Come immaginare una pizza verace o un piatto di spaghetti col pomodoro fresco, senza quelle verdi e inconfondibili foglioline profumate che fanno capolino dal piatto?
Così "drogati" da questa spezia, insostituibile ingrediente della nostra cucina, noi, patrioti del pesto alla genovese e del sugo alla napoletana, forse rimaniamo anche un po' male nell'apprendere che la sua origine non è neppure italiana.
Pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Labiate, con foglie lanceolate che variano dal color verde pallido, al verde intenso, sino al viola o al porpora di alcune varietà, è originaria probabilmente dell'Asia tropicale o dell'India. Attraverso il Medio Oriente giunse in Europa, particolarmente in Italia e nel sud della Francia, attorno al XV secolo. Successivamente, nel XVII secolo, iniziò a essere coltivata anche in Inghilterra e, con le prime spedizioni migratorie, nelle Americhe. Tuttora, è un ingrediente molto usato in diverse cucine asiatiche, per esempio in quella thailandese.
Un po' di storia
Il nome attuale deriva dal latino medievale "Basilicum" che a sua volta ha origine dal greco antico basilikos che significa "erba degna di re, regale", come ricordato da Teofrasto nel III secolo a.C. Altri sostengono derivi invece dal greco "Okimon" che vuol dire "svelto, agile"; lo stesso aggettivo usato da Omero per definire il "pie veloce" Achille.
Anche in latino "basilicum" equivale allo stesso aggettivo, questa pianta perciò era già considerata nell'antichità la regina delle erbe e da sempre associata alla sacralità.
Si dice infatti che sia nata ai piedi della croce di Cristo e raccolta dall'imperatrice Elena che la diffuse in tutto il mondo. Secondo un'altra leggenda il basilico era l'antidoto contro il veleno del basilisco, il mostro a forma di serpente della mitologia greca. La profumata piantina diventa protagonista anche nel Decamerone del Boccaccio, dove l'eroina Elisabetta da Messina seppellì la testa del suo amante in un vaso di basilico, annaffiandolo con le sue lacrime. In Italia invece era segno di amore e un coccio di basilico appoggiato sul balcone stava a indicare che la donna era pronta a ricevere il suo amato.
Le prime notizie storiche del basilico risalgono all'Antico Egitto dove era usato durante le operazioni chirurgiche per prevenire e curare le infezioni e, bruciato, in sostituzione dell'incenso nella purificazione degli ambienti e, forse, per l'imbalsamazione dei defunti.
I Greci lo utilizzavano per le offerte sacrificali, ritenendolo di buon auspicio per l'aldilà. Presso i Romani era considerata pianta sacra a Marte, dio della guerra, e i soldati prima delle battaglie ne facevano grande uso in quanto si riteneva aumentasse le carica combattiva e fosse capace di guarire le ferite. Il famoso naturalista romano, Plinio il Vecchio, lo decantava per la sua presunta capacità di generare stati di torpore e pazzia e per il forte potere afrodisiaco; anche per questo divenne il simbolo degli innamorati, contrariamente alla mitologia medievale che lo riteneva il simbolo dell'odio e di satana.
Anche i Galli sembra lo ritenessero una pianta sacra e si narra che per raccoglierlo dovessero sottoporsi a rigidi rituali di purificazione, come lavarsi la mano con cui lo si raccoglieva nell'acqua di tre sorgenti diverse, rivestirsi di abiti puliti, tenersi a distanza dalle persone impure e non utilizzare attrezzi in metallo per tagliare i fusti.
Nel Rinascimento godette di molta fama: "giova alle passioni e alla malinconia e genera allegrezza", scriveva nel 1500 il medico e botanico Castore Durante. Qualche secolo più tardi, in un testo di medicina naturale del 1886, sul basilico veniva scritto: "Questa pianta ha goduto, da tempi remoti, di grande reputazione in molte specie di malattie, come nella pazzia incoerente, puerperale e nelle demenze senili".
Valore alimentare
Ha un basso apporto calorico e contiene molte sostanze nutritive essenziali, minerali e vitamine necessari per la salute dell'organismo, come il beta-carotene, potente antiossidante, la zeaxantina, che previene la degenerazione maculare senile, la vitamina A che protegge la vista e mantiene sane le mucose della pelle e inoltre vitamine K, B1, B2, B3, C ed E. Essendo un alimento antinfiammatorio, il basilico apporta importanti benefici nei casi di infiammazione intestinale, fornendo sollievo immediato nei casi di gas nello stomaco e nell'intestino. Consumato crudo sui cibi, aiuta la digestione delle pietanze.
Nel basilico si trovano anche tracce di aminoacidi, tra cui la lisina che favorisce lo sviluppo di anticorpi e contribuisce alla fissazione del calcio nelle ossa. Un altro aspetto positivo del suo uso in cucina è che, grazie al suo sapore intenso, permette di ridurre la quantità di sale durante la preparazione delle pietanze.
Per ottenere i preziosi benefici attenzione però a raccogliere solo piante adulte: alcuni ricercatori sconsigliano per prudenza di consumarlo ancora molto giovane perché può essere addirittura tossico.
Proprietà medicinali e prospettive future
Nella medicina popolare di varie regioni italiane è impiegato per calmare la febbre e la pertosse, per alleviare le emicranie, per risolvere le afte, le indigestioni e l'acidità di stomaco. Combatte inoltre l'insonnia, l'ansia, il nervosismo, le nausee da gravidanza, le vertigini, la pressione bassa, le congestioni, i dolori articolari, il raffreddore e l'influenza, la caduta dei capelli e i problemi di circolazione. Non solo; per le fastidiose punture delle zanzare, che a volte ci molestano fino in autunno, un'applicazione di qualche foglia fresca sulla puntura allevia il bruciore, per cui mettere qualche bel vaso sul davanzale della finestra, aiuta ad allontanarle.
Il basilico è spesso indicato dalla medicina naturale come rimedio per alleviare il dolore causato dall'artrite e per ridurre altre infiammazioni: ad esempio con le sue foglie essiccate si può preparare un infuso per alleviare i sintomi del mal di gola.
Virtù giustificate dai suoi principi attivi antinfiammatori e antibatterici, come l'eugenolo, benefico per coloro che soffrono di condizioni infiammatorie croniche all'intestino, artrite reumatoide, osteoartrite o artrosi, febbre e altre infiammazioni, oppure dal linanolo, che ha attività antifungina.