Passeggiando nei corridoi degli uffici e delle scuole, in questa stagione dalle gelide temperature, si odono sovente colpi di tosse e sinistri rantolii. Un rapido sguardo all'interno delle stanze: istantanee di nasi rossi e volti provati dall'influenza, incorniciati da lunghe sciarpe avvolte più volte attorno al collo, lanciano occhiate imploranti. E a poco valgono gli accurati "imbacuccamenti" a prevenire le bronchiti e crisi asmatiche che, in questi giorni, colpiscono in particolare i più piccini e gli anziani.
Curiosamente, visto che siamo vicini alla Natività, non ci si immagina che, guarda caso, proprio il cibo preferito dalle renne di Babbo Natale, possa venirci in aiuto. Senza bisogno di dover andare a trovare il simpatico vegliardo e i suoi mitici animali in Finlandia, possiamo più comodamente rivolgerci alle nostre montagne.
Sulle alte cime infatti, proprio dove la temperatura è più proibitiva, cresce uno dei rimedi popolari più apprezzati ed efficaci per queste patologie influenzali, la Cetraria islandica. Si tratta di un vero "killer" dei batteri, tanto da essere utilizzato nella medicina popolare alpina alla stregua di un potente antibiotico naturale.
A dire il vero non occorre neppure arrampicarsi fino in cima alla vetta, visto che possiamo acquistarlo tranquillamente in erboristeria, tal quale o in forma di preparato, come ad esempio un efficace sciroppo.
L'habitat in cui nasce è tipico degli speciali organismi di cui fa parte: i licheni, non vegetali veri e propri, bensì organismi risultanti dall'associazione simbiotica tra un fungo e un partner in grado di effettuare la fotosintesi clorofilliana (in genere un'alga verde), fra i quali si instaura un rapporto di collaborazione definita "simbiosi" (dal greco "syn" e "bios" = "vita insieme"). Questo significa che i due organismi vivono e crescono insieme e che la vita dell'uno è strettamente legata a quella dell'altro, con un vantaggio reciproco.
La Cetraria, in particolare, è un lichene "terricolo", cioè che cresce direttamente in mezzo alla vegetazione erbacea o arbustiva o sul suolo nudo. Tipico di aree montane, cresce da circa 1800 m s.l.m. alle vette più elevate delle Alpi, ma si trova pure alle alte latitudini e quindi nei paesi nordici; è caratteristico delle distese laviche dell'Islanda e da questo deriva uno dei suoi nomi popolari, "lichene d'islanda o lichene artico".
Il nome comune sembra derivi dal greco "leikhô" = io lecco. Infatti è così aderente al suolo che si può ben dire che "lecchi" la terra! Ha un aspetto cespuglioso che lo fa assomigliare anche ad un muschio, da cui anche il nome inglese "Iceland Moss".
Nei paesi nordici, come in Scandinavia, è stato persino utilizzato come alimento nei tempi di carestia; una volta polverizzato, veniva addizionato alla farina per fare il pane.
Anche nelle nostre valli alpine, negli stessi tempi magri, il lichene veniva mangiato ma, data l'amarezza, solo dopo lunga bollitura.
Sembra che assunto in tal modo avesse anche un effetto euforizzante o tonico del sistema nervoso, aumentando il senso di sazietà e attenuando i morsi della fame. Due piccioni con una fava, è il caso di dire per l'epoca in questione.
L'uso terapeutico elettivo in Piemonte e Val d'Aosta, era comunque senz'altro quello di espettorante polmonare ed emolliente per uso interno.
Il tallo frastagliato del lichene islandico, in effetti, ha una morfologia che ricorda proprio la struttura degli alveoli polmonari. Ciò indusse gli antichi, per il principio del simile, a ritenere che potesse servire proprio per la cura delle affezioni dei bronchi. Nel 1700 anche Linneo ne consigliava l'impiego nella terapia della tisi.
Curiosamente, i ricercatori moderni ne hanno confermato la validità per le affezioni delle vie aeree, che è principalmente dovuta agli acidi lichenici e in particolare all'acido usnico, dalla spiccata attività antibiotica.
Il Lichene islandico trova perciò anche modernamente una sua collocazione domestica come emolliente sulle mucose irritate, e come potente espettorante nelle tossi, asma, bronchiti e polmoniti. Stimola inoltre le funzioni digestive ed è utile contro la nausea.
Ricco di mucillagini, possiede un buon effetto lenitivo sulle pareti gastrointestinali irritate, come in caso di ulcera, e può fungere altresì da antiemetico e antidiarroico.
Oggi, numerose ricerche, oltre ad avvallare le proprietà antibiotiche della Cetraria, assegnano pure un'azione immunomodulante alla frazione polisaccaridica contenuta e antitumorale a quella lattonica.
Sembra inoltre che abbia potenti effetti antiossidanti e anti radicali liberi, facendo pensare che in futuro potrà anche essere utilizzata come potenziale fonte di antiossidanti naturali.
Anche l'utilizzo tradizionale del decotto per aver sollievo dall'ulcera gastrica e duodenale è stata confermata, grazie all'azione antibatterica nei confronti dell' Helicobacter pilori, spesso coinvolto in queste patologie.
Per uso esterno invece, il lichene islandico può essere utilizzato su foruncoli, pustole, acne e come detergente e blando disinfettante di emergenza su piaghe e ferite.
Per questo si trova come ingrediente in prodotti cosmetici nella formulazione di dentifrici, saponi e detergenti dall'azione purificante, disinfettante e deodorante, in particolare per l'igiene intima.
Insomma, dalle cime più alte, un insospettato alleato per la nostra salute, in inverno e non solo.
Proprietà
Gastroprotettive, antibiotiche, immunostimolanti, emollienti, antinfiammatorie, bechiche, espettoranti, antiemetiche, antidiarrotiche, antiinfiammatorie, antiscorbutiche (possiede vitamina C).
Principi attivi: polisaccaridi tra cui circa il 70% di lichenina, alcuni acidi lichenici come acido fumarico, acido cetrarico (il responsabile del gusto amaro), acido usnico, amidi, mucillagini, lattoni, vitamina C.
Raccolta e preparazione
Il tallo del lichene islandico si raccoglie per terra, in alta montagna, sopra i 2000 m, in settembre-ottobre; si scelgono gli esemplari più chiari, che sono quelli più giovani, evitando quelli troppo scuri.
Ancor oggi, dalle popolazioni nordiche delle zone boreali viene utilizzato come alimento. Viene raccolto quando piove o di notte, poi messo a macerare nell'acqua per 24 ore, al fine di eliminare le sostanze amare; infine si essicca e si macina, ottenendo così una farina.
La lichenina infatti, è un carboidrato che può raggiungere nel lichene percentuali molto elevate, perfino superiori all'amido contenuto nelle patate, ed è per questo che possiede un alto valore nutritivo.
PREPARAZIONI PER USO INTERNO
- Decotto
Mettere 2 grammi in 100 ml di acqua e far bollire per circa 5-10 minuti. Per mitigare il sapore amaro, è meglio fare una prima brevissima ebollizione di un minuto, scartare la prima acqua, aggiungerne dell'altra e rimettere a bollire per ottenere il decotto definitivo. Un'alternativa è metterlo prima a mollo a freddo per 24 ore, poi scartare l'acqua di ammollo e fare il decotto.
In caso di tosse e bronchite assumere 2-3 tazze al giorno, ancor meglio se dolcificato con miele di tiglio o di timo. Berlo dopo i pasti se si vuole usufruire anche dell'azione antinfiammatoria e protettiva delle mucose gastrointestinali.
- Sciroppo di lichene
Questo preparato è più gradito dai bambini e si può conservare a lungo in bottigliette o vasetti di vetro puliti.
Bollire 1 etto di lichene in 4 litri di acqua per 2 ore. Colare, strizzare e misurare la quantità di liquido ottenuta, aggiungendo 6 etti di zucchero per ogni litro di liquido. Far bollire per altre 3 ore almeno.
PREPARAZIONI PER USO INTERNO
- Bagno emolliente e purificante: versare una manciata di tallo nella vasca da bagno, con acqua molto calda.
- Tintura: 20 grammi in 100 ml di alcool di 20° (a macero per 10 giorni). Fare lavaggi, applicare sulle parti interessate con un tamponcino di cotone.
Sitografia:
http://aac.asm.org/content/41/1/215.short
http://www.cure-naturali.it/lichene-islandico/3178
http://www.globalnet.it/erbe/kl/lichene.htm
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0378874101003968
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/5707977
https://www.thieme-connect.com/products/ejournals/abstract/10.1055/s-2006-959564