fino a quando non ci si inoltra internamente nell'isola. Ha già tutta un'altra atmosfera Marsaxlokk. Marsa: in arabo e in maltese, il porto. Xlokk, o scirocco. In altre parole, il punto di attracco a sudest. Incantevole parentesi non lontana dai clamori mondani della capitale, in un mondo diverso. Intanto silenzio. Poi rada sicura, riparo dalle acque calme. Non a caso è il porticciolo dei pescatori, intorno al quale è nato il piccolo e assai caratteristico villaggio omonimo, che la domenica ospita il più ricco mercato del pesce dell'isola. Lampuga, spada e tonno, soprattutto. Il tempo è lento in questa Malta inedita e intima, in una banchina a pelo d'acqua da cui il mare quasi non si vede, ricoperto com'è dalle decine di imbarcazioni della tradizione – i coloratissimi luzzu, sorta di gozzo da pesca che reca a prua il tipico occhio beneaugurante, forte simbolo maltese nonostante la provenienza egiziana o forse fenicia.
Fuori da questo lato dell'arcipelago, in idrovolante e in traghetto si raggiunge Gozo. Quattro chilometri a nord-ovest, all'incirca quarantamila abitanti: isola mediterranea a tutti gli effetti. Finalmente alte falesie, mare famoso per scorci memorabili, appezzamenti di coltivazioni e pochi edifici, per lo più raggruppati in quattordici villaggi che fanno riferimento al capoluogo Victoria. E colline, sui cui crinali si trovano i centri abitati, in posizione chiaramente difensiva: in un luogo dall'apparenza così pacifica, questo fatto bene spiega la storia faticosa di assedi e guerre che ha segnato l'area. La conformazione, interessante, mantiene quel che promette: dal punto di vista del paesaggio e dell'ambiente terrestre, ma anche nei fondali dove si riflettono tutti i toni del blu. Il consiglio è di soggiornare in farmhouse, per fare esperienza diretta delle antiche tradizioni gotizane, come la mungitura degli ovini e la preparazione del formaggio. E da lì esplorare facilmente formidabili luoghi degni di nota: dal porto di Marsalforn, alla spiaggia rossa Ramsa Hamra; la grotta di Calipso, dove la leggenda racconta abbia soggiornato per sette anni il mitico Ulisse; fortunati incontri, all'uscita dai templi megalitici di Ggantija, con contadine locali che propongono convenienti prelibatezze bio fatte in casa – miele al timo, verdure sott'olio, conserve e marmellate. Dove non deve mancare una tappa a Dwejra, sito di eccezionale rilevanza paesaggistica, che fino ai primi giorni del marzo 2017 era dominato dall'imponente Finestra Azzurra, enorme arco naturale scolpito nella roccia, crollato in conseguenza di una forte tempesta e per effetto di una lunga e continua erosione naturale.
Isole minori non meno degne: Comino e Cominotto, Filfola e le due di San Paolo
Il patrimonio faunistico non è meno importante. Anche in ambiente urbano – nell'antica capitale di Mdina, la città del silenzio di impronta araba sul suolo di Malta – o in piena campagna, colonie di uccelli nidificanti si nascondono in ogni anfratto, fra le pietre scolpite dagli uomini o dal vento. Rettili e piccoli mammiferi sono osservati e protetti in diverse aree naturali a tutela speciale. In mare, progetti istituzionali di conservazione delle tartarughe e dei fondali invitano a rispettare gli habitat di interesse scientifico e introducono iniziative di informazione e sensibilizzazione per turisti e visitatori. Inoltre, il carattere roccioso di queste terre impreziosisce i punti di costa con diverse caverne di incantevole suggestione: come il complesso della Grotta Blu, nella litoranea maltese di sudest.
Dell'arcipelago maltese non si può dimenticare Comino: adagiata fra Malta e Gozo, quest'isola di tre chilometri quadrati e mezzo deve il nome – dicono le fonti più accreditate – al cumino, il finocchio selvatico che doveva essere una delle poche piante a sopravvivere ad un ambiente così arido. Disabitata, se non fosse per due persone che compongono l'unica famiglia dalla residenza permanente, è una destinazione che si distingue per la bellezza delle immersioni, dove le denominazioni di Laguna Blu – condivisa con la più piccola Cominotto, che dista appena cento metri – e la Laguna di Cristallo rendono merito allo splendore dei luoghi. È riserva protetta per l'avifauna. Delle isole minori fanno parte, inoltre, Filfola e le due di San Paolo: del tutto disabitate, dalla natura dunque particolarmente preservata, sono definite da caratteristiche di rilievo. La prima, lunga circa settecento metri, data la condizione di inaccessibilità dovuta a ripide scogliere, è area tutelata dal 1988 per la presenza endemica della cosiddetta lucertola maltese, Podarcis filfolensis filfolensis, di colore verde scuro dalle macchie striate dal marrone al rosso. Di fianco, uno scoglio di più ridotte dimensioni è detto Filfoletta. Le due isole di San Paolo, vicinissime fra loro, delimitano l'omonima punta di Malta, nella zona a nordovest: la denominazione rende omaggio al presunto sbarco di Paolo di Tarso, durante il viaggio dalla Palestina a Roma, di cui si narra negli Atti degli Apostoli.
Per approfondimenti:
www.visitmalta.com - Ottimo portale ricco di notizie sull'arcipelago maltese: sito ufficiale di Malta, Gozo e Comino, in dieci lingue, a cura dell'Autorità per il Turismo di Malta.
www.naturetrustmalta.org - L'organizzazione che lavora per la conservazione dell'ambiente naturale maltese: promuove iniziative di sensibilizzazione, gestisce le aree protette di interesse scientifico, lotta per una legislazione di tutela maggiormente efficace.