L'erosione genetica nel ventesimo secolo ha rappresentato un problema globale e ha interessato in maniera significativa la vite, che dal punto di vista economico è l'albero da frutto più coltivato nel mondo. Il ricorso a specifiche cultivar di vite, considerate di pregio, ha rapidamente ridotto le varietà tradizionalmente coltivate. Tutto questo ha portato a una grande uniformità delle colture e alla riduzione della diversità genetica della specie, aumentando drasticamente la vulnerabilità delle diverse cultivar ai nuovi cambiamenti ambientali o alla comparsa di nuovi parassiti. Attualmente anche la vite selvatica è in pericolo in tutta la sua area di distribuzione, rendendo necessari interventi per mantenere l'integrità genetica e assicurare la sopravvivenza delle popolazioni residue, che possono essere fonte di biodiversità per quelle coltivate e garantire risorse sfruttabili per il miglioramento genetico.
Da queste premesse è nato il Progetto 'Con.Vi.vi.', attivato nell'ambito della Misura 214, Azione 6 "Progetti comprensoriali per la salvaguardia del patrimonio genetico nazionale", del PSR Calabria 2007/2013, realizzato dall'Ente gestore Riserve del Lago di Tarsia e della Foce del Crati (Amici della Terra Italia) in partenariato scientifico con l'Università degli Studi della Calabria – Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra e ha previsto la "Conservazione in situ e la creazione di una collezione ex situ atta a preservare la biodiversità della Vite selvatica (Vitis vinifera ssp. sylvestris), presente nelle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati", con lo scopo di ampliare le conoscenze sulla distribuzione di questa sottospecie per stimarne la densità e il livello di erosione genetica.
Il lavoro in situ ha permesso di valutare la biodiversità fenotipica, morfologica e genetica delle popolazioni di Vitis vinifera ssp. sylvestris presenti nelle Riserve. Le tecniche di rilevamento, ampelografiche e morfometriche, ripetute nel tempo e in stagioni diverse hanno dato la possibilità di verificare l'andamento vegetativo tipico della specie durante l'intero anno.
Tra le azioni ex-situ si è proceduto alla predisposizione di interventi finalizzati a ottenere materiale vegetale per la costituzione della banca del germoplasma in vivo, da porre nel campo sperimentale appositamente realizzato e all'attività sperimentale svolta dal Laboratorio di Botanica del Dipartimento DiBEST dell'UNICAL, che ha proceduto a mettere a punto l'ottimizzazione delle tecniche di estrazione degli acidi nucleici totali (DNA e RNA) da tessuti di Vitis vinifera, nonché all'individuazione ed utilizzo dei marcatori molecolari (SSR o SNP) più appropriati per l'identificazione della sottospecie selvatica e/o varietale e l'inequivocabile distinzione tra le diverse cultivar, nonché all'analisi bioinformatica e statistica dei dati ottenuti.
Sul piano morfologico e fenotipico i risultati ottenuti hanno messo in evidenza come le caratteristiche di tipo botanico, rilevate durante i monitoraggi effettuati a carico di tutti gli esemplari censiti, hanno degli aspetti ampelografici che sono altamente comparabili con le caratteristiche tipiche della Vitis vinifera ssp sylvestris che emergono dai dati di letteratura ricercati per la comparazione durante il lavoro svolto. In tale contesto appaiono di rilievo le differenze intravarietali esistenti all'interno delle popolazioni presenti nelle Riserve, lasciando intravedere la possibilità che esse possano includere geno/ecotipi di particolare pregio molecolare. I dati ampelografici sono stati confermati dalle analisi genetiche che, confrontando i profili molecolari delle popolazioni di vite selvatica presenti nelle Riserve con quelli di vitigni coltivati e selvatici presenti nei diversi database italiani ed esteri, hanno messo in evidenza che non esiste con questi nessuna vicinanza genetica, configurando queste popolazioni come un importante pool di diversità genetica.
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