La 26a Conferenza delle Parti (COP26) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) si sarebbe dovuta svolgere a Glasgow, in Scozia, a novembre 2020, riunendo migliaia di persone tra negoziatori, politici, ricercatori, giornalisti e attivisti. Diversamente da quanto avvenuto con altri incontri negoziali di portata minore nel corso degli ultimi mesi, tenutisi online per l'impossibilità di essere organizzati in presenza a causa della pandemia di COVID-19, questo grande evento è stato posticipato al prossimo anno. Come annunciato i giorni scorsi, la COP26 si terrà a Glasgow tra l'1 e il 12 novembre 2021.
Nella Corrispondenza "A digital climate summit to maintain Paris Agreement ambition", appena pubblicata su Nature Climate Change, un team di scienziati di Fondazione CMCC - Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, Università Ca 'Foscari Venezia e University College London osserva che questa scelta potrebbe tradursi in un'occasione persa per ripensare il modo in cui funziona la diplomazia climatica e il ruolo che la tecnologia potrebbe svolgere in questo ambito, rendendo il processo UNFCCC trasparente e accessibile a tutti. Gli autori suggeriscono nell'articolo l'organizzazione di una "COP26-Parte 1 digitale" per integrare, anziché sostituire, la COP26 dell'anno prossimo e per sostenere le ambizioni climatiche in un periodo così cruciale. È infatti il 2020 l'anno in cui le nazioni sono invitate a presentare i loro nuovi e più ambiziosi piani d'azione per il clima - i Nationally Determined Contributions (NDC) - e a rendere note le loro strategie di decarbonizzazione di lungo termine.
Proponiamo una "COP26-Parte 1 digitale": uno spazio virtuale in cui annunciare e discutere tutti gli aspetti che non necessitano di essere negoziati dalle Parti, ovvero dai paesi" spiega Jaroslav Mysiak, direttore della divisione Risk Assessment and Adaptation Strategies presso la Fondazione CMCC.